All’Assemblea siciliana volano mancette: regali al Trapani calcio e alla fondazione del lago senza più acquaGaza, Netanyahu presenta il piano post guerra. Per l’Onu sono credibili le accuse di aggressioni sessuali di Israele sulle donne palestinesiLa missione della Nasa in cerca di esopianeti gemelli della Terra
Sondaggi politici, il PD è in picchiata: Fratelli d'Italia sopra il 30%La polizia in azione a Caivano tra le case popolari - Ansa COMMENTA E CONDIVIDI È vero,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella non tutti gli occupanti abusivi delle case popolari di Caivano sono camorristi. I camorristi, almeno quelli di peso, non hanno bisogno di occupare case popolari. Hanno ville, grandi, lussuose, pacchiane, spesso abusive, ma non poche volte con tutte le autorizzazioni di compiacenti amministrazioni comunali. È invece vero che a Caivano, così come in tante altre periferie del Sud, del Centro e anche del Nord, l’assegnazione delle case popolari è in mano alla camorra e alle altre mafie. Non lo fanno per soldi, né per sensibilità sociale. È solo un segno di potere, un diritto, quello alla casa, trasformato in favore. Accade a Caivano, a Salicelle di Afragola, a Librino di Catania, a Libertà a Bari, a Ballarò a Palermo, a Tor Bella Monaca a Roma o nei quartieri ghetto di Milano. Non sospetti, ma fatti accertati ormai da decine di inchieste, dopo storie di violenze, di sfratti mafiosi ai legittimi assegnatari, di assegnazioni mafiose a famiglie non mafiose ma solo fragili, disperate. Che ringraziano chi ha fatto avere un tetto.Un grazie che poi diventa un debito. Il welfare mafioso non è gratis, non è un servizio sociale come dovrebbe essere il welfare pubblico. Chiede qualcosa in cambio, prima o poi. Tenere un pacco senza chiedersi cosa ci sia dentro, nascondere qualcosa senza fare domande, ospitare qualcuno per fare un favore al “capo” che era stato tanto generoso, fino ad accettare che il proprio figlio, anche minorenne, sia arruolato come sentinella, postino, pusher, soldato, con scooterone e pistola. Anche perché in questi quartieri lavoro non c’è, tranne quello offerto dai clan. Casa e lavoro, diritti trasformati in favori, in reati. No, non sono tutte camorriste le oltre 400 persone che occupano abusivamente, secondo la procura di Napoli Nord, i 254 appartamenti di Parco Verde, più di un terzo del totale. Ma hanno accettato o dovuto accettare la legge dell’illegalità. Imposta dai camorristi, tollerata e probabilmente facilitata da una parte della politica e dell’amministrazione locale, i soliti “amici”. Non è un caso che Caivano sia al secondo scioglimento per condizionamento e infiltrazione mafiosa, per quello scambio perverso tra clan e politici che comprende anche le case popolari. Ora, come spesso accade, arriva la magistratura a ricordarci, fatti alla mano, che c’è anche questa illegalità. Non solo spaccio di droga, non solo estorsioni, non solo appalti. C’è l’illegalità diffusa e quotidiana, favorita da tante, colpevoli, assenze. Assenze di buona politica, di riconoscimento e difesa dei diritti. Sono vuoti, dobbiamo riconoscerlo, anche di una società civile concreta. Non basta la repressione, pur efficace, delle forze dell’ordine. Non basta neanche risanare piscine, campi sportivi, parchi giochi. In questi territori, in queste periferie, non servono azioni eclatanti, da applauso, ma azioni quotidiane, silenziose ma durature. Servono scuola, casa e lavoro. Della prima le mafie non si occupano, anzi la temono, delle altre i clan si occupano a modo loro riempiendo i vuoti lasciati da chi doveva occuparsene. Ora il modo peggiore di reagire dopo la drastica iniziativa della procura di Napoli Nord sarebbe quella di accusare la magistratura di insensibilità o, peggio, di qualche finalità politica. Non ci può essere uno scontro tra diritti dei più deboli e rispetto delle leggi. La “sveglia” invece deve portare a decisioni rapide e concrete, ma sempre rigorosamente nel rispetto della legge e, ci permettete, della Giustizia, che è ancora di più. Caivano e le tante Caivano delle periferie italiane, dimenticate chiedono diritti, quelli veri. Compito della politica, ma anche la società civile è pronta? Perché serve un accompagnamento educativo, altrimenti i veri problemi saranno lasciati al solito “dopo”. O peggio. No, per favore, non lasciamo in mano ai mafiosi, ai corrotti, ai collusi, il destino, la vita, le speranze di chi fa più fatica, dei fragili, dei deboli.
Giorgia Meloni salta un primo incontro internazionale: è influenzataEuropean Focus 13. Feste europee
Ricette elettroniche il governo ci ripensa: verso la proroga di un anno
Manovra, si va verso il voto di fiducia: apportate numerose correzioni alla misuraCodice della strada, la nuova stretta di Matteo Salvini
I social fanno emergere problemi personali latenti“Thailandia sincera”, il diario di Fumettibrutti su Finzioni
Il Kosovo isolato e soffocato dalla retorica populistaCon il riconoscimento facciale si possono fermare gli abusi della polizia
Valditara, "Stop ai cellulari in classe": arriva la circolareEurodeputato Ciocca: “Il progetto di Salvini della Lega ha fallito. Avanti con la rivoluzione interna”Manovra: dopo 11 ore di seduta nessun emendamento approvatoNordio sulle intercettazioni: “Non sono una prova, sono un mezzo"
Whatsapp down, l'app non funziona per ora poi riprende. Cosa sta succedendo
Regionali Lombardia: Pregliasco candidato con Majorino
Dritto e Rovescio, Santanché sul caro benzina: "L'opposizione mistifica la realtà"Le Olimpiadi di Parigi tra imprese eccezionali e bassa credibilità dell’antidopingCosa prevede la legge Zan: l’urgenza di intervenire e le ragioni del conflittoLe esplorazioni dell’Eni al largo di Gaza sono assegnate da Israele in modo illegittimo
Notizie di Politica italiana - Pag. 125Accise e caro carburante, Salvini: “Sicuramente c’è della speculazione in corso sulla benzina”Il racconto di Alberto Ravasio "Sull’esordio dello scrittore e altre catastrofi"Giorgia Meloni, il messaggio di Capodanno: "Credeteci con me e risolleviamo il Paese"