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Deputata della Lega sulla maggioranza: "Importate coronavirus"Lo studioSe i fiumi dell'Alaska si stanno tingendo di arancioneRuscelli e torrenti nella catena dei Monti Brooks,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock anno dopo anno, stanno assumendo tonalità insolite: la causa è lo scioglimento del permafrost, che sta rilasciando metalli tossici nei corsi d'acqua© X / @EarthDotCom / National Park Service Red. Online01.06.2024 22:00L'Alaska. Nota per la sua natura incontaminata, fatta di montagne altissime e corsi d'acqua limpidissimi. O, forse, non proprio. I fiumi dello Stato americano, infatti, stanno cambiando colore. Rapidamente e in maniera sbalorditiva. Dal classico blu, pulito e trasparente, torrenti e ruscelli stanno diventando arancioni. Ma per quale motivo?Partiamo dal principio. A lanciare l'allarme e a segnalare il cambiamento è stato un nuovo studio condotto dai ricercatori del National Park Service, dell'Università della California a Davis, e dell'US Geological Survey. Grazie ad alcuni test, condotti in 75 corsi d'acqua nella zona dei Monti Brooks, gli esperti hanno rilevato un cambiamento quantomeno insolito. Le acque di molti fiumi si stanno tingendo di arancione. E il motivo è presto spiegato. La ragione che si nasconde dietro quest'anomalia è legata allo scongelamento del permafrost. Di riflesso, dunque, al cambiamento climatico, che sta accelerando il processo di scioglimento del ghiaccio. All'interno del permafrost, infatti, sono racchiusi metalli – definiti tossici – che una volta a contatto con l'acqua ne alterano il colore. Si tratta, in particolare, di ferro, zinco e rame, ma anche di nichel e piombo. Metalli per lo più dannosi, come detto, per gli ecosistemi di fiumi e torrenti. Il cambiamento del colore dell'acqua, però, non è un problema così recente. Stando allo studio, nei torrenti della catena montuosa presa in esame le prime anomalie si sono registrate a cavallo degli ultimi cinque-dieci anni. Dato a cui è stato possibile risalire grazie all'analisi delle immagini satellitari. Nello specifico, i fiumi hanno cominciato ad «arrugginirsi», assumendo un inusuale tinta arancione, e le acque si sono fatte via via più torbide. Soprattutto tra il 2017 e il 2018, anni in cui, secondo gli esperti, nella zona si sono registrati gli anni più caldi in assoluto. Un cambiamento che, a primo impatto, incuriosisce e preoccupa. Ma che si è già verificato in passato in altre zone degli Stati Uniti. Certo, però, per cause ben diverse. «Siamo abituati a vedere questo fenomeno in alcune parti della California, in particolare degli Appalachi, dove c'è una storia mineraria. Si tratta di un processo classico che avviene nei fiumi qui, negli Stati Uniti continentali, che sono stati interessati per oltre 100 anni da alcuni degli attacchi minerari nel 1850», rivela alla CNN Brett Poulin, coautore dello studio e professore di tossicologia ambientale all'UC Davis. Ciò che fa la differenza, è che in questo caso, nella parte di Alaska dove i fiumi si stanno colorando di arancione, il passato non c'entra. O almeno, non nel modo in cui interessa la California. «È davvero sorprendente vedere questo fenomeno in una delle zone più remote e selvagge, lontano da una fonte mineraria», ha aggiunto Poulin. Il problema, in questo caso, è da ricercare appunto nel permafrost. I terreni artici, infatti, contengono naturalmente carbonio organico, sostanze nutritive e metalli, come il mercurio. Metalli che, come detto, sono nocivi per i corsi d'acqua dentro ai quali si stanno riversando, sempre più rapidamente. È risaputo, infatti, che l'Artico si sta riscaldando quattro volte più velocemente rispetto al resto del mondo. «Ci troviamo di fronte allo scongelamento del suolo, che si sta verificando più rapidamente di quanto accade altrove», ha sottolineato Poulin. «È davvero una conseguenza inaspettata del cambiamento climatico». Ma, come detto, sebbene a prima vista i fiumi arancioni possano sembrare uno spettacolo della natura, dietro questa tinta inusuale si celano pericoli importanti. Lo «scolorimento delle acque», si legge nello studio, è infatti legato al «drammatico declino della vita acquatica». In altre parole, data la presenza di metalli pericolosi, diventerà impossibile bere e pescare dai corsi d'acqua interessati dal fenomeno. E nei fiumi artici dell'Alaska risiedono una varietà di pesci che sono «fondamentali per la sussistenza, lo sport e la pesca commerciale». In questo articolo: Cambiamento Climatico
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