Decreto Sostegni, al via le domande dal 30 marzoCongedo di paternità 2021: come funziona e dove richiederloAbbronzatura perfetta: come mantenerla tutto l'anno
Operator Srl e la digitalizzazione delle microimprese: la strategia vincenteMilano,criptovalute 2 ago. (askanews) – Dopo 24 mesi di trattamento con stimolazione magnetica cerebrale transcranica statica, oltre il 70% dei pazienti con Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) è sopravvissuto senza necessità di ricorrere alla ventilazione meccanica, a fronte del 35% dei pazienti che non avevano ricevuto questo trattamento: è il dato più rilevante che emerge da uno studio della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e della Fondazione Irccs Istituto Auxologico Italiano. Una nuova tecnica non invasiva, si legge in una nota delle due fondazioni, in grado di modulare attraverso l’utilizzo di campi magnetici l’eccitabilità delle cellule nervose correggendo l’ipereccitabilità che porta a morte i neuroni motori nei pazienti con Sla. Anche se le cause di questa patologia sono ancora sconosciute, recenti ricerche hanno infatti dimostrato che un’eccessiva risposta agli impulsi eccitatori da parte delle cellule nervose che controllano il movimento può innescare il processo degenerativo. Lo studio dei ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, guidati dal professor Vincenzo Di Lazzaro, e dei colleghi della Fondazione Irccs Istituto Auxologico Italiano, guidati dal professor Vincenzo Silani, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet Regional Health Europe. L’approccio impiegato in questa ricerca utilizza la stimolazione magnetica non invasiva al posto dei farmaci – per questa ragione chiamata elettroceutica – e viene studiato nella Sla dal gruppo diretto dal professor Di Lazzaro da oltre venti anni. Diversi studi preliminari hanno dimostrato che è possibile ottenere un lieve ma significativo rallentamento della progressione di malattia. Recentemente è stata introdotta una nuova forma di elettroceutica che utilizza un campo magnetico di tipo statico (si tratta di un potente magnete) la quale, per la sua semplicità di impiego, può essere utilizzata direttamente dai pazienti a domicilio, quotidianamente e per periodi prolungati. In uno studio preliminare la stimolazione magnetica statica è stata sperimentata in due pazienti con una forma di Sla a rapida evoluzione, nei quali si è osservato un significativo rallentamento della progressione di malattia. Sulla base di questa preliminare esperienza nel 2019, è stato avviato l’attuale studio, che ha coinvolto 40 pazienti affetti da Sla con l’obiettivo primario di valutare se la stimolazione sia in grado di ridurre la progressione di malattia durante un periodo di trattamento di 6 mesi. Al termine di tale periodo non si è osservato un significativo cambiamento nella velocità di progressione della malattia. Tuttavia, i ricercatori e, soprattutto, i pazienti non si sono arresi e lo studio è proseguito per ulteriori 18 mesi, al termine dei quali i risultati osservati, al contrario di quelli emersi nel breve periodo, appaiono estremamente promettenti. “Si tratta di una differenza significativa che ci fa essere ottimisti, ma che deve essere considerata con prudenza. Infatti, quando uno studio non raggiunge l’obiettivo primario, ma l’evidenza di efficacia emerge da una prosecuzione del medesimo in una modalità cosiddetta in aperto, sono necessarie ulteriori conferme. Quindi, anche se i risultati ci rendono decisamente ottimisti, non possiamo concludere di aver trovato la cura della SLA. Possiamo tuttavia affermare con sicurezza che sono pienamente giustificati ulteriori studi che valutino l’efficacia della stimolazione magnetica statica in un maggiore numero di pazienti e con un periodo di trattamento prolungato” ha sottolineato il direttore della Neurologia della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Vincenzo Di Lazzaro. “In un momento difficile per il recente insuccesso di diversi trial farmacologici verso cui erano state riposte molte speranze per la forma sporadica di SLA, questo studio apre un’inattesa prospettiva positiva per i pazienti. L’elettroceutica si dimostra oggi una componente imprescindibile per una combinazione terapeutica che molti ritengono rappresentare la soluzione definitiva per una malattia caratterizzata da diversi momenti patogenetici. Le future strategie terapeutiche dovranno adeguatamente tenere in conto i dati oggi prodotti con questo studio” ha aggiunto il direttore del Dipartimento di Neuroscienze della Fondazione Irccs Istituto Auxologico Italiano – Centro “Dino Ferrari”, Università degli Studi di Milano, Vincenzo Silani. -->
Cashback: l'8 dicembre dovrebbe partire in via sperimentaleArredailtuobagno.it, lo shop che stavi aspettando
Vaccino AstraZeneca, autorizzazione Ema: l'ok entro 29 gennaio
Openbox, partner SEO&Love 2020Verkhnyaya Gubakha, storia della città abbandonata in Russia
Ogni italiano ha perso 2.500 euro per il coronavirs: i dati CgiaLe friggitrici professionali e le migliori attrezzature per affrontare questo periodo
Autostrade passa a Cdp, raggiunto l’accordo fra i soci di AtlantiaNatale, compagnie telefoniche regalano giga gratis il 24 e 25
Decreto Sostegni, indennità per collaboratori sportivi: chi ne ha dirittoPlume, partner SEO&Love 2020Smart working e produttività, lo studio: "Il 37% lavora più di 40 ore a settimana"Global Summit Logistics & Supply Chain: c'è voglia di business
Bonus vacanze 2021: come richiederlo online
Cosa prevede il Decreto Agosto: dal lavoro a fisco e voucher
Consulenza tesi di laurea: i servizi di Marketing Col CuorePompe di calore Teon, l’ecologia che salva ambiente e portafoglioIl programma della prima edizione del WMF Worldwide EventsDisney, chiudono tutti i negozi in Italia: oltre 200 lavoratori a rischio
Tredicesima 2020: chi e quando la riceve? Ciò che c'è da sapereConti correnti "in rosso" a gennaio: l'Eba cambia il regolamentoParadisi fiscali, l'Ue aggiorna la lista: le novitàPensione anticipata: le opzioni per lasciare il lavoro prima dei 67 anni