Cina, segnalati 3 nuovi casi di influenza aviaria H5N6Covid in Germania, Kekulé: "Troppe libertà per i vaccinati, possibile lockdown mascherato"Cade dal nono piano su una Bmw e sopravvive: miracolo a Jersey City
Regno Unito, uomo d'affari "playboy" violenta sessualmente una donna nell'appartamentoEmmanuel Macron ha lasciato la Cina ammonendo gli europei sulla «trappola» di finire stritolati al seguito degli americani. Ma è finito in trappola lui stesso. L’idea di costruire un terzo polo alternativo a Usa e Cina funziona solo sulla carta, QuellodiMacronèProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock anche perché l’Eliseo gioca in solitaria e appare compiacente alle strategie di Pechino Emmanuel Macron ha lasciato la Cina ammonendo gli europei sulla «trappola» di finire stritolati al seguito degli americani. Ma è finito in trappola lui stesso. Mentre Xi Jinping era impegnato a fagocitare il tormentone macroniano della «autonomia strategica» per farne un elemento di divisione tra Ue e Usa, intanto l’Eliseo scatenava l’ira degli alleati ed esponeva tutte le divergenze interne all’Ue. Quando il presidente francese è arrivato in visita di stato in Olanda, all’inizio di questa settimana, è apparso evidente il paradosso di un leader che si presenta come europeo ma non riesce a tenere insieme neppure i francesi. Mentre Macron pronunciava il «discorso sul futuro dell’Europa» si è levato qualche coro di protesta: ora i suoi avversari sul fronte geopolitico possono far leva sul dissenso per la riforma delle pensioni, e viceversa. Macron ha finito per costruirsi il proprio isolamento. Il passaggio controverso Questo è il passaggio più dibattuto del colloquio avuto da Macron nell’aereo di ritorno dalla Cina coi cronisti di Les Echos e Politico: «In quanto europei, la nostra preoccupazione – e la mia, sempre – è quella di essere uniti. Noi stiamo dimostrando alla Cina che lo siamo, ed è questo il senso di una visita comune con Ursula von der Leyen. Anche i cinesi si preoccupano della loro stessa unità e Taiwan – dal loro punto di vista – ne è una componente. È importante capire come ragionano. La questione che si pone a noi europei è: una accelerazione sul dossier di Taiwan è nel nostro interesse? No». «La cosa peggiore sarebbe pensare che noi, europei, dovremmo andare al traino su questo tema e adattarci al ritmo americano e a una reazione eccessiva cinese. Perché mai dovremmo andare a un ritmo scelto da altri? A un certo punto, dovremo pur porci la questione di quale sia il nostro, di interesse. E qual è il ritmo al quale la Cina stessa intende andare? Intende avere un approccio aggressivo? Il rischio è quello di una strategia che si autoavvera dei numero uno e due su questo tema». «Noi europei dobbiamo svegliarci. La nostra priorità non è quella di adattarci all’agenda degli altri in ogni regione del mondo. La trappola per l’Europa sarebbe quella di farsi invischiare in un regolamento di crisi che non sono le nostre proprio quando sta definendo la sua posizione strategica: se la deflagrazione del duopolio accelerasse, noi non avremmo neppure il tempo – né i mezzi – per finanziare la nostra autonomia e diventeremmo vassalli altrui. Potremmo invece diventare il terzo polo, se solo avessimo ancora qualche anno per farlo emergere». Il contesto e l’impatto Che si condivida o meno l’analisi di Macron, questa va letta assieme al contesto. Durante il loro trilaterale con il presidente cinese, l’Eliseo e la presidente della Commissione Ue avevano gestito il dossier Taiwan in sintonia, nonostante i due avessero approcci differenti. Von der Leyen è già proiettata sul supporto alla linea di Washington, e proprio per essersi schierata in modo netto durante il suo viaggio alla Casa Bianca ha dovuto poi temperare le sue dichiarazioni, battezzando il de-risking come alternativa al decoupling (ridurre i rischi, senza divorzio) perché tra i governi europei c’erano state rimostranze. Oltre al dialogo a tre però Macron ha intrattenuto anche un lungo bilaterale con Xi Jinping (oltre quattro ore), e poi sull’aereo di ritorno ha sparato la controversa dichiarazione. Che pare assecondare proprio quanto era stato auspicato pubblicamente dal presidente cinese, nelle dichiarazioni alla stampa di una settimana fa al fianco di Macron: «La Cina considera l’Europa come un polo indipendente in un mondo multipolare, e che si impegna in direzione di un’autonomia strategica; l’Europa non dipende da un partito terzo, né vi si sottomette; contiamo sull’indipendenza europea», aveva detto Xi Jinping. Il viaggio del presidente francese era stato anticipato da alcune aperture di Pechino sul fronte degli accordi economici – del resto Macron viaggiava con oltre 50 dirigenti d’impresa – e con accordi si è concluso; le dichiarazioni dell’Eliseo rischiano di apparire quindi come una contropartita della Francia, più che come un maturo posizionamento dell’Europa. In più, cadono proprio in un frangente di tensioni su Taiwan, con la visita in Usa della presidente Tsai Ing-wen e con le manovre militari cinesi nell’area. Il che – secondo i critici dell’uscita macroniana – rischia di suonare come un via libera a Pechino o quantomeno come un segnale di non deterrenza. Tutto questo senza che Macron abbia portato a casa alcuna svolta di Xi Jinping sul dossier ucraino. Le divisioni in trasparenza La bomba diplomatica sganciata dall’Eliseo permette – attraverso il deflagrare di reazioni – di leggere il posizionamento interno all’Ue sulla Cina, ed espone pubblicamente le divisioni interne. «Ma parla davvero per l’Europa?», hanno chiesto provocatoriamente repubblicani come Marco Rubio, mentre commentatori e politici facevano nero l’Eliseo a colpi di tweet. Va detto però che a infuriarsi non sono stati solo i paesi Ue più vicini agli Usa, quell’asse orientale che va dalla Polonia ai baltici. Da Praga sono arrivate reazioni dure, ma pure da Berlino, che sulla Cina ha posizioni tutt’altro che mature. Macron, che diceva di avere «l’unità degli europei come priorità», è finito sconfessato dai fatti. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFrancesca De Benedetti Europea per vocazione. Ha lavorato a Repubblica e a La7, ha scritto (The Independent, MicroMega), ha fatto reportage (Brexit). Ora pensa al Domani.Short bio Twitter account
Oslo, uomo accoltella passanti in centro: ucciso dalla PoliziaPartorisce un bambino di 6,4 kg dopo due figli e 19 aborti: parto record negli USA
Cina, esplosione in un ristorante per una fuga di gas: almeno 3 morti e 30 feriti
Morte negli Usa, bimbo salta sul letto e precipita da un palazzoNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 608
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 608Olanda, matrimoni gay possibili anche per la famiglia reale: è la prima monarchia a permetterlo
Veronica Corinne Zanon, chi è la studentessa di 19 anni morta in OlandaCovid, il centro UE e la fine dell'emergenza: "Stop al tracciamento dei positivi asintomatici"
Pennsylvania, sparatoria in un centro commerciale a Lancaster: colpite diverse personeTerremoto in Perù: scossa di magnitudo 5.4 a 54 km da Pillcopata, Paucarambo e CuscoSvizzera, ristorante No green pass murato con blocchi di cemento dalla Polizia: titolari arrestatiUSA, una coppia è morta di Covid dopo aver rifiutato il vaccino: lasciano 4 figli
Malaria, l'ok dell'Oms all'uso del primo vaccino nei bambini in Africa
Cassiere che scappò con i soldi della banca incastrato dopo 52 anni, ma ormai è morto
Israele, l'immunologo Cohen: "Rischio quinta ondata per sottovariante Delta"Svolta sul nucleare, von der Leyen: “Ne abbiamo bisogno accanto alle rinnovabili”Covid, il Regno Unito corre ai ripari ed anticipa la terza doseUSA, sparatoria in un liceo in Texas: ci sarebbero diversi feriti
Incendio in Libano, impianto petrolifero in fiamme: evacuazione dei residenti in corsoMalala Yousafzai si è sposata: il matrimonio del Premio Nobel per la PaceMadre morta due settimane dopo aver perso il figlio 18enne in un incidenteI nonni più giovani del Regno Unito: Jenni e Richard Medlam hanno solo 33 e 35 anni