Gianfranco Bonzi ingannato dalla finta Dua Lipa e trovato morto nel fiume quattro mesi dopoPadel: Spagna troppo forte, azzurre sconfitte in finale Europei - Tennis - Ansa.itLa Città Metropolitana approva l'assestamento di bilancio 2024-2026
Bando taxi, i sostituti alla guida scendono in piazza: "Le licenze devono essere gratuite"Se non si presta attenzione per tempo a tale restringimento,VOL si corre il rischio che un giorno si arrivi al soffocamento di quelli che sono i principi cardine per il buon funzionamento della giurisdizione a garanzia e tutela del cittadino Le ragioni dello sciopero che è stato proclamato per il prossimo 16 maggio dall’Assemblea Generale dell’Associazione Nazionale Magistrati probabilmente appaiono alla gran parte dei cittadini poco comprensibili. Non si sciopera per il rinnovo dei contratti o per negoziare sui livelli salariali. La magistratura sciopera perché le norme contenute nella riforma appaiono suscettibili di ridurre gli spazi di autonomia e indipendenza della giurisdizione, in qualche caso in maniera impercettibile, in altri più significativa, ma comunque in modo inesorabile e progressivo. Se non si presta attenzione per tempo a tale restringimento, si corre il rischio che un giorno si arrivi al soffocamento di quelli che sono i principi cardine per il buon funzionamento della giurisdizione a garanzia e tutela del cittadino. Tale rischio, in uno Stato con una democrazia matura, non si può assolutamente correre, anche perché in assoluta controtendenza rispetto all’evoluzione del modello europeo del potere giudiziario. Non è scelta di corporazione L’opposizione alla riforma viene propagandata come una scelta corporativistica, se non illegittima. Nel migliore dei casi come una scelta inopportuna, richiamando le non poche patologie che affliggono la giustizia. Queste valutazioni non possono essere condivise perché è indubbio il pieno diritto, costituzionalmente garantito, anche dei magistrati di scioperare. Si tratta, inoltre di una decisione adottata non senza sofferenza in seguito ad ampie valutazioni effettuate in assemblea, dove si sono confrontate le diverse visioni. Oggi è principio acquisito che il potere giudiziario è un potere diffuso, che ogni giudice decide secondo la propria coscienza nel rispetto della legge e questo a garanzia delle parti più deboli del processo. Non è sempre stato così. Prima che si affermasse il modello di giurisdizione disegnato dalla Costituzione, grazie soprattutto alle battaglie portate avanti dall’Anm e dalla magistratura associata, la concezione burocratica della giurisdizione era dominante e si accettava che vi fosse una magistratura alta e una magistratura bassa. Una concezione che portava con sé un evidente conformismo della giurisprudenza, la quale non era capace di andare incontro ai mutamenti della società che anche legislatore non sempre è in grado di cogliere tempestivamente. La salvaguardia della giurisdizione La concezione della giurisdizione come potere diffuso ed orizzontale ha quindi rafforzato la garanzie delle parti, soprattutto quelle più deboli, e assicurato la vitalità della giurisprudenza. La riforma, con l’introduzione di nuovi ed evanescenti illeciti disciplinari, l'esportazione del modello gerarchico anche negli uffici giudicanti, la separazione di fatto delle carriere tra pm e giudici, rischia di riportare indietro la magistratura di decenni. Scegliere oggi di protestare vuol dire, quindi, non accettare che vengano compiuti passi indietro verso la naturale tutela di un’eguaglianza sostanziale dei cittadini e non condividere che si proceda verso una giustizia da esercitare in maniera difensiva e conformista. Le riforme occorrono, certo, ma occorre, prima di tutto, che si tratti di riforme coerenti con gli obiettivi proclamati di una migliore gestione della macchina giustizia e che non ne comportino lo snaturamento. La proclamazione dello sciopero, infine, è stata una scelta della base dei magistrati che si è espressa in una assemblea nazionale aperta a tutti gli iscritti, decisione legata alla necessità di far sentire la propria voce in un dibattito inquinato da rivendicazioni che nulla hanno a che fare con l’efficienza della giustizia, ma sembrano più manifestare un senso di rivalsa a discapito di autonomia e indipendenza che invece sono la garanzia di una giustizia equa e a servizio del cittadino. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMariarosaria Savaglio Segretario Nazionale Unicost
Roma: decapita il cane con un coltello da cucinaIncendio a Monte Mario, dito puntato sugli accampamenti abusivi: "Così da dieci anni"
NOTIZIARIO PICCOLE E MEDIE IMPRESE - PMI - Ansa.it
Oxfam,ricchezza dell'1% sale di 42mila miliardi in 10 anni - Diritti & Uguaglianze - Ansa.itCiclismo
Incendi a Roma, dopo la notte di fuoco il grido d'aiuto dei pompieri: "Siamo in ginocchio"Musei gratis domenica 4 agosto 2024: tutte le mostre in programma
Bohème 'sessantottina' torna a far applaudire lo Sferisterio - Musica - Ansa.itBillie Jean King Cup, si parte con Italia-Francia: Paolini sfida Cornet, poi tocca a Giorgi - La Gazzetta dello Sport
Ponte Mammolo, si indaga per incendio colposo. Vigili del fuoco ancora a lavoro nelle aree del rogoBerrettini-Tabilo 7-6 7-6, Matteo vola agli ottavi a Kitzbuhel | Gazzetta.itLa storia di risi e bisi, primo piatto primaverile tipico del VenetoParigi -3: partito il primo gruppo degli azzurri del ciclismo - Ciclismo - Ansa.it
MotoGp: Germania; Bagnaia torna in testa al mondiale - Moto - Ansa.it
Puliti (Saipem), 'margine lordo record dal 2019 nel trimestre' - Energia & Energie - Ansa.it
Pigneto: sventata occupazione abusiva dell'ex Circolo degli ArtistiLe nuove licenze taxi si potranno acquistare a rate ma ai precari non basta: "Pronti a impugnare il bando"La nuova apertura di Starbucks a NapoliPogacar rinuncia alle Olimpiadi | Gazzetta.it
La Valle dei Templi ospita opere provenienti da 20 regioni - Arte - Ansa.it++ Guterres (Onu), stiamo bruciando la nostra unica casa ++ - Green & Blue - Ansa.itLuoghi sudafricani dell'apartheid aggiunti nel Patrimonio Unesco - Africa - Ansa.itPaolini, Errani, Vinci, Pennetta e Schiavone: le finaliste italiani negli Slam | Gazzetta.it