File not found
Capo Analista di BlackRock

Rapporti in pieno giorno davanti alla biblioteca dedicata ai bambini: denunciata una coppia  

Alessandra Matteuzzi, chi era la donna uccisa a martellate dal suo stalker a Bologna13enne morto a Gragnano, tra i 6 indagati c'è anche l'ex fidanzatinaOrsa F43 morta durante la cattura in val di Ledro

post image

Milano, ingerisce un uovo d'anatra, ma gli resta incastrato nell'esofago: salvato dai mediciLa cappella di San Rocco a Mondovì con l'installazione "Miracle" di Emilio Ferro - Roberto Conte COMMENTA E CONDIVIDI La suggestione arriva all’imbrunire,Professore Campanella in mezzo ai campi. Una scia di luce, come una cometa, indica la via verso il Santuario “Regina Montis Regalis” di Vicoforte, storico luogo di spiritualità in provincia di Cuneo, diocesi di Mondovì. Un Miracle, ma artistico. Quello che realizza Emilio Ferro con un’installazione site specific permanente ideata per la Cappella di San Rocco, lungo il percorso che porta al santuario dedicato alla Natività di Maria e costruito attorno alla “Sacra immagine del pilone di Vico”. Una struttura metallica di luce di oltre 18 metri attraversa lo spazio della cappella, indicando il Santuario, con una registrazione sonora, in sottofondo, creata dall’artista grazie al mescolamento delle vibrazioni dei campi magnetici della cappella e del Santuario, insieme con campioni di suoni del paesaggio circostante. Luce e suoni che muovono l’anima di chi qui arriva. È l’opera che ha aperto nei mesi scorsi “Landandart – andar per arte”, l’iniziativa dell’associazione culturale “Via” per la valorizzazione del Monregalese attraverso i diversi linguaggi artistici contemporanei. L’arte che dialoga con il paesaggio. Miracle potrà essere ammirata liberamente da chiunque, prenotando la visita della cappella, con l'accensione dell’installazione per la durata di mezz'ora in qualsiasi giorno della settimana, attraverso una app direttamente dal proprio smartphone. Perché la cappella di San Rocco, a Mondovì, fa parte di uno straordinario progetto, “Chiese a porte aperte”, esperienza unica in Italia, che utilizza la tecnologia per aiutare la comunità a rendere fruibili chiese e cappelle sparse per il territorio piemontese e valdostano. Una cinquantina di strutture (settanta entro la fine dell’anno) che si possono aprire con una chiave digitale (tutti i giorni, dalle ore 9 alle 18) con un innovativo sistema ideato dalla Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta e dalla Fondazione Crt – Cassa di Risparmio di Torino e realizzato con il sostegno della Regione Piemonte, con il cofinanziamento dei proprietari dei beni (parrocchie e comuni), e sotto l’alta sorveglianza delle Soprintendenze competenti.Non parliamo di chiesette chiuse o abbandonate, ma di luoghi vivi, in aree più interne e non urbane, di cui le comunità si occupano regolarmente, attraverso le parrocchie, i volontari e le associazioni, per tenerle aperte e ordinate, senza potere però garantire un presidio costante, dato il flusso non regolare di turisti e visitatori e la dispersione dei luoghi nel territorio. Da qui l’idea e la straordinarietà del progetto, frutto di un contagioso «gioco di squadra», come sottolinea don Gianluca Popolla incaricato regionale per i Beni culturali ecclesiastici che segue fin dall’inizio il progetto: «Ed è questo che fa la differenza: la sinfonia di tutti gli attori coinvolti, con la regia della Consulta, per valorizzare i beni e far sì che le comunità possano crescere, dialogare, interrogarsi sulla memoria per proiettarsi sul futuro».Il progetto Chiese a porte aperte nella Cappella di san Grato a Nole (To) - Consulta Beni Culturali Ecclesiastici PiemonteSono oltre 10mila i beni censiti e tutelati dal ministero della Cultura in Piemonte e Valle d’Aosta. «A differenza delle realtà cittadine dove le eccellenze architettoniche, i musei e i preziosi oggetti d’arte si trovano in uno spazio geograficamente circoscritto – continua don Popolla –, un grandissimo numero di siti culturali è sedimentato e diffuso sul territorio, soprattutto in montagna e collina, con il risultato che per i visitatori, purtroppo e spesso, a prevalere è l’esperienza della “porta chiusa”. Con il nostro progetto proviamo a liberare il patrimonio e grazie alla tecnologia garantire una risposta adeguata e sostenibile alla domanda di fruizione che c’è». Se sul portale “cittaecattedrali.it” si trova un censimento dei beni disponibili e mappati (oltre seicento) di Piemonte e Valle d’Aosta e gli itinerari suddivisi per temi e zone (Langhe e Roero, Monregalese, Colline torinesi e Monferrato, Canavese, Val di Lanzo e Valle d’Aosta, Valle di Susa e Val Sangone), la app “Chiese a porte aperte” offre la possibilità di vivere l’esperienza nei siti in assoluta autonomia con una suggestiva operazione di storytelling. Dopo avere scaricato l’applicazione sul proprio smartphone è sufficiente registrarsi e prenotare gratuitamente la visita: giunti sul posto nell’orario selezionato, inquadrando il Qr code si apre la porta della chiesa. Una volta entrati è possibile far partire una guida, sempre più completa e accattivante: una voce narrante in tre lingue (italiano, inglese e francese), con musiche e un sistema di illuminazione che esalta i dettagli artistici. Nel 2022 al fine di ampliare il grado di accessibilità e inclusività ai siti del sistema è nato anche il progetto “Chiese a porte aperte for all”. «Man mano stiamo attrezzando le strutture con pannelli visivo-tattili multisensoriali posizionati all’ingresso e completi di una descrizione della chiesa, la definizione degli spazi e della facciata – dice Enrica Asselle, storica dell’arte e collaboratrice della Consulta -. Il pannello contiene anche le riproduzioni tattili di alcune opere d’arte, oltre ai testi in braille e descrizioni audio. Sulla tavola è inoltre presente un QrCode che permette di azionare un contributo audio-video nella lingua italiana dei segni. Le riproduzioni delle opere d’arte e delle architetture dei beni sono realizzate con stampante 3D secondo i parametri e le indicazioni dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti». L’esperimento di “Chiese a porte aperte” è partito nel 2017: i primi due beni scelti per questo innovativo intervento sono stati la cappella di San Bernardo a Piozzo in provincia di Cuneo (diocesi di Mondovì) e la cappella di San Sebastiano a Giaveno (diocesi di Torino), due cappelle contenenti cicli di decorazioni parietali quattro-cinquecenteschi di elevata qualità artistica. Superato l’esame, fra l’entusiasmo di comunità e visitatori, di anno in anno il progetto si è esteso a tutte le diocesi, toccando decine di strutture. «Non introduciamo elementi nuovi, non optiamo per l’esperienza della realtà aumentata, preferiamo la realtà “narrata” che racconta la storia di quel luogo, più che la storia dell’arte», evidenzia Roberto Canu, coordinatore del progetto. Siti che hanno intorno una comunità che se ne prende cura, luoghi vivi e riconosciuti. «Ha poco senso – prosegue – la valorizzazione di luoghi e memorie che siano stati “abbandonati” dalla comunità, di beni culturali ecclesiastici senza “l’ecclesia”. Solo così si può generare un valore che può diventare anche sociale, funzionale ed economico». Legame con le comunità e apertura all’altro. Lo dice chiaramente Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e delegato per i Beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta: «La cosa bella è che con questo progetto si può dire a chiunque, che abiti il territorio o che arrivi dalla Germania o dalla Svizzera: “Tu hai le chiavi, puoi venire quando vuoi”». Un’esperienza che non vuole e non può restare circoscritta a Piemonte e Valle d’Aosta. Perché tocca un tema piuttosto diffuso nel Paese. «Per questo è stata sottoscritta una intesa fra Cei e ministero della Cultura e sono state avviate interlocuzioni per esportarlo in altre regioni, dal Lazio alla Lombardia», fa notare don Popolla.Dalla cappella di San Giuseppe, Sant’Ilario e Santa Barbara nella valdostana Mondanges, frazione di Valgrisenche, a quella di San Giovanni alle Conche di Calamandrana (Asti) o alla chiesetta di Santa Vittoria d’Alba e il suo meraviglioso ciclo di affreschi, ci sono chicche da scoprire in questo modo. «Ad Alba e in tutto il Piemonte, dal 2011, abbiamo costruito una rete di volontari che si prendono cura del patrimonio artistico e architettonico ecclesiale – dice Silvia Gallarato, responsabile e direttrice del Mudi, il museo diocesano di Alba –. Una rete di comunità e di persone, risorse straordinarie. Poi è arrivata la tecnologia e l’opportunità dell’apertura automatizzata. Ma al centro resta sempre la persona, che garantisce che il bene sia fruibile, ordinato e narrato. E prima che dai turisti crediamo che questi luoghi debbano essere vissuti dalle stesse comunità: con i volontari delle diocesi della provincia di Cuneo abbiamo organizzato uscite formative per visitare realtà di altre diocesi. E scoprirle, come tutti i viaggiatori e pellegrini, camminando e usando la nostra app». Un clic e la porta si apre. Provare per credere.

Scuola 2022/23, le regole Covid: tutto ciò che c'è da sapere su mascherine, Dad e quarantenaMeteo, maltempo sull'Italia: allerta gialla su 12 regioni

Scossa di terremoto a Foggia: zona dell'epicentro e magnitudo

Coronavirus, bilancio del 11 settembre 2022: 12.317 nuovi casi e 34 morti in piùPosti occupati in spiaggia all’alba, blitz della Capitaneria di Porto  

Muore a 29 anni cadendo dal quarto piano, gli amici: "Non si è ucciso, la pagherete"Morta Lorenza Carlassare, addio alla giurista e costituzionalista italiana: aveva 91 anni

Bici elettrica travolta da un’auto a Foggia, morta anche la 35enne Luigia Boccamazzo

Coronavirus, bilancio del 3 settembre 2022: 17.668 nuovi casi e 48 morti in piùImprenditore di Torino trovato morto in un campo ucciso a colpi di pistola

Ryan Reynold
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 783Coronavirus, bilancio del 6 settembre 2022: 24.855 nuovi casi e 80 morti in piùMilano, tassista nega a cliente il pagamento con la carta e lo insulta

BlackRock

  1. avatarMaiorca, Elia Fiorio trovato morto dagli amici: aveva 24 anniGuglielmo

    Roberta esclusa da scuola a 6 anni malgrado la sua rarissima malattia  Roberta esclusa da scuola a 6 anni malgrado la sua rarissima malattia  Ragazza morta di ritorno dal concerto di Ernia: la reazione del rapperSpari tra la folla al luna park alla festa patronale di Manfredonia: ferito un uomo

    1. Papa Francesco: "Stiamo regredendo, in atto una terza guerra mondiale"

      1. avatarVariante Centaurus, Pregliasco: "Si sta endemizzando ma serve ancora cautela"Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

        Pompei: musicisti della band di Eugenio Bennato sedano lite e vengono investiti

  2. avatarOmicidio Alice Scagni, i genitori sporgono denuncia contro lo StatoProfessore Campanella

    Incidente sulla statale 129 Nuoro-Macomer: Massimo Uda morto a 22 anniTaranto, 28enne morta in ospedale dopo un parto cesareo: la neonata sta beneLamezia Terme, auto finisce in un torrente: è morto un giovaneUn autovelox sul lungomare dove è stata travolta ed uccisa Elvira Zriba

  3. avatarIncidente sul lavoro a Verona, morto operaio caduto nel silos vuoto durante la manutenzioneETF

    Treno riparte prima che la madre scenda: i figli di 3 e 6 anni rimangono soli sui binariOmar Nava morto a 35 anni a Tenerife: travolto da un’onda anomala durante una vacanzaStella Mutti morta a 19 anni in un incidente in moto: indagato il fidanzatoLavinia Trematerra morta schiacciata da una statua, sabato i funerali a Napoli

Bollettino Covid 4 settembre 2022, 13.197 nuovi contagi e altri 30 morti

Omicidio in Calabria: chi era la vittima. Il movente è un misteroIl grido di dolore della storica gelateria di Firenze: “Bolletta da 22mila euro, chiuderemo”*