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Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla: «Per me era come una madre. Fu lei a voler organizzare l'asta delle opere d'arte»

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L'orso Kuma dal Bioparco di Roma a un bosco tedesco, ora vivrà in semi-libertàCare lettrici,criptovalute cari lettori la settimana della giustizia è stata molto intensa soprattutto a livello parlamentare: in newsletter trovate una sintesi dei passaggi più importanti. Inoltre, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un’intervista al Foglio ha messo in fila tutte le riforme secondo lui necessarie: è uno spaccato interessante che indica in che direzione vuole spingere la giustizia nei prossimi mesi. È facile intuire però anche quali saranno gli ostacoli sulla sua strada. Sul fronte dei commenti, invece, torna ad intervenire Giorgio Costantino, professore emerito di Diritto processuale civile all’università di Roma Tre: a partire da un provvedimento del tribunale di Milano, spiega come la collaborazione tra foro e magistratura può salvare il contraddittorio nel nuovo processo civile. Il professore associato di Diritto pubblico comparato all'università la Sapienza di Roma, Angelo Schillaci, invece, analizza i vuoti legislativi e i ritardi della politica in materia di riconoscimento dei figli delle famiglie omogenitoriali. Infine, la presidente di Area Dg, Egle Pilla, riflette sul tema del convegno che si è tenuto in Cassazione il 16 marzo, sul tema delle intercettazioni. Il programma di Nordio sulla giustizia In una lunga intervista sul Foglio, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, fissa alcuni punti della sua futura azione di governo e anticipa che intende portare entro fine maggio un pacchetto di riforme in Cdm. «Il garantismo consiste nel non lasciare impunito il colpevole e non condannare l’innocente», è l’esordio del ministro. Ecco un elenco dei punti toccati nell’intervista e che dovrebbero tradursi in azioni di riforma. Nove punti in cui si ritrovano le posizioni originali di Nordio, ma difficili da realizzare nell’attuale contesto di centrodestra. - Gli atti del processo rimangono segreti non più fino a quando l’indagato ne viene a conoscenza, ma fino alla disclosure finale o all’inizio del dibattimento. Oggi la segretezza è considerata a tutela dell’integrità dei dati, secondo Nordio dovrebbe essere nell’interesse dell’onorabilità dell’indagato. - Intercettazioni: paletti sulla loro trascrizione, da limitarsi a quelle in cui il reato è in atto e da non consentire quando due persone parlano di una terza; limiti di budget, da fissarsi ex ante per ogni ufficio giudiziario. - Carcerazione preventiva: la richiesta di misura cautelare rimarrà richiesta al gip solo nei casi di flagranza, in tutti gli altri andrà rivolta al tribunale del Riesame. - Niente appello del pm in caso di assoluzione in primo grado; nel caso in cui emergano nuove prove o alcune non siano state considerate, «è meglio che il processo sia rifatto». - Conversione della pena della reclusione in forme alternative, «potrebbe essere così per i reati connessi allo spaccio». - Cancellazione dell’abuso d’ufficio, di cui gli indagati non temono la condanna ma «il processo mediatico». - Ritorno alla prescrizione sostanziale, «personalmente, la farei decorrere dal momento in cui il reato viene scoperto e non da quando è commesso». - Riforma della disciplina degli ignoti, mantenendo l’invio in procura e l’archiviazione del gip «solo per i reati importanti». -Valutazione della professionalità dei magistrati, con «una statistica di quante indagini sono state portate a compimento, quanto tempo sono durate». Procedibilità d’ufficio riforma Cartabia La Camera ha dato il via libera alla proposta di legge sulla procedibilità d'ufficio e l'arresto in flagranza con 156 voti a favore, nessun contrario e 107 astenuti.  Il disegno di legge modifica la riforma Cartabia, correggendo alcune storture evidenziate con la sua entrata in vigore. In particolare, si prevede che siano procedibili d'ufficio tutti i reati procedibili a querela nel caso in cui ricorra l'aggravante della finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, l'aggravante dell'aver commesso il fatto avvalendosi del vincolo associativo mafioso ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni mafiose; sia procedibile d'ufficio il delitto di lesioni personali commesso da persona sottoposta a una misura di prevenzione personale durante il periodo di applicazione e sino a tre anni dal momento in cui ne è cessata l'esecuzione.  Inoltre, anche nel caso di delitti procedibili a querela, è possibile l'arresto obbligatorio in flagranza anche in mancanza di querela, nel caso in cui la persona offesa non risulti prontamente reperibile. Infine, il giudizio direttissimo si sospende fino alla presentazione della querela (o della riununcia a proprla). L’equo compenso torna alla Camera La commissione Giustizia del Senato ha concluso il voto sugli emendamenti al Ddl sull'equo compenso ed è stata approvata una proposta di modifica, quindi il testo deve tornare alla Camera. L’emendamento corregge un errore del testo, in cui si faceva riferimento ad una norma abrogata dalla riforma Cartabia.  le mozioni sulla giustizia La giustizia è sempre più il terreno di incontro del centrodestra con il terzo polo. Il governo, infatti, ha espresso parere favorevole e la maggioranza ha approvato la mozione presentata dal centrodestra e quella del terzo polo. La mozione unitaria del centrodestra impegna il governo a «rendere effettivo il principio di non colpevolezza» sia in materia di misure cautelari che con il rafforzamento della motivazione; di adottare iniziative per «l’effettività della ragionevole durata dei processi» e per «normare le intercettazioni per evitare abusi». Infine, concessione al fronte giustizialista, impegna a intervenire «sul fenomeno delle baby gang, dello spaccio, delle truffe agli anziani e tutelare l’inviolabilità del domicilio». Quella del terzo polo, a firma di Enrico Costa, prevede in particolare la separazione delle carriere; il ripristino della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio; la soppressione del reato di abuso d’ufficio; la revisione della disciplina dell’appello. L’inaugurazione dell’anno giudiziario dei giudici tributari Le controversie complessivamente pervenute al 31 dicembre 2022 presso le Corti tributarie provinciali e regionali sono state 187.023, con un significativo aumento del 55 per cento rispetto all'anno precedente quando erano state 120.511. I dati sono stati presentati durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario dal presidente del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria Antonio Leone. «Significativo è stato il taglio dell'arretrato nelle sedi regionali, con una riduzione rispetto al 2021 del 11,3 percento». Negativo, invece, il giudizio sulla riforma tributaria approvata nel 2022. Vi è «uno stato di confusione normativa causata sia dalla fretta del legislatore e sia dalla non adeguata ponderazione di alcune scelte che via via si stanno facendo» e una «assenza di investimenti» in mezzi e personale. Leone ha defiito la riforma «frettolosa, che sta creando difficoltà applicative, e che invece di risolvere i problemi (pochi) di questa giurisdizione li sta creando». In particolare, il Consiglio aveva chiesto di essere autonomo dal Ministero dell’Economia, ma questo non è stato fatto e «anzi, la sua presenza è sempre più in crescita». Consiglio nazionale dei commercialisti, attraverso il presidente Elbano de Nuccio, ha chiesto che, alla riforma della giustizia tributaria del 2022, segua un massiccio reclutamento di giudici a tempo pieno, selezionati per concorso. «Occorre che il legislatore intervenga rispetto alla prevista assunzione tramite concorso di 68 nuovi magistrati tributari per ciascuno dei 7 anni dal 2024 al 2030 (per un totale di 476 unità)». Carceri e tossicodipendenze Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha fissato un punto di riforma carceraria: la possibilità di far scontare al 30 per cento di detenuti per reati legati alla tossicodipendenza la pena presso comunità di cura chiuse e protette invece che in carcere.  Accanto a questo, ha detto che ci sarà una circolare affinchè i detenuti originari di Romania e Albania, e paesi con cui sono stati siglati accordi bilaterali, «vengano tradotti nella galere dei Paesi di provenienza senza il previo consenso del detenuto».  Delmastro lo spiega con ragioni economiche: «Ci sono 15 mila detenuti stranieri nelle galere italiane per una pluralità di reati o per un reato gravissimo, costano 137 euro al giorno, hanno rotto il patto di cittadinanza e non devono più pesare sulle tasche dei contribuenti italiani». Il caso Cerciello Rega La Cassazione ha ribaltato gli esiti processuali sull’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, avvenuto Roma nella notte del 26 luglio 2019. La Suprema corte ha annullato con rinvio le condanne a 24 anni per Finnegan Lee Elder e a 22 anni per Gabriel Natale Hjort, i due ragazzi americani già condannati in primo grado all’ergastolo per omicidio volontario in concorso, ridotto in appello a a 22 e 24 anni di reclusione. La decisione, arrivata dopo 5 ore di camera di consiglio, smonta di fatto il giudizio dei due precedenti gradi di merito, differenziando però le posizioni dei due imputati. Per Elder, che materialmente ha accoltellato il carabiniere, ha respinto il ricorso per l'omicidio, ma lo ha accolto per le aggravanti e per la resistenza al pubblico ufficiale. La pena dovrà essere ricalcolata e potrebbe essere più bassa di 14 anni. Per Natale Hjorth, che invece ha avuto una colluttazione con un altro carabiniere e non ha materialmente partecipato all’omicidio ma era stato comunque condannato per concorso, ci sarà un nuovo processo. Qui trovate una ricostruzione più precisa del caso e della sua complicata storia processuale. Il palagiustizia Bari Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, è tornato a parlare del palagiustizia di Bari, per cui si è impegnato in prima persona dopo gli anni di situazioni provvisorie (tra cui le tende, ormai diventate famose) a causa dell’inagibilità della struttura storica. Il Parco della Giustizia sorgerà nel quartiere Carrassi di Bari e l’opera costerà 450 milioni di euro, per cui sono in corso le gare. Nell’attesa, Tim ha consegnato all'amministrazione giudiziaria sette piani della "Torre 2" del nuovo Tribunale penale di via Dioguardi a Bari. «Dobbiamo ringraziare il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto e il Ministero per aver avuto attenzione rispetto alla questione edilizia giudiziaria», ha detto il capo della procura di Bari, Roberto Rossi. Si tratta di una sistemazione provvisoria, in attesa della costruzione dei nuovi spazi. A inizio aprile comincerà il trasloco degli uffici giudiziari sparsi in vari luoghi della città. Tribunale di reggio calabria Entro marzo sarà depositato il progetto del nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria. Lo ha confermato oggi il capo di gabinetto di via Arenula Alberto Rizzo: «Entro marzo verrà depositato il progetto da parte della commissione tecnica amministrativa presso il Consiglio dei ministri. Dopo di che, entro l'estate, verrà pubblicato il bando e contiamo di iniziare i lavori di ripristino dei lavori del palazzo entro la fine dell'anno». La struttura costerà circa 60 milioni di euro. Rebus nomine Il 23 marzo dovrebbe essere la data in cui verranno nominati i laci dei Consigli di presidenza del Consiglio di Stato, Corte dei conti e giustizia tributaria. La situazione è ancora in stallo, come già raccontato, FdI vuole tenere 9 laici su 12 per il centrodestra ( i posti sono 4 per ogni magistratura speciale). Il processo di Brescia sul caso Eni-Nigeria La Presidenza del Consiglio si è costituita come responsabile civile nella prima udienza del processo a Brescia a carico del procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm ora alla Procura Europea Sergio Spadaro. I magistrati sono imputati di rifiuto d’atti d’ufficio per non aver depositato prove a favore delle difese nel processo per la presunta maxi tangente pagata in Nigeria per l'acquisizione del giacimento petroliero Opl245. Il processo si è chiuso con l’assoluzione degli imputati.  Evento Area Dg Si è svolto il 16 marzo in Cassazione l’evento organizzato da Area Dg Cassazione, dal titolo “Le intercettazioni, attualità e riforme”. L’evento, che è stato trasmesso anche da radio radicale, ha visto la partecipazione per i saluti del primo presidente di Cassazione, Margherita Cassano, del vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli e del procuratore generale di Cassazione, Luigi Salvato. Dopo l’introduzione (che trovate qui) della presidente di Area, Egle Pilla, sono seguite le relazioni del professore emerito Giorgio Spangher; del consigliere di Cassazione, Vito di Nicola; del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo; dell’avvocato Bruno Di Giovanni per il Consiglio nazionale forense. All’evento ero presente anche io, con un intervento sulle intercettazioni, tra diritto all’informazione e diritto alla riservatezza. Molto apprezzata è stata la relazione di Giovanni Melillo, che ha approfondito il tema dell’evoluzione tecnologica delle captazioni. Al termine, al dibattito hanno preso parte i consiglieri del Csm, Antonello Ardituro, Marcello Basilico e Tullio Morello; l’ex pg di Cassazione Giovanni Salvi e il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia. Ha concluso il segretario di Area, Eugenio Albamonte. Anno giudiziario Cnf Lunedì 20 marzo alle ore 11, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si svolgerà la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2023 del Consiglio Nazionale Forense. La cerimonia si terrà presso l'Auditorium del Maxxi e si aprirà con la relazione della presidente del Cnf, Maria Masi. Seguiranno gli interventi del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, della prima presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano e del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. E’ possibile seguirlo in diretta streaming sul sito del Cnf. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.

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