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L’indispensabile samovàr è un personaggio letterarioI due nuovi beati: Gjon Gazulli (a sinistra) e Luigi Paliq (a destra) - . COMMENTA E CONDIVIDI Il martirio di due sacerdoti albanesi,VOL che così potranno essere inseriti nell’albo dei beati. E le virtù eroiche di un frate minore campano conosciuto da padre Pio, di una suora italiana fondatrice di un ordine religioso e di due spagnole, che così vengono proclamati venerabili in attesa di un miracolo attribuibile alla loro intercessione, necessario per poter salire all’onore degli altari. Durante l’udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione di questi sei decreti.Il primo dei due preti albanesi è Luigi (al secolo: Matteo) Palić, in albanese Paliq, frate minore, nato nel territorio dell’attuale Kosovo nel 1877 e ucciso in odio alla fede il 7 marzo 1913. Come viene spiegato nel sito del Dicastero dal 1912 padre Paliq fu collaboratore nella parrocchia di Peje, territorio che, a seguito della Prima guerra balcanica, venne occupato dai montenegrini, alleati dei serbi, «che avviarono una politica molto repressiva contro la popolazione albanese, pressando i cattolici e gli islamici per costringerli a conversioni forzate all’Ortodossia». Padre Paliq «difese gli abitanti locali, non solo i cattolici ma anche la popolazione di religione musulmana, esortandola a restare fedele al proprio credo». Il suo atteggiamento irritò le autorità montenegrine che disposero il suo arresto avvenuto a Peje il 4 marzo del 1913. Condotto in carcere, venne percosso e torturato e il 7 marzo, prima ancora di subire il processo, spogliato dell’abito religioso e ucciso dai soldati montenegrini.Il secondo prete albanese è don Gjon Gazulli, sacerdote diocesano, nato nel 1893 e ucciso in odio alla fede il 5 marzo 1927. Don Gazulli aveva istituito una scuola parrocchiale per l’insegnamento della religione cattolica. Per questo «venne tenuto sotto controllo dal governo per la presunta attività di ostacolo all’istruzione comune di musulmani e cristiani e divenne inviso alle autorità politiche perché sul piano morale e su quello religioso esercitava un forte ascendente sulla gente del luogo e sugli altri parroci». Anche se molti sacerdoti lasciarono l’Albania, «sottomessa al regime stabilito dal presidente della Repubblica Ahmet Zogu», don Gazulli restò tra la sua gente e venne arrestato il 28 dicembre 1926. Sottoposto a un «processo farsa», fu condannato sulla base di false accuse e venne impiccato in piazza a Scutari il 5 marzo 1927. Morì «perdonando i suoi uccisori e professando la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa».Le virtù eroiche riguardano padre Isaia Columbro (al secolo: Nicola Antonio Maria), sacerdote dei Frati Minori, nato nel 1908 a Foglianise (Benevento) e morto a Vitulano (Benevento) nel 2004. Ordinato sacerdote nel 1931 padre Columbro ricoprì vari incarichi risiedendo nei conventi della Madonna delle Grazie e in quello della Valle Vitulense, ma «il suo apostolato superò i confini di questi territori tanto da renderlo un punto di riferimento spirituale per molti fedeli provenienti da diversi luoghi della Campania». Padre Isaia conobbe personalmente San Pio da Pietrelcina e «ne seguì i consigli e gli esempi». Instancabile confessore fu vicino alla popolazione irpina colpita dal devastante terremoto del 1980 e proprio con la gente sfollata dell’Irpinia e del Sannio volle trascorrere il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio.Le altre virtù eroiche riguardano suor Costanza Zauli (al secolo: Palma Pasqua), religiosa delle Ancelle del Sacro Cuore e Fondatrice delle Ancelle Adoratrici del Santissimo Sacramento, nata nel 1886 a Faenza (RA) e morta a Bologna nel 1954. Entrata nella Congregazione delle “Ancelle del Sacro Cuore” di Bologna nel 1905, tre anni più tardi la nuova venerabile emise la professione col nome di suor Costanza. Nel 1916 iniziò per lei un lungo periodo di frequenti infermità che la portarono, a partire dal 1923, a restare allettata per molti anni. In questo periodo della sua vita «maturò il proposito di fondare una nuova comunità religiosa contemplativa, dedita all’adorazione continua del Santissimo Sacramento, col fine di pregare per la conversione del mondo, per le vocazioni sacerdotali e religiose e per l’unità della Chiesa». La nuova Congregazione delle Ancelle Adoratrici del Santissimo Sacramento venne eretta canonicamente nel 1935 e suor Costanza raccolse attorno a sé molte consorelle disposte a dedicarsi a quest’opera di adorazione costante e continua. Trascorse il resto della sua vita nel convento di Bologna.Infine oggi sono state riconosciute le virtù eroiche delle spagnole Ascensión Sacramento Sánchez Sánchez, dell’Istituto Secolare Cruzada Evangélica, morta a soli 35 anni nel 1946, e suor Vincenza Guilarte Alonso, della Congregazione delle Figlie di Gesù, nata nel 1879 e morta in Brasile nel 1960 dove era stata inviata nel 1911.
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