L'inizio della fine per l'inflazione? L'opinione degli espertiBonus psicologo 2023: come richiederlo, requisiti, scadenzaLa governance “a la carte” di Confindustria non piace alle imprese La governance “a la carte” di Confindustria non piace alle imprese
Le rassicurazioni della Presidente della BCE: "Siamo resilienti e solidi"La risolutezza del presidente del Consiglio Mario Draghi e della ministra della Giustizia Marta Cartabia,Capo Analista di BlackRock decisi a chiudere una volta per tutte la questione della riforma dopo mesi di paziente mediazione, ha prodotto due effetti opposti nella maggioranza di governo. I partiti, da Leu alla Lega, hanno festeggiato il sì unanime e lodato il metodo Cartabia. Mai si era sentita una tale condivisione: tutti hanno rivendicato il «successo». Ma i grillini fedeli all’ex premier Conte hanno già annunciato che arriveranno «col coltello tra i denti» e pronti a rivoluzionare il testo a colpi di emendamenti. Esattamente ciò che il voto in consiglio dei ministri doveva prevenire. Il giorno dopo un consiglio dei ministri tesissimo come quello che ha approvato gli emendamenti al ddl penale, è il momento del bilancio politico. La risolutezza del presidente del Consiglio Mario Draghi e della ministra della Giustizia Marta Cartabia, decisi a chiudere una volta per tutte la questione della riforma dopo mesi di paziente mediazione, ha prodotto due effetti opposti nella maggioranza di governo. I partiti, da Leu alla Lega, hanno festeggiato il sì unanime e lodato il metodo Cartabia. Mai si era sentita una tale condivisione: tutti hanno rivendicato il «successo», sottolineando il loro contributo determinante, soprattutto sulla modifica della prescrizione. «È la strada giusta», ha detto il vicepresidente dei senatori dem Franco Mirabelli, «e il contributo del Pd su giustizia riparativa e riti alternativi è stato determinante». Anche Matteo Renzi ha parlato di «passo avanti gigantesco» e Federico Conte di Leu ha sottolineato che gli emendamenti del governo «vanno nella direzione dei nostri già depositati, ora spetta al parlamento». Anche a destra il clima è più che positivo. Secondo la responsabile giustizia della Lega Giulia Bongiorno, «la riforma penale va nella direzione caldeggiata dalla Lega nel merito e nel metodo. La prescrizione prevista dalla riforma Bonafede, da me definita bomba atomica, è stata finalmente superata». Anche Forza Italia, che in consiglio dei ministri si era dimostrata scettica sull’inserimento dei reati contro la pubblica amministrazione tra quelli a prescrizione processuale “lunga”, per bocca di Antonio Tajani parla di «passo avanti importante» anche se allo stesso tempo auspica «qualche correzione in parlamento». La crisi dei Cinque stelle Tutt’altro clima, invece, si respira tra i Cinque stelle. Il consiglio di ieri ha ulteriormente sfilacciato il Movimento in piena crisi di nervi e senza un leader chiaro. Lo scontro è visibile nelle chat private ma soprattutto nei post sui social dei parlamentari. Le spaccature sono molteplici e una, inedita, è quella tra i gruppi parlamentari e i tre ministri che hanno votato sì a quella che per i grillini ormai non è più una riforma complessiva, ma solo l’archiviazione della prescrizione targata Alfonso Bonafede. A chiamare a raccolta i parlamentari è Alessandro Di Battista che parla di «bagno di sangue» e di «incapacità» dei ministri grillini di incidere. Gli fanno immediatamente eco l’ex ministro Bonafede, che ha parlato di «un Movimento che è stato drammaticamente uguale agli altri e ha oggettivamente annacquato una battaglia durata dieci anni, con ministri timorosi». A certificare la dimensione della rottura è arrivato anche Giuseppe Conte, che avrebbe prima tentato di convincere i ministri a non cedere sulla prescrizione e poi ha bocciato la riforma e da deludente mediazione ottenuta, parlando di «ritorno dell’anomalia italiana». L’ira dei contiani ha acceso quella dei parlamentari Cinque stelle, che si sarebbero sentiti scavalcati dai propri ministri: quello che è stato letto come un cambio di linea sulla giustizia, infatti, non sarebbe stato discusso con i gruppi, che l’avrebbero appreso dalle agenzie. Alla riunione del pre consiglio, infatti, la linea concordata anche con Bonafede sarebbe stata quella dell’astensione, poi cambiata in corso d’opera da parte dei ministri senza il via libera dei colleghi. Nel clima incandescente, tanto è bastato per far scoppiare le accuse incrociate e addirittura la voglia di uscire dal governo. Danilo Toninelli parla di «ritorno alla restaurazione» e invoca il voto degli iscritti, Giulia Sarti annuncia le barricate in parlamento contro la riforma e scrive che «non ci sono più le condizioni per stare al governo», l’ex sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi ha detto che lotterà «affinché queste riforme non diventino legge». I contiani A marcare ulteriormente la frattura ormai sempre più evidente tra i “contiani” e il fondatore Beppe Grillo è anche il retroscena, riferito dal Fatto Quotidiano, secondo cui sarebbe stato il fondatore in prima persona a convincere i ministri ad ammorbidire la posizione e concertare il sì. Fonti ministeriali smentiscono, ma la polemica è ormai avviata. E a poco è servito, se non ad attestare la rottura, l’intervento sul Blog delle stelle che ha provato a spiegare che il ddl penale avrebbe recepito le osservazioni grilline e sarebbe da considerare comunque una mezza vittoria. «Di fronte a una proposta iniziale che, di fatto, smantellava tutto quanto fatto in questi anni, abbiamo combattuto», si legge, «ma siamo riusciti a ottenere una serie di risultati» come la prescrizione che vige fino al primo grado e i tempi di prescrizione per «i reati dei potenti, quelli contro la collettività (vedi la corruzione) sono stati allungati». Troppo poco per sanare non solo quello che è stato vissuto come un tradimento dei ministri, ma anche per mettere davvero al riparo il ddl penale in parlamento. Il testo approderà in aula il 23 luglio e i grillini fedeli all’ex premier Conte hanno già annunciato che arriveranno «col coltello tra i denti» e pronti a rivoluzionare il testo a colpi di emendamenti. Esattamente ciò che il voto in consiglio dei ministri doveva prevenire, almeno nelle intenzioni di Draghi e di Cartabia. Intanto il M5s resta in balia dei propri dubbi: chi vincerà il braccio di ferro per la leadership? Ci sarà una scissione? Il Movimento o ciò che ne resta continuerà a sostenere Draghi o uscirà dal governo? © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
Stipendi nel 2024: fino a 200€ in più con la riforma fiscaleMitan Telematica ottiene il Bollino di Azienda Affidabile di Assium
Come mai l'inflazione continua a rallentare?
Reddito di Cittadinanza, dall'introduzione ad oggi: tutti i cambiamentiConfindustria: "Tra luci ed ombre economia meglio delle attese"
Alitalia, Ue sul prestito illegale: "L'Italia recuperi i 400 milioni"Nuovo contratto scuola firmato, le parole di Valditara: "Personale valorizzato"
Carta acquisti alimentari: a quanto ammonta e a chi spettaBonus psicologo 2023: come richiederlo, requisiti, scadenza
I contribuenti più fedeli al fisco: lo studio della CGIA di MestreDetrazione spese mediche 730: come fare, procedura, istruzioniFisco 2024, stretta anti-evasione dell'Agenzia delle Entrate: in arrivo 3 milioni di avvisi bonariMia al posto del reddito di cittadinanza, cosa cambia
IBL Banca innalza, per 1 anno, al 3,30 il tasso d'interesse lordo garantito dal conto corrente ControCorrente sulle somme sempre disponibili Notizie.it
La memoria di Arera: nel 2023 le bollette tornano a salire
Appalti, il Codice divide: si va verso la semplificazione o verso un incremento della corruzione?Openjobmetis: "Per cablare l'Italia servono 10 mila tecnici"Reddito di cittadinanza: in arrivo altri 32mila sms di stopIBL Banca: più interessi con i nuovi tassi fino al 4% e sulle somme libere sul conto corrente il 2.50%
Riforma del fisco: cosa cambierà per Irpef e Flat Tax nel 2023Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 35Il governo da il via libera al Ddl Concorrenza: ecco cosa prevedeSempre più America nel board della Pasele di Ginevra: annunciato ieri l’ingresso dello stratega politico americano Joseph Trippi