Auto investe i pedoni in Cina: 5 morti e 12 feritiCina, incidente stradale: 17 morti e 22 feritiNoma, chiude il ristorante più famoso del mondo
Metsola: "Sul caso Regeni l'UE non si fermerà fino alla verità"L’annuncio di un nuovo obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni per il 2040 è previsto per il prossimo anno e potrebbe creare il necessario quadro abilitante per l’industria ed gli investimenti. Rendersi più indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili,investimenti ridurre il più possibile il rischio di nuove dipendenze (come quelle sulle terre rare e i semiconduttori) e garantire prezzi bassi dell’elettricità per l’industria. Lo vuole l’Unione europea, come lo vuole l’Italia. Ma i cicli di investimento durano 10-15 anni e gli attuali obiettivi climatici ai quali sono inevitabilmente allineati quelli di ammodernamento industriale, 2030 e 2050, rischiano di perdere di rilevanza: quelli al 2030 perché ormai, al netto di alcuni possibili passi indietro, la strada maestra è tracciata, quelli al 2050 perché, per l’appunto, ancora troppo lontani se non resi salienti da un percorso credibile fatto di tappe intermedie. L’annuncio di un nuovo obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni per il 2040 è previsto per il prossimo anno e potrebbe creare il necessario quadro abilitante per l’industria ed gli investimenti. La Commissione europea ha pubblicato una serie di strategie industriali nel passato – ne è stato responsabile Antonio Tajani per un periodo – ma i 27 capi stati non sono mai riusciti di adottare una visione comune, neanche in risposta all’Inflation Reduction Act americano. C’è da sperare che l’obiettivo per il 2040 venga chiarito il prima possibile perché l’industria ha bisogno di prevedibilità per promuovere l’innovazione. Il Green Deal Nell’attuazione del Green Deal europeo, molte aziende hanno investito nella circolarità o nell’uso dell’idrogeno verde senza una chiara previsione della domanda per i loro prodotti. Standard, quote e nuovi incentivi finanziari per i materiali riciclati e verdi (come l’acciaio) possono creare mercati in crescita e premiare i primi arrivati. Ma su quali scelte strategiche dipendono una reindustrializzazione e transizione energetica di successo? Il nuovo rapporto “Choices for a more strategic Europe” di Strategic Perspectives, think tank con base a Bruxelles, ha provato a rispondere a questa domanda prendendo come riferimento una riduzione delle emissioni nette del 90 per cento. Considerando le recenti evoluzioni politiche in Europa e il concreto rischio che il prossimo Parlamento europeo abbia posizioni diverse da quello attuale sulla transizione, una riduzione del 90 per cento delle emissioni al 2040 può suonare molto ambiziosa. Vista la ferocia dell’attuale ondata di caldo estremo è rassicurante che l’obiettivo sia fattibile quanto necessario. Non scordiamoci che il disallineamento con gli obiettivi di Parigi significherebbe andare incontro a eventi climatici estremi ancora più intensi e frequenti. Sulla competitività, rappresenta anche un’opportunità epocale per non soccombere alla concorrenza di Cina (la cui capacità di energia solare è già maggiore di quella di tutto il resto del mondo sommato insieme) e Stati Uniti (che sulle tecnologie pulite stanno impostando il proprio futuro con investimenti pari a 400 miliardi di dollari). Secondo il rapporto, le moltiplici sfide che l’Ue deve affrontare si articolano attorno a tre scelte principali: 1) aumentare l’elettrificazione in tutti i settori, sulla base del raggiungimento di un sistema energetico a zero emissioni entro il 2037, 2) sposare la circolarità per rendere l’industria europea più competitiva in un mondo di risorse limitate, prezzi energetici volatili e catene di approvvigionamento inaffidabili, 3) investire nella produzione di tecnologie a zero emissioni per garantire che l’Ue guidi la corsa globale e crei posti di lavoro nelle regioni che affrontano molteplici transizioni simultanee da industrie tradizionali come acciaio e automobili – come Piemonte, Puglia e Sardegna. È il momento per i leader di avviare un solido dibattito politico su come affrontare queste scelte e plasmare il futuro dell’industria europea. Linda Kalcher è Direttrice esecutiva di Strategic Perspectives © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLinda Kalcher
Terribile tornado devasta Georgia e Alabama: morte 9 persone, tra cui un bambinoAustralia, scontro tra due elicotteri in volo: 4 morti
Lavrov minaccia l'Occidente: "Guerra quasi reale"
Aggressione a Parigi, diverse persone accoltellate a Gare du Nord: fermato un uomoSparatoria in Florida, morti e feriti durante le riprese del videoclip del rapper French Montana
Gli asportano il pene per sbaglio e ottiene un risarcimento minimoLancia un ramo al suo cane e questo gli riporta indietro un sex toy
Nato bimbo gigante in Brasile, parto recordMamma esclusa dalla recita di Natale del figlio: ha troppi tatuaggi
Frana investe un campeggio in Malesia: decine di morti e dispersiL'attore Jeremy Renner è grave dopo un incidente mentre spazzava la neveMaltempo in California: colpita Montecito, la zona dei vipWeinstein "colpevole ma non troppo": riconosciuti 3 capi di accusa
Corpo mummificato da 3 anni ritrovato in un appartamento della Francia
Italo-Brasiliano trovato morto carbonizzato a San Paolo: indagini in corso
Secondo fermo per Greta Thunberg durante le proteste in Germania: l’attivista portata via di pesoAgenti attaccati con machete a Times Square a CapodannoMike Tyson: nuova accusa di stuproTensione nei cieli e manovra pericolosa di un caccia cinese su un jet Usa
Attacco dell'Isis ad una chiesa belga in Congo: 17 mortiCadavere trovato in spiaggia a Capo Verde: è un italiano di 68 anniCovid Cina, esperta Oms spiega il boom dei contagi. Crisanti: “C’è una mancanza di informazioni”Si danno appuntamento sui social e accoltellano un senzatetto: arrestate adolescenti a Toronto