Guerra a Gaza. Di genocidio dei gazawi, di sesso degli angeli e di follia degli umani - Tiscali NotizieGaming d’antan. La passione per il gioco non dev’essere sempre un azzardo - Tiscali NotizieCome stanno le newsletter in Italia, tra boom e affaticamento
Troppi porti, vecchi porti. Senza strategia, l’economia dimenticata dell’Italia circondata dal mare - Tiscali NotizieProteste in tutto il mondo per la scena "blasfema" durante la cerimonia inaugurale:qui la protesta all’ambasciata francese a Londra - Epa/Robert Ghement COMMENTA E CONDIVIDI La parodia dell’Ultima cena messa in scena durante la cerimonia di apertura dei Giochi è un episodio su cui vale la pena riflettere. Un episodio che si iscrive in una serie di fatti anche drammatici (come la tragedia di “Charlie Hebdo”) che utilizzano le occasioni pubbliche come palcoscenico per ribadire i valori di una cultura “progressista” attraverso la denigrazione di quella che viene presentata come una cultura oscurantista e obsoleta. E che a volte reagisce con efferatezza moltiplicata. L’episodio dei Giochi ,VOL già in sé discutibile, diventa preoccupante se collocato nel quadro della situazione internazionale di questo momento, dove da una parte la Russia è impegnata in una guerra che è stata definita metafisica e non solo fisica contro i valori di un Occidente nichilista che vuole colonizzare dal punto di vista culturale il resto del mondo; e dall’altra parte una situazione come quella di Israele e Palestina, dove la religione viene usata come strumento politico di sopraffazione dell’altro.L’Ultima cena è una scena fondativa della vicenda cristiana: Gesù spezza per l’ultima volta il pane con i suoi, sapendo che sarà tradito e che andrà a morire. E lo fa consapevolmente , per interrompere la spirale della violenza, di quello spirito di vendetta che sempre giustifica le azioni più efferate e disumane (come la storia, anche contemporanea, tristemente ci insegna). Lo stesso Nietzsche - non certo accusabile di bigotteria - riconosce che con questa mossa controintuitiva e opposta alla logica ristretta del do ut des, Gesù interrompe la catena della violenza attraverso il sacrificio di sé, rispondendo alla violenza con la mitezza libera da risentimento. La parodia francese ribalta questo significato di sacrificio per la pace, affermando la propria libertà di espressione “a prescindere’” Cosa che sempre produce violenza. Per di più, nel clima contemporaneo che si presenta segnato da conflitti sempre più drammatici nel nome dello scontro di civiltà, dissacrare l’iconografia (cattolica in questo caso, ma lo stesso vale per tutte le confessioni) si pone come un atto particolarmente irresponsabile. Colpisce poi il fatto che la Francia impregnata, dalla Rivoluzione francese in avanti, di una cultura profondamente laicista, da una parte vieta di indossare simboli religiosi nello spazio pubblico (imposizione che, fatta nel nome della libertà, risulta quantomeno paradossale); dall’altra non si fa problema nel denigrare i simboli religiosi pubblicamente.Si tratta di una libertà a senso unico, che quando si riduce alla ridicolizzazione del punto di vista dell’altro assume i connotati di una violenza simbolica preoccupante. In fondo ogni forma di colonizzazione culturale parte proprio dalla ridicolizzazione prima e dal disprezzo poi della cultura altra che vuole dominare. Questo è un momento delicato dal punto di vista geopolitico, dal punto di vista degli equilibri nuovi che è necessario riuscire a definire in un mondo in cui l’Occidente non può più pretendere una egemonia assoluta e indiscussa. Equilibri che si possono faticosamente sperare di raggiungere soltanto attraverso un dialogo. E il dialogo, come l’etimologia insegna, è una parola che aiuta a ricomporre una distanza, una frattura che apparentemente è insanabile. Per ricomporre questa frattura è necessaria la mossa preliminare dell’ascolto dell’altro e del rispetto, anche quando non si è d’accordo. Nessuna forma di derisione, di parodia, di dissacrazione può facilitare il dialogo, anzi. Non ci può essere dialogo tra disprezzanti e disprezzati, ma solo guerra per la cancellazione della parte avversa. A margine si può poi anche sottolineare come il tecno-capitalismo, che si presenta come una vera e propria religione, con i suoi sacerdoti, le sue liturgie, i suoi dogmi e precetti, i suoi riti collettivi, la sua violenza simbolica che non ammette alternativa, non sia oggetto di alcuna satira, in questo o in altri contesti pubblici. Senza la fraternità la libertà diventa volontà di potenza e l’uguaglianza equivalenza indifferente alla unicità di ciascuno. Non basta pensare di avere ragione (sempre che sia questo il caso). Calpestare ciò in cui crede l’altro (magari per un senso di rivalsa rispetto a soprusi subiti) uccide la fraternità e lascia campo libero alla guerra. Lo stesso Nietzsche scriveva, in Così parló Zarathustra: «Che l’uomo sia liberato dalla vendetta - questo è per me il ponte verso la speranza suprema e un arcobaleno dopo lunghe tempeste». Lo spirito dell’ultima cena, più che da denigrare, sarebbe in questo momento da prendere molto sul serio.
Parlamento: si profila nuova battaglia per l'aumento degli stipendi dei parlamentariSocietà anonime, franchising e scommesse: così il Sudamerica sta svendendo il fútbol
7/ Visti da vicino. Dario Fo a Cesenatico, le scappatelle a Milano e le compagnie scavalcamontagne - Tiscali Notizie
“Sotto l’acqua”: borghi affondati, borghi salvati. Se il prezzo dell’energia sommerge la storia “minuscola” - Tiscali NotizieTesto di "Un ragazzo, una ragazza", canzone dei The Kolors a Sanremo
Il tuo nuovo romanzo andrà a ruba a CracoviaLa problematica situazione delle carceri italiane
Il testo di Il cielo non vuole, canzone di Fred De Palma a SanremoPd, Piero Fassino mostra cedolino in aula: polemica alla Camera
La grammatica di Michela Murgia. “Dare la vita” è una rivoluzione queerGiorno della memoria, le persecuzioni di Rom e Sinti sono un dramma avvolto nel silenzioStipendio parlamentari, Piero Fassino torna a parlare: "Non volevo lamentarmi dell'indennità"Sanremo 2024, per i giornalisti vinceranno Loredana Bertè o Angelina Mango.
Testo di Casa Mia canzone di Ghali a Sanremo
Reddito di cittadinanza, l’opposizione contro il Governo
“Palazzina Laf” di Michele Riondino. L’Ilva, la città e «l’opera necessaria» sul lager di Taranto - Tiscali NotizieIl multiverso di Lionel Messi, come la Pulce poteva essere GallinaNoi, telespettatori “crumiri” del festival di Sanremo. Ciao ciao Rai, meglio la tv che fa cultura - Tiscali NotizieFestival di Sanremo, e se Mr.Rain passasse il testimone ad Alfa?
Il licenzioso Prévert e i dilemmi del traduttore, tra calembours e rima baciata di “lazzi”… - Tiscali NotizieBasket, il grande sonno dei Golden State Warriors, una dinastia avviata al declinoLa grammatica di Michela Murgia. “Dare la vita” è una rivoluzione queerAtmosfere anni Cinquanta. Quando a Radio Rai le poesie le leggeva Ungaretti - Tiscali Notizie