«Tra tre anni in Svizzera la prima carne coltivata in laboratorio»«Da trentasette anni cucino per il Circo Knie»L'incredibile fuga di Carles Puigdemont, di nuovo - Il Post
Anche la Federazione dei contribuenti di Zurigo contro l'EurovisionLe attività nella scuola di Neve Shalom Wahat-al-Salam - Neve Shalom Wahat-al-Salam COMMENTA E CONDIVIDI A volte il sogno diventa realtà,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock la speranza profezia. È successo, e continua a succedere, a Neve Shalom Wahat al-Salam, una sana follia capace di tenere insieme, abitanti della stessa terra, israeliani e palestinesi. A dispetto delle continue provocazioni politico-militari, malgrado l’ultima devastante crisi nata dall’attacco terroristico di Hamas cui è seguita la terribile risposta dello Stato ebraico. Non che l’orrore, la preoccupazione e la paura manchino, tutt’altro. Semplicemente gli abitanti del villaggio, posto tra Gerusalemme e Tel Aviv, credono che non esista alternativa al dialogo, che sia pace la parola finale da scrivere sui libri di storia che raccontano la regione. Attualmente in questa realtà nata nel 1972 dal coraggio e dalla passione di padre Bruno Hussar, vivono circa 300 persone distribuite in 80 famiglie, metà palestinesi e metà israeliane, che condividono ogni decisione e scelta del vivere comune.La scuola della paceUn programma tutt’altro che facile, da alimentare giorno per giorno. Per questo è nata la scuola della pace che guardando oltre i confini del villaggio si propone di formare alla cultura dell’incontro uomini e donne a partire dal loro vissuto, confidando poi che gli ex allievi, e succede spesso, siano motori del possibile cambiamento. È la famiglia, comunque, l’autentico cuore di quest’oasi, con un ruolo decisivo giocato dalle donne. Passa da loro molto del futuro della convivenza, della logica follia che alimenta una realtà unica nel suo genere. Una verità che vale in ogni campo, in particolare sul terreno educativo. Tra le perle di Neve Shalom Wahat al-Salam c’è infatti la scuola primaria dove sin da piccoli i bambini studiano allo stesso tempo in arabo e in ebraico imparando a conoscere e apprezzare le culture gli uni degli altri. Un piccolo seme di convivenza nuova che ha prodotto “repliche” in varie zone di Israele, Paese che invece prevede itinerari scolastici separati su base nazionale e religiosa.Il progetto“Ricostruire la fiducia”In questo ambito, ed è la campagna che Avvenire intende sostenere e a cui vi propone di contribuire, è nato il progetto, rivolto proprio alle madri, “Ricostruire la fiducia”, dopo l’attacco di Hamas e la reazione israeliana. Si tratta di affrontare le paure e le incomprensioni che gli ultimi terribili mesi hanno prodotto, rinnovando il processo di comprensione dell’altro, facendo emergere il buono che c’è anche in chi si potrebbe percepire come nemico. Non bisogna dimenticare, infatti, che circa i tre quarti dei bambini iscritti alla scuola primaria provengono da 19 diverse comunità: arabe, ebraiche, miste. Ecco allora il compito fondamentale delle madri da inserire sempre di più nel programma educativo, chiedendo loro di promuovere eventi, soprattutto sostenendo la loro capacità di alimentare la consapevolezza che anche all’ombra della guerra, il rispetto dell’altro è possibile.Incontri di dialogoLe attività previste dal progetto comprendono incontri di dialogo e discussione “facilitati” dal personale della Scuola per la pace e dagli insegnanti della scuola primaria, colloqui con psicologi e altri professionisti di salute mentale, visite al villaggio, attività binazionali per famiglie, maggiore coinvolgimento nelle attività scolastiche, lezioni comprese. Come a dire che la pace certo può crescere in un’aula scolastica ma per nascere e farsi largo ha sempre bisogno di un cuore di madre.Come partecipareI lettori di Avvenire potranno incoraggiare il progetto “Ricostruire la speranza”, sostenendo le attività della scuola elementare bilingue e binazionale di Neve Shalom Wahat al-Salam anche con un piccolo contributo ad Avvenire - La voce di chi non ha voce Banco Bpm Iban IT05Y0503401 741000000012201, causale Donne per la pace. Per le donazioni non è possibile fruire della detrazione in sede di dichiarazione dei redditi.Si ringrazia l’Associazione italiana Amici di Neve Shalom Wahat al-Salam (www.oasidipace.org), che condivide gli ideali del Villaggio e ne sostiene i progetti.
Il Kunsthaus di Zurigo è sovraindebitato per 4,5 milioni di franchiVerstappen vince anche il GP di Barcellona
C'è un'app che può prevedere i voli in ritardo | Wired Italia
Dl carceri è legge, ma divampa la polemica. Nordio pronto a salire al Quirinale – Il TempoFuturama, intervista allo showrunner David X. Cohen | Wired Italia
Il box office cinematografico svizzero: ecco i numeri della stagioneMichela Murgia, i migliori libri da leggere quest'estate | Wired Italia
Montagna, come il riscaldamento globale rende necessario un cambiamento nel modo di viverla | Wired ItaliaL'ex presidente della Liguria Giovanni Toti verrà processato con giudizio immediato: il dibattimento inizierà il prossimo 5 novembre - Il Post
La nuotatrice Ginevra Taddeucci ha vinto la medaglia di bronzo nella 10 chilometri in acque libere, nella Senna - Il PostParigi 2024, Tamberi rischia di saltare le Olimpiadi? Cosa sono e come si curano i calcoli renali – Il TempoLe prime pagine di oggi - Il PostGiorgia Meloni e i giornalisti non vanno molto d'accordo - Il Post
La campagna elettorale di Donald Trump sta facendo di tutto per distanziarsi dal Project 2025 - Il Post
Le prime pagine di oggi - Il Post
Meta dovrà decuplicare gli sforzi per addestrare Llama 4 | Wired ItaliaTaylor Swift ha ammaliato il pubblico di Zurigo«La Svizzera può influenzare dal 2% al 3% del riscaldamento globale»Anche il 2024 sarà un anno eccezionale per le banche italiane - Il Post
Intelligenza artificiale, come impedire a X di usare i vostri post per addestrare Grok | Wired ItaliaBending Spoons ha rilevato WeTransfer | Wired ItaliaA che punto siamo con il ban di TikTok negli Stati Uniti | Wired ItaliaVenerdì 9 agosto ci sarà uno sciopero di due ore dei balneari - Il Post