Agenti di Polizia strappano fil di ferro dalla bocca di un uomo: si era cucito le labbra per protestaUccide sua madre a colpi di forbice e prova a darle fuoco24enne muore dopo un anno di coma: era stata vittima di un incidente stradale
Scarcerata la donna che aveva accoltellato l'uomo che l'aveva messa incintaLa squadra di calcio è nelle posizioni di classifiche buone per una partecipazione alle prossime coppe internazionali. La Virtus è nell’élite dell’Eurolega. Anche lo sport riprende dunque a giocare un ruolo fondamentale nella metamorfosi degli ultimi trent’anni: arte,MACD cultura, musica, cinema, turismoLuca Carboni, poeta visionario dal fisico bestiale, una volta ha detto che «Bologna non è enorme, ma sono sempre i posti più piccoli ad avere il karma più grande». È una legge di compensazione. E coinvolge tutto: la politica, la cultura, l’amore. Anche lo sport.Con il karma doveva essere in debito il Bfc, cioè il Bologna Football Club, la squadra che sta mettendo in discussione le prevedibili aspettative del campionato di Serie A. Sembra di essere tornati indietro di trent’anni, quando il Bologna in Europa ci andava. Nella città dei compromessi, delle coop e della chiesa, lo sport ha sempre giocato un ruolo preciso: quello di tenere uniti gli opposti. Accade ovunque, stadi e palazzetti sono templi laici della modernità, ma a Bologna un po' di più. Dopo la vittoria sul Torino, il vento dell’Europa è tornato a soffiare sulle due torri. Wind of Champions. O almeno: brezza da Europa League.Nonostante il quinto posto e una settimana da sogno, a Casteldebole nessuno lo dice. Né la dirigenza né Thiago Motta, l’allenatore-artifex di questa nuova età bolognese. Lui, al massimo, come un mantra ripete: «Penso solo alla prossima partita, è la più importante». Ma per Bologna l’aria che soffiava dal continente sta tornando. Attraversare lo spazio degli ultimi trent’anni è come fare un giro nelle contraddizioni. Riccardo Brizzi, storico e docente all’Alma Mater, spiega che «storicamente a Bologna sono state associate varie etichette: la dotta, la grassa, la rossa. Sono un po’ sbiadite nel corso del tempo». Da sempre roccaforte del comunismo, nel 1999, per la prima volta in cinquant'anni, a Palazzo d’Accursio salì il primo sindaco di centrodestra Giorgio Guazzaloca. Alcuni la definirono «caduta del muro di Bologna».Di rosso sbiadito si è poi parlato nel 2022 quando, nei comuni attorno alla città, il centrodestra ha avuto più voti del centrosinistra. Bologna era stata laboratorio politico di matrice accademica con l’Ulivo di Romano Prodi. Trent’anni dopo lo è stata di nuovo: prima con le Sardine, poi con il Pd e la partita per la leadership tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein.Bologna si era proposta capitale della Food Valley, ma le difficoltà di Fico, che doveva essere il polo alimentare più cool d’Italia, hanno frenato le pretese. Dotta sì, ma la riscoperta è faccenda degli ultimi quindici anni.Se l’ateneo continua a caratterizzare la città con i suoi 93.000 studenti, la fotografia recente mostra Bologna meno studentesca e più turistica. C’è una data spartiacque: ottobre 2008. Ryanair portò all’aeroporto Marconi 6 tratte. Dieci anni dopo le destinazioni della compagnia irlandese erano già salite a 41. Poi l’Alta Velocità con il primo freccia Mi-Bo. L’effetto sul turismo è stato incredibile. IdeeLa vita spericolata del Bocia, il più cattivo degli ultràGigi RivascrittoreIl nuovo volto turisticoBologna Welcome ha calcolato che nel 2022 i visitatori in città hanno raggiunto quota 2.068.848 e i pernottamenti sono stati 4.591.313. Più che nel periodo pre Covid. Le trasformazioni, spiega Brizzi, sono tre. La prima ha «effetti sul tessuto residenziale ed è dettata da piattaforme come Airbnb, che allontanano i residenti dal centro e snaturano l’identità». Poi c’è «un elemento di rottura: le difficoltà crescenti degli studenti di trovare alloggi, così che a volte restano a distanza o fanno pendolarismi eccessivi».Infine c’è «un impoverimento del tessuto commerciale tradizionale e un’omogenizzazione turistica». In pratica: taglieri, taglieri ovunque. Tant’è che qualcuno ha ribattezzato l’area del centro “Taglieristan”. Eppure, aggiunge Brizzi, «non tutto è negativo». Negli ultimi anni l’interesse storico per i musei e per la cultura in generale è tornato a crescere. La mostra del 2014 a Palazzo Fava dell’opera di Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla, è stata la più frequentata a livello nazionale. Gli anni sono passati, nel frattempo la storia si è fatta memoria, e per molti è diventata nostalgia. La Bologna del Jack Frusciante di Enrico Brizzi, manifesto giovanile che usciva nel 1994, si è poi evoluta nella Vespa e nei colli bolognesi di Cesare Cremonini (Squérez?, album del 1999) e poi ancora nei cicchetti a pochi euro da Ken.Il laboratorio musicale che ha saputo sfornare la qualunque – da Carboni a Bersani, a Vasco, ai Pooh, a Mingardi, agli Skiantos – ha perso uno dei suoi simboli nel 2012: Lucio Dalla, e niente è stato più come prima. C’erano i fumetti (da Bonvi a Pazienza), lo sperimentalismo. Ma la cultura, in qualche modo, «si è normalizzata», spiega Claudio Marra, filosofo, teorico, studioso e per anni docente di fotografia al Dams. Eh già, il Dams. Nato qui, sotto i portici. Luogo del meraviglioso per chi lo ha frequentato, meno per chi lo ha solo giudicato.«Eravamo gli unici che offrivamo questo prodotto. È stato così fino agli anni Novanta. Una situazione che ci ha favorito come polo di attrazione culturale per chi voleva studiare queste materie. E poi c’era una sinergia stupenda tra università e città. Oggi questa centralità si è un po’ persa». Però c’è la Cineteca.Gian Luca Farinelli è un uomo solo al comando, con i meriti di far scintillare Bologna con le star e i registi del grande cinema internazionale e il restauro di capolavori. Wes Anderson, venuto in città per inaugurare il cinema Modernissimo, ha detto che «la Cineteca di Bologna per me è come il Louvre e come il Prado».Parla coi muriNessun’altra città parla come Bologna. E quando non lo fanno le istituzioni, con i gesti e le iniziative, a farlo sono i giovani. Sui muri. L’agosto scorso sono stati stanziati 2 milioni di euro dal comune per eliminare graffiti e scritte. Ma far tacere questo spazio è impossibile.D’altra parte, lo spazio per chi ha meno diritti Bologna lo ha sempre trovato. Nel 2016 si è celebrata qui la prima unione civile. E poi le innovazioni: a gennaio Bologna rallenta, diventa Città 30 grazie al sindaco Matteo Lepore.Intanto la Garisenda, uno dei simboli cittadini, pende sempre di più, le oscillazioni anomale hanno fatto scattare l’allarme. La paura è che crolli. Immaginare Bologna senza una delle torri è un incubo. In mezzo a queste metamorfosi, a questi cambiamenti, lo sport ha giocato un ruolo non secondario.Ha vissuto glorie e splendori, trovando il modo di conciliare gli opposti. Tutto è stato possibile, a Bologna. Persino che un uomo nato a due passi dalla città divenisse il simbolo dello sci italiano e il primo personaggio globale di uno sport tradizionalmente riservato ai montanari: Alberto Tomba. FattiLe sgasate del pensieroso Pecco Bagnaia. Un anti Valentino come erede di ValentinoGIORGIO BURREDDUBasket CityBologna, che è stata (e in qualche modo tornata) Basket City, con la Virtus e la Fortitudo regine della pallacanestro italiana negli anni Novanta. La Virtus di Massimo Zanetti è tornata a vincere in Italia, e adesso va alla grande pure in Eurolega. Bologna la rossa, che ha sempre avuto un trasporto inspiegabile per le passioni americane: non solo il basket, anche il football, l’ultimate frisbee, il baseball, il jazz. Bologna che metteva a nuovo i campioni un po’ acciaccati: Roberto Baggio, Beppe Signori, Marco Di Vaio. Nel 2014 una delle prime gestioni straniere della Serie A è nata qui, nel solito laboratorio.Joey Saputo, imprenditore italo-canadese, è diventato azionista di maggioranza, poi proprietario. Negli ultimi 10 anni ha investito più di 200 milioni. Ma ci è voluto un po’ per assestare le cose. E, guarda caso, adesso che ha finalmente deciso di trasferirsi qui per un anno, dal Canada, la squadra va alla grande. Altro che sogno americano, questo parla bolognese. CulturaCi vuole coraggio per rinascere. La nuova vita di Marquez alla DucatiGIORGIO BURREDDU© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiorgio BurredduGiornalista e autore. Cresciuto a Bergamo, diventato adulto a Roma, laureato al Dams di Bologna. Ha scritto una decina di libri, l’ultimo per Rizzoli.
Donna trovata morta in casa: accanto a lei la figlia di 8 mesiSciopero autostrade: aree di servizio annunciano 72 ore di stop
Stop al funerale di Caterina, nata dopo che la madre aveva avuto un infarto: disposta l'autopsia
Saman, il suo cellulare sarà analizzato da un perito della ProcuraDue interventi per tumore al seno ma lei diventa mamma a 39 anni
Passanti trovano un cadavere che galleggia in acqua: 69enne caduto in biciMilano, oggi l'inaugurazione della metro blu M4: il programma
Torre Annunziata, uomo di 63 anni trovato morto nel bagno di un bar: si ipotizza un maloreInfluenza australiana: crescono gli accessi al pronto soccorso
Mafia foggiana, in 45 andranno a processo per "Omnia Nostra"Donna investita da un ciclista: è in comaChi è Silvia Ravasco, la donna precipitata dal parcheggio del centro commercialeFrana di Ischia: a Casamicciola una casa su due è abusiva
Incidente sul raccordo anulare: morto un uomo
L'incubo temporali sulla frana di Ischia, si corre contro il tempo
Scende dal furgone ma viene scaraventato sull'altra corsia e uccisoScontro tra auto a Ladispoli: 6 feritiRapporto Censis sulla sicurezza: in 10 anni meno reati, ma aumentano le denunce per violenza sessualePrevisioni meteo, la tendenza di fine novembre: pioggia e freddo sull'Italia
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 675Tentativo di stupro in auto, donna salvata dalla poliziaCerca di accoltellare la moglie: la figlia lo prende alle spalle e salva la madreMaxi rissa dopo le rivelazioni su presunte molestie: c'è anche un bambino di 9 anni