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Netflix si appoggerà a Microsoft per un’offerta di abbonamento con la pubblicitàIl sottosegretario alla Giustizia,Professore Campanella Andrea Delmastro, ha fatto sapere che sono in atto monitoraggi, all’interno delle ispezioni ordinarie nelle procure di di Avellino, Brescia, Cagliari, Catanzaro, Ferrara, Frosinone, Latina, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pauania, Torino e Vercelli. I monitoraggi riguardano il rispetto delle regole sul fatto che solo il procuratore capo possa parlare coi giornalisti, con conferenze o comunicati stampa, attenendosi al principio di presunzione di non colpevolezzaIl monitoraggio era previsto ed è stato annunciato oggi, martedì 16 gennaio, dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, durante un’interrogazione alla Camera: l'ispettorato generale del ministero della Giustizia ha attivato il controllo su 13 procure della Repubblica per quanto riguarda le loro modalità di comunicazione sui procedimenti penali in corso: Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina, Torino.La ragione del monitoraggio riguarda l’applicazione corretta delle norme approvate durante il governo Draghi come applicazione della direttiva europea sulla presunzione di innocenza e frutto di una proposta del deputato di Azione, Enrico Costa, che ha promosso l’interrogazione di oggi. FattiNo alla censura. L’emendamento Costa è un attacco alla libertà di informazioneA settembre già il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva detto che sono iniziate tre azioni disciplinari a seguito del monitoraggio su queste norme, tre su esercizio della procura generale della Cassazione e una dell’Ispettorato.Le previsioni, che si applicano solo nei confronti delle procure ed erano state accolte con scetticismo dalle toghe, prevedono che solo il procuratore capo possa interloquire con la stampa, tramite conferenze stampa o comunicati stampa; che la comunicazione rispetti sempre il principio di presunzione di non colpevolezza degli indagati e che le procure non assegnino più “nomi d’arte” per le indagini, da cui traspaia un pregiudizio di colpevolezza. Nel caso in cui si violino queste norme, le toghe sono passibili di procedimento disciplinare davanti al Csm. GiustiziaLa magistratura contro i limiti alle conferenze stampaGiulia MerloLe ispezioniPer rendere efficaci le norme, Delmastro ha spiegato che il governo ha «emanato direttive riguardo all'effettuazione, da parte dell'ispettorato generale del ministero del monitoraggio degli atti motivati dei Procuratori della Repubblica in ordine alla sussistenza dell'interesse pubblico che giustifica l'autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti».Quindi, a partire da ispezioni ordinarie eseguite nel turno di settembre 2023, il ministero ha attivato il monitoraggio rispetto a 13 procure.In altri termini, il monitoraggio sul rispetto delle norme sulla presunzione di innocenza si è innestato in un controllo che il ministero già stava effettuando in 13 procure. GiustiziaLe nuove regole limitano il diritto all’informazione e non tutelano gli indagatiLa presunzione di innocenzaDelmastro ha spiegato anche che il governo intende «garantire la presunzione d'innocenza, evitare la spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia» e ha parlato della «necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni», ricordando anche la norma appena approvata alla Camera che prevede la non pubblicabilità integrale o per estratto delle ordinanze di custodia cautelare e il contenuto del ddl Nordio ora in commissione Giustizia al Senato, che prevede un rafforzamento della privacy del terzo non indagato ma registrato perchè parlava con un indagato. Anche se, ha aggiunto Delmastro, «il diritto di difesa deve essere però contemperato con il diritto ad essere informati». ItaliaI giornalisti protestano davanti al tribunale: la presunzione di innocenza non sia un bavaglio© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia MerloMi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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