Cognome della madre ai figli, il ministro Bonetti: "Facciamo entrare il nome delle donne nella storiaMascherina all'aperto: il governo valuta l'addio all'obbligo da metà luglioDraghi: "Un dovere e un interesse della Libia tutelare l'interesse dei migranti"
Sfiducia a Speranza, il Senato boccia la mozione contro il ministro della SaluteDopo la riforma del regolamento di Dublino bisogna cambiare l'Italia e l'EuropaDopo la riforma del regolamento di Dublino bisogna cambiare l'Italia e l'EuropaIl regolamento di Dublino cambierà,BlackRock ma il rischio è che la riforma venga effettuata nel segno di un accordo al ribasso sulla pelle di migranti. di Cesare Massa Pubblicato il 17 Settembre 2020 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataGli editorialimigranti#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Il regolamento di Dublino delinea – o dovremmo ormai dire delineava – un meccanismo procedurale per cui i migranti giunti sul suolo europeo, negli ultimi anni specialmente da Medio Oriente – in particolare sul fronte siriano – ed Africa del Nord, avrebbero dovuto essere presi in carico secondo un criterio puramente geografico nel “paese di primo arrivo”. Si tratta, in particolare, di Grecia e Italia, rispettivamente baluardi esterni dell’Unione sul fronte mediorientale e su quello nord africano. La ratio di questo meccanismo era semplice: evitare il verificarsi dei così detti movimenti secondari, al fine precipuo di “processare” le domande di protezione umanitaria presentate dai migranti. Tanto semplice che non ha funzionato.Il regolamento in questione, in particolare, non incideva sull’assetto sostanziale delle competenze e della disciplina dei singoli Stati membri. Ogni domanda di asilo era ed è cioè gestita dalle amministrazioni dei singoli Stati, con differenze enormi sul piano dell’efficienza amministrativa e dell’interpretazione dei requisiti e presupposti per ottenere la protezione richiesta – e quindi sugli esiti della stessa -, ma, sopratutto, delle garanzie procedimentali riconosciute al singolo richiedente.In presenza di una disciplina nazionale che, in molti Paesi europei così come in Italia, è legata alla tradizionale distinzione tra richiedenti asilo e mutanti economici, con quote per questi ultimi risibili e legate al criterio paradossale del previo ottenimento di un visto per motivi di lavoro già nel Paese di origine, infatti, la richiesta di protezione internazionale rappresenta l’unica alternativa per non essere dichiarati immediatamente clandestini.Stando così le cose, ci si sarebbe aspettati che la stragrande maggioranza dei 4,5 milioni di migranti giunti sul territorio comunitario tra il 2015 ed il 2018 sia rimasta distribuita, appunto, tra Grecia ed Italia. Così è stato però soltanto negli slogan strumentali di un fronte così detto sovranista. Nella realtà le cose sono andate diversamente. In primo luogo, per un difetto di tecnica legislativa per il quale ogni 18 mesi la domanda di protezione decadeva e poteva essere ripresentata ex novo, il numero di partenza di 4,5 milioni è il frutto di più domande presentate dal medesimo soggetto nel corso degli anni.In secondo luogo, la mancanza di un’identificazione e registrazione puntuale da parte dei paesi di primo approdo – almeno fino all’istituzione degli hotspot – ha fatto sì che i migranti potessero spostarsi all’interno dell’area Schengen, presentando più richieste di asilo in vari paesi, sopratutto Germania e Gran Bretagna, e ponendo di fatto nel nulla quanto previsto dal regolamento di Dublino.Insomma, la fine di Dublino era una fine annunciata. Non andava bene ai Paesi interessati dai movimenti secondari, ma nemmeno ad Italia e Grecia che, pur sgravandosi di fatto del peso delle molte domande da gestire, rimanevano pur sempre in balia della buona volontà degli altri Paesi europei, in teoria pur sempre “padroni” di rimandare i migranti nel paese di primo ingresso. Dublino, quindi, cambierà. Ma il rischio è che la riforma venga effettuata nel segno di un accordo al ribasso sulla pelle di migranti.La Germania, in particolare, aveva sempre condizionato la sostituzione del sistema di primo ingresso con uno di distribuzione per quote alla predisposizione di un vaglio di ammissibilità sulle richieste di asilo. Questa prospettiva mette in crisi la posizione dei migranti stessi, esposte al rischio di vedersi respinta la richiesta sulla base di procedure ispirate e logiche di massima semplificazione, ma anche dei Paesi come l’Italia, che si vedrebbero incaricati del compito impossibile di rimpatriare tutti i soggetti ritenuti prima facie non meritevoli di protezione.Una soluzione coerente sul piano sistematico potrebbe essere di redistribuire, assieme alle quote di migranti, anche l’onore di rimpatrio delle domande eventualmente respinte in esito al meccanismo sopra citato. In generale, però, è evidente come la distinzione migranti economici e richiedenti asilo non sia più una distinzione gestibile sul piano del principio di realtà. Bisognerà che l’Italia e gli altri paesi dell’Unione stabiliscano quote di ingresso per migranti economici che consentano di gestire un fenomeno epocale su un piano di legalità.Dopo aver cambiato Dublino, bisognerà cioè sopratutto cambiare l’Italia e l’Europa.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
Festa della Liberazione, il presidente Mattarella all'Altare della PatriaPrimo maggio, Salvini: "L'obiettivo è che tutti i lavoratori possano tornare a lavorare entro metà maggio"
Vitalizio a Formigoni, Conte: "Decisione erronea, mina la fiducia nelle istituzioni"
Draghi a Orban: "Spetta all'Europa stabilire se l'Ungheria viola o no il trattato"Silvio Berlusconi: tutte le leggi ad personam
Il libro di Giorgia Meloni a testa in giù in una libreria: professore universitario nella buferaSondaggi politici, il sorpasso di Fratelli d'Italia, Swg 22 giugno 2021: Fratelli d'Italia al 20,5%, a un passo dalla Lega
Covid, Draghi al Global Health Summit: "La fine della tragedia è vicina"Il Movimento 5 Stelle si avvia verso la scissione. Dal senato è arrivato il sostegno a Crimi
Covid, Sileri: “Nuova ondata solo con un altro virus: la popolazione è sempre più vaccinata”Scuola in presenza al 100% e senza mascherine da settembre: le parole del sottosegretario CostaSperanza: "A fine luglio l'Italia potrebbe essere fuori dallo stato d’emergenza"Vaccino Covid, Draghi: "La campagna deve continuare ad accelerare anche in estate"
Sondaggi, sempre meno fiducia nel governo Draghi, ma il premier “resiste”
Sondaggi politici Swg del 28 giugno: Fratelli d'Italia primo partito al 20,7%, Lega al 20,3%
Green pass, decreto in arrivo dal 26 luglio: ipotesi estensione anche a bus e metroConte: "M5S sempre leale a Draghi, non staccheremo la spina: ci vedremo presto"Sondaggi politici 13 maggio 2021: Lega in calo, FdI cresce ed è a un passo dal PdSfida per le primarie del centrosinistra, l'affluenza a metà giornata
Notizie di Politica italiana - Pag. 322Reddito di cittadinanza, Renzi: "Raccoglieremo firme per referendum abrogativo"Chi è Andrea Benvenuti, avvocato e nuovo braccio destro di ConteSondaggi politici Swg oggi: cresce la Lega (21,8%), seguono Pd e FdI