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Bollino nero per il traffico: quasi 20 milioni di italiani in partenza

Taxi in Italia, le ragioni dietro la minaccia dello scioperoIncidente vicino al policlinico Gemelli di RomaMorta Michela Murgia, la scrittrice e attivista aveva 51 anni

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Michela Murgia in ospedale: "Ieri mi mancava il respiro, ma adesso va meglio"Le Suore Albertine e una delegazione de Aiuto alla Chiesa che Soffre,Guglielmo davanti alla casa aperta nel 2024 #SistersProject CHIESA Ucraina suore povertà solidarietà guerra Caritas #SistersProject Le Suore Albertine a servizio dei poveri ucraini A Leopoli, le religiose sono diventate un simbolo di chi è là dove c'è povertà e abbandono. Durante la pandemia, hanno portato cibo dove altri avevano paura di entrare. All'indomani dell'inizio della guerra su larga scala, hanno soccorso i profughi alla stazione di Leopoli. Ora gestiscono un rifugio per giovani madri, offrendo quotidianamente pasti e un riparo P. Mariusz Krawiec, SSP - Ucraina L'inizio della guerra è stato drammatico. La tensione emotiva era enorme. Folle di persone fuggivano per Leopoli verso il confine occidentale. Alla stazione di Leopoli arrivavano treni pieni di profughi. Persone stanche, sporche e confuse si riversavano dai vagoni nella piazza antistante la stazione. Andavano in città, sperando di trovare un riparo. "Soprattutto ora, in questo momento di tensione, siamo costantemente in allerta e ogni giorno andiamo in strada da coloro che vagano lì e non sanno cosa fare", aveva affermato suor Geronima a Radio Vaticana nella terza giornata di guerra. Anche nei giorni scorsi nella cattedrale c'era un gruppo di ragazzine che piangevano molto. Erano di Odessa e non sapevano dove rifugiarsi. C'è grande disperazione, paura, ansia e incertezza tra le persone. Li sosteniamo spiritualmente. Molta gente ci chiama chiedendo una preghiera, perché il figlio o il marito sono andati in guerra".  Rawa Ruska, 2022. La guerra Marzo 2022, aiuto della Caritas a Rawa Ruska Il rischio di una catastrofe umanitaria Ben presto abbiamo scoperto che, senza un aiuto esterno, l'esodo delle persone verso il confine polacco minacciava di diventare una catastrofe umanitaria. Le auto sulla strada per la frontiera erano in fila per diversi chilometri. Donne, mamme, nonne, zie, con i bambini piccoli in braccio, cercavano qualcosa da mangiare. Cercavano un posto dove potersi riscaldare e una buona parola di conforto e sostegno. A quel tempo, nel febbraio 2022, la comunità Albertina di Leopoli era composta di tre suore: Geronima, Dorotea e Radosława. Nel sesto giorno di guerra, sono arrivate le suore ad aiutare le persone che si trovavano sul confine ucraino-polacco a Rawa Ruska. Erano vicino al muro della struttura Caritas-Spes, nell'ex monastero francescano, a una dozzina di minuti dal valico di frontiera. Questo ex monastero dei Frati Minori era nel 2022 solo un cumulo di ruderi. Sono stati rapidamente realizzati i servizi igienici mobili e allestiti i tavoli davanti al cancello. Le suore, vestite con giubbotti della Caritas-Spes, organismo della Chiesa latina, hanno iniziato a distribuire bevande calde e panini. È il racconto di Svetlana, di Zaporizhzhia, a Radio Vaticana. Aveva tra le braccia il nipotino: "Voglio salvarmi la vita. Voglio che tutto finisca perché questa è la nostra terra, il mio Paese, la mia città, il mio posto. Voglio tornare qui in modo che tutto vada bene per me e per i miei figli. Voglio che mio nipote viva nel paese in cui è nato. Perché la propria terra è la terra patria". Ci sono molte incertezze e lacrime. Le Suore Albertine nella casa di una anziana povera a Leopoli Un rifugio per donne senza tetto Oggi, le Suore Albertine in Ucraina sono solo quattro: due polacche, due ucraine. Fino al 1945, le religiose avevano diversi rifugi e case in Ucraina. Si prendevano cura dei poveri. Quando si insediò il potere sovietico dopo la Seconda Guerra mondiale, non fu permesso loro di rimanere in Ucraina. Dei poveri ora si sarebbe dovuto prendere cura lo Stato. In effetti, stando alle promesse dei commissari del Partito Comunista, i poveri non avrebbero più dovuto esistere. Alcuni anni fa, le Suore Albertine sono tornate a Leopoli. Nel famoso cimitero di Janów hanno trovato le tombe dimenticate delle suore che vivevano qui prima del 1945. Hanno eretto un monumento simbolico per loro. Si sono impegnate a costruire un rifugio per donne senza fissa dimora e in difficoltà, che hanno inaugurato nel settembre 2023. In quella occasione giunse il cardinale Konrad Krajewski, l'elemosiniere pontificio che ha consacrato la casa a nome del Papa, il quale fin dall'inizio ha sostenuto l'opera. L'elemosiniere era stato qui per la prima volta nel 2020, quando fu posta la prima pietra. Nessuno allora si aspettava che sarebbe scoppiata una guerra su larga scala e che i missili russi avrebbero raggiunto Leopoli. “Sarà una casa per donne senzatetto e per madri con bambini - commentò Suor Geronima, l'allora Superiora delle Albertine di Leopoli; - vogliamo rendere questa casa un 'rifugio' a tutti gli effetti, un luogo accogliente per tutti. Indipendentemente dalla religione, vogliamo dare a queste donne calore e sicurezza così che possano riconquistare la propria dignità". Ora in questa casa si offrono quasi cento pasti al giorno, vengono accolte le giovani madri e le donne fuggite dalle città bombardate dall'esercito russo. Il cardinale Krajewski benedice la prima pietra del rifugio nel luglio 2020 Per le vie tra i poveri Le religiose conoscono molto bene le strade di Leopoli. Sanno ancora meglio dove si nascondono i poveri. Vivono in tuguri e si nutrono di rifiuti. Quando è scoppiata la pandemia, nessuno voleva avvicinarsi a loro. Non c'erano turisti in città e la ristorazione subì un fermo così che molti meno rifiuti alimentari si potevano trovare. Dominava la fame. Le suore con le mascherine e con le borse piene di cibo camminavano per la città in cerca di quanti avevano bisogno di aiuto. "Naturalmente avevamo paura di contrarre il Covid, ma più forte della paura del virus era l'amore per i poveri, che deriva dal nostro carisma", raccontava suor Radosława. Oggi, al rifugio di Leopoli arrivano continuamente nuove donne. Qualcuno dice loro con discrezione che c'è un posto dove possono trovare sostegno e qualcun altro le accompagna. L'opera inizia a prendere slancio. Via Chlebowa [via del Pane] a Leopoli sta diventando famosa, non solo per la panetteria che esiste lì da anni, ma anche per la casa ecumenica della misericordia. Una donna povera visitata a Leopoli dalle suore Albertine Pranzo per i poveri nel rifugio, 2024 Nel rifugio, 2024 Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui Il tuo contributo per una grande missione:sostienici nel portare la parola del Papa in ogni casa Argomenti Ucraina suore povertà solidarietà guerra Caritas #SistersProject 30 luglio 2024, 11:18 Invia Stampa Articoli Correlati Leggi Tutto >

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