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Dalle Alpi alla Sicilia: anche l’Italia ha le sue piantagioniKai Wegner inizia un mandato tutto in salita. Le prime due votazioni parlamentari per eleggerlo,VOL che sarebbero dovute essere una formalità, hanno rivelato un grosso numero di franchi tiratori. Dopo una lunga trattativa con la Spd per formare una grande coalizione, il sindaco ha sofferto non poco durante la sua elezione nel parlamento della città stato. L’incarico per il conservatore è arrivato soltanto alla terza chiama, con il sospetto che possa averlo sostenuto anche l’estrema destra. Il mandato di Kai Wegner parte male. Nel peggiore dei modi, addirittura, per un esponente del partito che ha sempre giurato di mantenere un “muro di fuoco” nei confronti dell’estrema destra tedesca in epoca repubblicana. Rischia infatti di essere il primo borgomastro di Berlino eletto anche con il sostegno dell’estrema destra di AfD. Il conservatore aveva vinto le elezioni per scegliere il sindaco di Berlino dopo che quelle di settembre 2021 erano state annullate e la borgomastra uscente, Franziska Giffey della Spd, aveva dovuto lasciare il suo posto. Dai lunghi negoziati era uscita una grande coalizione per la città stato, dopo che Giffey aveva rinunciato a rimettere insieme la coalizione con Linke e Verdi e anche tra conservatori e ambientalisti le trattative non erano decollate. L’episodio Una volta messo l’ultimo punto al contratto di coalizione e assegnati tutti i posti di governo, Wegner avrebbe dovuto solo ottenere la fiducia dal parlamento regionale: il voto sarebbe dovuto essere una formalità, ma ha dimostrato che i vertici della nuova coalizione hanno tutt’altro che il controllo della situazione. Wegner ha avuto bisogno di tre chiame per ottenere la maggioranza necessaria – 80 voti – per governare. I gruppi di Cdu e Spd insieme contano 86 deputati, ma alla prima chiama il sindacato designato ha raccolto appena 71 voti. Dopo l’umiliazione di non raccogliere i consensi necessari dai partiti che lo sostengono (o almeno, dovrebbero sostenerlo) nelle prime due votazioni, alla terza, in cui Wegner ha raccolto 86 preferenze, al danno si è aggiunta la beffa, sotto forma di una dichiarazione ufficiale del gruppo parlamentare di AfD. Nel documento distribuito frettolosamente subito dopo la chiama si legge che il partito di estrema destra ha scelto di sostenere Wegner. «Il gruppo di AfD ha deciso alla terza chiama di permettere a Kai Wegner di raggiungere la maggioranza necessaria. Non è stato un passo facile per noi, perché dal nostro punto di vista il contratto di coalizione di Spd e Cdu è un modo di continuare la politica rossoverde con altre facce. Nonostante questo, per noi prevale la responsabilità». Il voto è segreto, quindi non si saprà mai se e quanti voti di estrema destra sono effettivamente andati a Wegner, ma gli osservatori politici della stampa tedesca concordano che l’episodio fa allungare un’ombra sinistra sull’inizio di mandato del neosindaco. I due partner di coalizione hanno cercato subito di rassicurare sulla tenuta dell’alleanza per non dare credito alle pretese di AfD, ma la verità che emerge dalla giornata di giovedì è che i due gruppi sono in difficoltà. Tra i socialdemocratici è forte la frustrazione per la mancata conferma della sindaca uscente, ma anche per la decisione di entrare nella grande coalizione: l’accordo è stato approvato da appena il 54 per cento degli iscritti berlinesi, un risultato clamoroso che pure non ha portato i vertici regionali a mostrare l’umiltà e la riflessione sui propri passi falsi che i militanti avrebbero voluto vedere. Anche nelle file della Cdu c’è scontento, in questo caso per la decisione di Wegner di non utilizzare soltanto la fedeltà al partito come criterio per scegliere i membri della sua nuova amministrazione. Tra i delusi qualcuno continuerebbe a curare i rapporti con i Verdi, candidati a prendere il posto della Spd qualora la grande coalizione dovesse fallire. Il precedente Resta il fatto che il mandato di Wegner parte in salita: oltre all’incertezza della fedeltà dei partiti che lo sostengono, il sindaco Cdu avrà a disposizione un mandato molto breve per portare a termine il suo programma, visto che la votazione che l’ha eletto è soltanto la ripetizione di un voto del 2021. L’ombra del sostegno dell’estrema destra rappresenta un episodio grave, nonostante Spd e Cdu cerchino di scacciare il sospetto. Il patto non scritto tra i partiti dell’arco parlamentare prevede infatti l’esclusione di AfD da qualsiasi trattativa e alleanza. Esiste un unico precedente di un governatore eletto anche con il sostegno degli estremisti, quello del Thomas Emmerich in Turingia nel 2020, sostenuto anche da Cdu e, appunto, AfD. Il suo incarico è durato appena una manciata di giorni: la pressione dell’opinione pubblica – ovviamente della sinistra, ma anche della Cdu nazionale, all’epoca in mano ad Angela Merkel e Annegret Kramp Karrenbauer – fu così alta che appena 24 ore dopo la sua elezione Emmerich annunciò il suo passo indietro. Giovedì, il segretario del suo partito Friedrich Merz si è già congratulato via Twitter con Wegner. Un indizio del fatto che, almeno per il momento, il suo incarico è al sicuro. Lo stesso Merz, in realtà, è in discussione nel suo partito e rischia di avere grande concorrenza interna nella scelta del candidato cancelliere per il 2025. La corsa è già iniziata, e il segretario dovrà dimostrare di avere il partito in mano attraverso i suoi luogotenenti sul territorio. A Berlino si sono già viste le prime crepe, per il momento contenibili. Ma per il futuro c’è una sola certezza, cioè quella che nulla sarà facile per il neosindaco. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLisa Di Giuseppe Scrivo di politica, economia ed esteri (soprattutto Germania). Ho lavorato per Reuters, La7, Corriere della Sera e Public Policy. Su Twitter sono @sallisbeth
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