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Spadafora annuncia: "Palestre chiuse anche nel nuovo dpcm"Cecilia Legar Dopo essere arrivato a pesare quasi 150 kg e alla diagnosi di diabete di tipo 2,ETF un 43enne salentino ha deciso di cambiare il suo piano alimentare. Per farlo si è affidato a una struttura che gli ha affiancato un nutrizionista online, ma la sua salute non ha fatto altro che peggiorare ed ora l'uomo chiede un risarcimento.Una dieta folle che ha causato solo danniVoleva eliminare dolci e alcol così da evitare picchi glicemici importanti e dimagrire, ma una volta iniziata la dieta ha cominciato a avvertire un malessere ancora più profondo. Soffriva anche di pressione alta e apnee notturne, e questi fattori lo avevano spinto, nel 2021, a rivolgersi a un professionista. Da quest'ultimo, si aspettava un piano alimentare in linea con i suoi obiettivi: la perdita di peso, una migliore gestione del diabete e un sollievo generale. Invece, le sue condizioni di salute sono solo peggiorate: la struttura specializzata gli ha suggerito, infatti, una dieta ricca di grassi, totalmente inadeguata per il suo metabolismo.Il piano alimentare, il costo e la causa in tribunaleDalla panna montata al mascarpone, alle omelette di 5 uova ognuna 20 volte a settimana, il 43enne non poteva di certo migliorare. Dopo 3 mesi si è ritrovato a dover uscire e entrare dall'ospedale di Lecce frequentemente per dolori addominali, dispepsia, eruttazioni, coliche e difficoltà nella digestione. Dopo i continui ricoveri e varie diagnosi (che comprendevano coliche biliari e aumneto delle dimensioni del fegato) è stato sottoposto a una colecistectomia, ovvero l'intervento chirurgico di rimozione della colecisti. Per quel consulto online con il nutrizionista l'uomo ha speso 2.600 euro, saldati ancor prima di avere il piano alimentare tra le mani. Il tutto senza aver effettuato esami o reali visite mediche. Quando l'uomo ha chiesto il risarcimento alla clinica e gli è stato negato, ha deciso di portare la questione in tribunale. La risoluzione del caso è ancora in corso. «L’uomo soffre ancora di astenia e limita notevolmente la propria attività sociale - riferisce Repubblica - La causa è ancora in corso dopo che il giudice ha nominato un consulente tecnico che ha provveduto a valutare se i danni lamentati dal cliente siano effettivamente riconducibili alla dieta». Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Luglio 2024, 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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