Patrick Zaki è solo il più eclatante attacco alla libertà di studio e di ricerca dell'EgittoCoronavirus: in Israele la vaccinazione con Pzifer funzionaUcciso in Congo il procuratore che indagava sul caso Attanasio
Ebola torna a minacciare il Congo: già 4 nuovi mortiIl personaggio«Vado a correre in Australia... per 540 chilometri!»La nuova sfida di Filippo Rossi: una gara estrema, correrein Australiaper Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella dal 17 al 26 maggio, attraverso il ‘cuore rosso’ nel continente di koala e canguri, «usando solo le gambe»Filippo Rossi, 33 anni, atleta e reporter; sullo sfondo, un'immagine di repertorio di una delle gare ‘THE TRACK Series — Australia’ organizzata da Canal Aventure Jona Mantovan13.05.2023 11:32Nessun aiuto. Si riceve soltanto una tenda e l'acqua. Si mette tutto nello zaino e via, di corsa. Per 540 chilometri, solo con le proprie gambe. È quello che succederà, dal 17 al 26 maggio, alla ‘THE TRACK Australia’, l'ultramaratona estrema organizzata da Canal Aventure. E alla quale parteciperà anche Filippo Rossi, anche conosciuto con il soprannome ‘Pippa’. Il 33.enne di Comano, infatti, voleva da tempo mettere piede nel 'cuore rosso' della terra di koala e canguri. «Avevo deciso di aderire dopo aver completato varie gare da 250 chilometri, ma poi quell'evento era stato cancellato a causa della pandemia. Allora avevo ripiegato su un'iniziativa simile, dello stesso promotore ma in Namibia. Un'esperienza bella e affascinante. Però, quando mi hanno detto che l'Australia era finalmente 'praticabile', mi son detto ‘Non posso tirarmi indietro e no, non posso fare a meno di partecipare’», esclama sorridente in collegamento ancora dal Ticino, a poche ore dal decollo che, alla fine, lo porterà verso una grande, gigantesca sfida dall'altra parte del mondo. «E così eccoci qua, si parte».«Si corre con indosso lo zaino e tutto, così, è più difficile. Non si ricevono nemmeno rifornimenti di cibo. Se ti porti dietro la pasta, sai che potrai mangiartela... altrimenti no. Questa è la difficoltà della gara», dice il giovane, che ha trascorso una vita tra i reportage delle zone di guerra (anche come corrispondente per il Corriere del Ticino, ndr), la scrittura e, non da ultimo, la preparazione atletica per le gare di corsa. L'Australia, comunque, è grande. Come la distanza: 540 chilometri sono l'equivalente da casa sua fino a Roma. Dove passerà, esattamente, il percorso della competizione? «L'organizzazione non lo comunica. Resta 'segreto' per evitare che le persone, magari i familiari, organizzino delle 'isole' di ristoro improvvisate lungo il tracciato. Ma anche per non rovinare l'effetto sorpresa. Quando si arriva al campo, la sera prima della partenza, si riceve il cosiddetto 'road book' con le tappe, il dislivello e altre indicazioni tecniche. Giorno per giorno, il direttore di gara racconta la tappa odierna, aggiungendo le varie avvertenze lungo il percorso».L'anno scorso avevo chiuso i miei 540 chilometri in 62 ore complessive. Il mio obiettivo, quest'anno, è fare di meglio. Ho curato molto di più anche la mia preparazione sotto il profilo sportivoLa prestazioneUn esercizio di resistenza portato all'estremo. «La vera sfida è la condizione a cui si è sottoposti: l'autosufficienza alimentare e logistica totale. Queste gare si svolgono, di solito, in luoghi dimenticati, dove non c'è nulla. Non penso che, strada facendo, troverò un distributore di benzina. Se dovesse capitare, però, l'organizzazione non mi proibisce di acquistare una cola frizzante. Al contrario di quanto fanno altri promotori. Anche se non serviranno, porterò con me qualche dollaro per non precludermi la possibilità di acquistare qualcosa nel corso delle varie tappe».Dieci giorni secchi. E una missione. Non tanto quella di arrivare a fine percorso (già una gran cosa, agli occhi di una persona comune), ma di fare un buon tempo. «L'anno scorso avevo chiuso i miei 540 chilometri in 62 ore complessive–, evidenzia Rossi–. Il mio obiettivo, quest'anno, è fare di meglio. Ho curato molto di più anche la mia preparazione sotto il profilo sportivo. L'anno scorso ero andato a mille allora. Dormendo poco, mangiando male perché dovevo raggiungere varie località contese e in zone di conflitto. A questo giro no, ho dormito meglio, ho condotto una vita più regolare». Tutto questo per una gara mitica. È proprio questa la parola usata da Filippo. «So che tanti avrebbero voluto farla, ma hanno desistito all'ultimo minuto per paura. Perché, effettivamente, è una gara che fa paura».Immagino tanti piccoli segmenti. Se non fai così e cominci a pensare che mancano 539 chilometri, 538... così scoppi, di sicuro!La strategia«Non ragiono mai sulla tappa intera, o sull'intera gara perché, altrimenti, non ne verrei fuori», dice il nostro interlocutore rispondendo alla domanda sul tipo di preparazione richiesta per compiere un'impresa del genere. Una maratona al giorno, per dieci giorni. Com'è possibile? «Immagino tanti piccoli segmenti. Mettiamo che oggi ci sia una tappa di 40 chilometri. So che il primo checkpoint è al chilometro 13. Bene, raggiunto quello... Mi concentro sul prossimo, al 26° chilometro. Una volta lì mi faccio forza dicendomi ‘Manca poco, siamo arrivati al campo...’, è così che vai avanti. Se non fai così e cominci a pensare che mancano 539 chilometri, 538... così scoppi, di sicuro! Poi magari c'è chi usa questo sistema, ognuno ha il suo modo di fare le cose».Anche se sono giovane, gli acciacchi cominciano a uscire... dopo dieci anni che continuo a partecipare a queste gare massacranti è normalePalestra e traguardiMa il campione che taglia il traguardo non è l'unico eroe. «Sì», ammette. «La mia famiglia mi è stata molto vicina a me. Ho potuto riprendere un ritmo di vita più sano, non solo sotto il profilo alimentare. Certo, mangio bene, dormo bene, la mattina mi sveglio e ho una routine più definita di prima, ma anche sotto il profilo psicologico. Sono riuscito a liberarmi dallo stress. Faccio meditazione e ho seguito anche dei trattamenti per abbassare i livelli di cortisolo». La vita di un anno fa era decisamente era tutto un trambusto, insomma. Imprevisti, località più o meno remote e più o meno lontane da raggiungere in veste di corrispondente... «Era pazzesco», ammette ‘Pippa’. «Ho ricevuto un grande sostegno da chi mi è stato vicino. Questo ha giovato tantissimo alla mia prestazione. Ora vediamo come andrà in Australia, ma io mi sento pronto e, fisicamente, molto più forte».L'atleta ha cambiato idea anche sugli allenamenti in palestra «che prima mi rifiutavo di fare... Ma quest'anno sono andato. Ammetto che ne avevo proprio bisogno. Anche perché sono stato infortunato. Anche se sono giovane, gli acciacchi cominciano a uscire... dopo dieci anni che continuo a partecipare a queste gare massacranti è normale, e quindi devo prestare molta attenzione».Eh certo! Paolo, il mio allenatore, è severo... mi ha redarguito spesso perché facevo sempre un po' a modo mio... ma non quest'anno!I legamiOltre alla famiglia, c'è anche la competenza di un allenatore con i fiocchi, Paolo Barghini, che segue Rossi da anni. A sua volta vincitore di gare, ultramaratoneta del deserto e medico. «Se c'è una persona che se ne intende, è proprio lui».Tra i due c'è un legame molto forte. «Ci sentiamo spesso, mi dice cosa fare e cosa non fare». Poi a Filippo scappa un sorriso e confessa: «Eh certo, è severo... infatti sono stato spesso redarguito perché poi, alla fine, facevo sempre un po' a modo mio... ma non quest'anno! Questa volta sono riuscito a seguire molto più diligentemente tutti i vari programmi e indicazioni.Accanto a me ci sono persone che sanno che questa è la cosa che io amo fare e non me la voglio togliere. Fa parte di me, insommaLa passione«Senza passione non corri, come senza passione non vai in bicicletta,... non fai determinate attività», conclude Rossi. «Per prendere parte a queste gare, bisogna fare molti sacrifici. E devi avere anche la fortuna di trovare persone che ti permettano di farli, questi sacrifici. Accanto a me ci sono persone che sanno che questa è la cosa che io amo fare e non me la voglio togliere. Fa parte di me, insomma».
Proteste in Spagna, arrestati 6 cittadini italiani: le accuseNew Mexico, FAA conferma l’avvistamento di un UFO a fine febbraio
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 750
Covid, famiglia torinese bloccata in Brasile: l’appello del padreNew Mexico, FAA conferma l’avvistamento di un UFO a fine febbraio
Padre multato per aver origliato una conversazione della figliaArkansas approva legge sull'aborto più restrittiva
Israele rinasce: ecco come riapre dopo la vaccinazioneCovid, epidemia di variante sudafricana in Tirolo: 293 casi
Terremoto tra Grecia e Turchia: forte scossa di magnitudo 5.2Grecia, morto per Covid bimbo di soli 37 giorniGermania, è terza ondata di pandemiaNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 736
Risarcimento di 27 milioni di dollari alla famiglia di George Floyd
Usa, scopre l'amante della moglie e lo evira
Colombia, naufragio di due barche: dodici mortiTikTok, dottore diventa star ma viene accusato di molestieCanada, il burro non si scioglie più a temperatura ambienteCampionessa pole dance suicida: lockdown le aveva impedito gare
Indonesia, inondazione di acqua rossa per la tintura di una fabbricaColpo di stato in Birmania: arrestata la leader Aung San Suu KyAereo si schianta contro un'auto negli Usa, morte tre personeBimbo di 4 anni muore di setticemia: era stato dimesso dall'ospedale