Gip convalida il sequestro da 121 milioni a filiale di Amazon - Tiscali NotizieCaso Iuventa, nessun favoreggiamento né accordi con i trafficanti libici: «Salvare i migranti era necessario»Incendio Roma: rientrate tutte le famiglie evacuate - Tiscali Notizie
Caccia al tesoro del boss, il malloppo nascosto di “Sandokan” SchiavoneÈ sbagliata la domanda di fondo: «come facciamo a diminuire i processi?Guglielmo». Nella nostra costituzione nessuna menzione al valore “minimo” per cui si può ricorrere alla giustizia. Basta con il dire che la denegata giustizia è auspicabile. Avevamo abbandonato questa idea secoli fa, quando iniziavamo a considerare illecito il giudizio di non liquet. Sul Dubbio di martedì 7 dicembre è apparso in prima pagina un articolo del Presidente UNCC, Antonio de Notaristefani, che poneva la domanda, immaginariamente rivolta ai giudici della Cassazione, «se non si stiano confondendo le cause con gli effetti: si fa poca nomofilachia perché ci sono troppi processi, o ci sono troppi processi perché si fa poca nomofilachia? Da tempo i giudici della Corte dedicano una parte considerevole delle loro energie a risolvere conflitti di giurisprudenza che loro stessi hanno creato: come si può pretendere che un soccombente non tenti la sorte, se ha una ragionevole speranza di vedersi dare ragione da un collegio che la pensa diversamente da quello precedente?». La domanda è sbagliata La domanda è ben posta, ma parte dal problema sbagliato. La domanda di fondo è sbagliata. Perché la domanda di fondo è: «come facciamo a diminuire i processi?». Il Presidente ha indicato qualche precedente criterio che gli era sembrato ragionevole (il danno bagatellare non lo risarciamo, come avevano detto le Sezioni Unite del 2008) e qualche altro che gli era sembrato invece irragionevole (l’autosufficienza in Cassazione). Dovremmo chiederci prima, però, se il problema a cui stiamo cercando una soluzione sia giusto porselo oppure no. La Costituzione, fino a prova contraria, sembra deporre in senso contrario, nella misura in cui, almeno per ora, garantisce all’art. 24 che «tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi» e che «la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento». Nessuna distinzione di valore, quindi, come fanno invece altre costituzioni democratiche. Quella americana, ad esempio, con il settimo emendamento, garantisce il processo con giuria solo per le cause civili di valore superiore a venti dollari. Invece da noi niente, nessuna menzione al valore “minimo” per cui si può ricorrere alla giustizia. L’organizzazione Il problema dei troppi processi, semmai, è un problema di organizzazione: forse mancano le risorse, i giudici sono pochi, forse si potrebbero devolvere più risorse o forse in qualche caso di chiedersi anche, come faceva ben sperare il titolo del pezzo già citato, “e se il problema fossero i giudici?”, ma in un senso diverso da quello esposto nell’articolo. Comunque, non importa, qualsiasi sia la causa, la soluzione non può più essere la denegata giustizia. Basta con il dire che la denegata giustizia è auspicabile. Avevamo abbandonato questa idea secoli fa, quando iniziavamo a considerare illecito il giudizio di non liquet (cioè che il giudice si rifiutasse di decidere), e la consideravamo giustamente un’idea barbara e deprecabile. Ora, invece, chissà perché questa idea torna a piacerci. Torna a piacere l’idea che il giudice non debba decidere solo di accogliere o rigettare, ma anche se sia opportuna oppure inopportuna dal punto di vista economico la domanda. Questo è e resta solo un errore terribile. Il numero dei processi non c’entra In un paese dove c’è giustizia i cittadini dovrebbero poter adire un giudice anche se è stato sottratto loro un solo euro o una matita. Mentre dire il contrario è disprezzo per il popolo, per i poveri e per gli «affamati e assetati di giustizia», che, invece, come al solito, vedranno la loro beatitudine solo un giorno nel regno dei cieli. Se poi si vuole dire che una maggiore coerenza negli orientamenti giurisprudenziali sarebbe comunque auspicabile, questo va bene ed è un giudizio condivisibile. Anzi, si potrebbe anche dire che ormai si potrebbe andare persino verso un più sensato sistema di stare decisis, così da ridurre le incoerenze. Il numero dei processi però non c’entra nulla. Se il meccanico ha troppi clienti, deve prendere un’officina più grande, non tentare di dissuaderli a riparare la macchina. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediRiccardo Fratini Avvocato del lavoro a Roma e assegnista di ricerca in diritto del lavoro presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Calcioscommesse, Fabrizio Corona: "Coinvolto anche un giocatore della Roma"Ambiente
Software e app
Esplosione di Suviana, per i soccorritori ci sono poche speranze di trovare i 4 dispersiInformativa Crosetto su Nato, Fratoianni (Avs): "Follia Governo Meloni far crescere spesa militare" - Tiscali Notizie
Abu Dhabi Secrets, le vittime chiedono risarcimenti milionari: «Le nostre vite distrutte»Software e app | Pagina 62 di 63
Filatelia, folder Napoli campione d'Italia in vetta classifica - Tiscali NotizieCinema & serie TV
Lo sport è un farmaco, 'va inserito nella ricetta medica' - Tiscali NotizieIl papà di Sharon, camminava per perdere peso - Tiscali Notizie"The Ferragnez", la serie su Chiara Ferragni e Fedez: trailer, quando esce, dove vederlo in streaminDaniele Doesn't Matter: l'intervista OFF CAMERA
Ex governatore Giovanni Toti torna libero - Tiscali Notizie
Nicolò Famiglietti: l'intervista Off Camera
Cher, pubblicato a sorpresa l’album natalizio “Christimas”Cinema & serie TV | Pagina 2 di 19Fittipaldi a Otto e mezzo: «Meloni sospende il redditometro? Figuraccia, è terrorizzata dal consenso»Le richieste di sussidi alla disoccupazione Usa salgono - Tiscali Notizie
La battaglia del voto di Ferrara: la Lega si affida ai nigerianiParigi 2024, la città e il bosco: l'anima selvatica dei Giochi - Tiscali NotizieArrestato dai carabinieri latitante legato al clan Abbinante - Tiscali NotizieMilano-Cortina 2026: «Appalti vinti con gare truccate»