File not found
investimenti

Sparatoria in un'azienda in provincia di Cremona: titolare ucciso a colpi di fucile

Bologna, 13enne bullizzata tenta il suicidio: "Ero già sulla finestra quando mamma mi ha afferrato"Covid, Bassetti contro Burioni: "Non terrorizziamo gli italiani su Omicron 4 e 5"Coprifuoco energetico in Austria: è possibile applicarlo anche in Italia?

post image

Momò Calascibetta morto per il West Nile Virus: "Una zanzara mi ha messo fuori combattimento".Il tricolore su certe maglie pesa e su altre no. Nel giro di quattro anni se lo sono divisi Inter (due volte),ìsimilicosìCampanella Milan e Napoli, con una differenza, sulla condizione. Tanto più Milano regge l’urto della vittoria del “titulo” con la semplicità delle grandi squadre che sanno che è solo una delle grandi pagine che le spettano, tanto più Napoli sprofonda nel rimpianto, e anche i più illuministi devono ammettere che si trattò di un miracoloCome la mano di Mario Brega, in Bianco, Rosso e Verdone, poteva «esse fero» e poteva «esse piuma»: lo scudetto su certe maglie pesa e su altre no. A Milano non pesa, a Napoli sì. Nel giro di quattro anni lo scudetto se lo sono divisi Inter (due volte), Milan e Napoli, con una differenza, appunto, quella breghiana sul peso o la condizione. Adesso che l’Inter l’ha definitivamente tolto dalla maglia del Napoli, appuntandosi anche la seconda stella perché ha raggiunto quota venti campionati vinti, si ha l’impressione che per le numerose maglie della squadra di Aurelio De Laurentiis – una per ogni evento, perché tutto è affare – lo scudetto sia stato un gadget evaporante, tanto che l’arrivo nelle sale del film sull’evento ha l’aria di una beffa, oltre ad apparire come il documento provante che la cometa è davvero passata, che l’epifania c’è davvero stata, anche se la realtà sembra negarlo, confermando la convinzione che al pari del turismo, l’unica attività del sud è declinarsi in nostalgia e passato, invece di prendere le misure per il futuro.E il fatto che il film sullo scudetto del Napoli sia pieno di attori, più o meno napoletani, oltre al coagularsi dei due campi economici delaurentiisiani: cinema e pallone, diventa l’ulteriore prova – felliniana – della meta-realtà, siccome il quotidiano è scadente, meglio rifugiarsi nel sogno che fu. E tanto più Milano – sponda Inter – regge l’urto della vittoria del “titulo” con la semplicità delle grandi squadre che sanno che è solo una delle grandi pagine sportive che le spettano, tanto più Napoli sprofonda nel rimpianto, e anche i più illuministi, cartesiani e caccioppolisti devono ammettere che sì, si trattò di un miracolo. Anche perché gli artefici della vittoria, Simone Inzaghi e Beppe Marotta, non smontano il tendone del circo e se ne vanno in un’altra piazza come Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli, anzi, restano, come erano rimasti quando avevano sperperato un campionato vinto, poi ceduto al Milan, o quando erano andati a un Lukaku così dalla vittoria della Champions League, come ha ricordato Pep Guardiola qualche giorno fa dopo l’eliminazione del suo Manchester City da parte del Real Madrid di Carlo “catenaccio” Ancelotti.La gestione del costruireOra, a parte l’evidente onestà intellettuale di Guardiola che alcune volte rasenta i pensieri di Forrest Gump, era chiaro a tutti che Simone Inzaghi dovesse solo crescere – e si diventa grandi in fretta accumulando sconfitte in finale di Champions – e con lui la sua Inter, tanto che come per il Napoli di Luciano Spalletti il campionato è finito a febbraio, anche se abbiamo scoperto che pure Milano è superstiziosa ma non lo dice, e per raccontarlo ci vorrebbe il Marotta (Giuseppe da Napoli, non Beppe da Varese) che scrive A Milano non fa freddo. L’elenco delle diversità vere o apparenti è lunghissimo, ma tutte si esplicano nei due padri-presidenti: Milano ne ha uno giovane e straniero, Zhang Kangyang, intraprendente e distante – tanto da festeggiare via Zoom con i suoi calciatori – lasciando tutto il romanticismo al presidente storico Massimo Moratti che svolge la funzione antropologico-cinematografica che a Napoli fu affidata a Paolo Sorrentino; Napoli, invece, ha un presidente anziano che dorme poco e per questo si sente giovane, perché vede l’alba prima di tutti invidiando il fatto di non poter essere il sole o almeno il Re sole, e l’unica distanza che ha messo tra sé e la vittoria è stata quella di non andare a Udine, forse per scaramanzia, poi è seguito uno show che partiva dalla sua giacca e tornava alle tasche dei suoi calzoni. CulturaL’Inter prepara la festa scudetto, com’è cambiata Milano intorno al calcioMarco CirielloscrittoreI presidentiAssenti entrambi, Zhang e De Laurentiis, per motivi diversi, alla partita della consacrazione, i due presidenti raccontano le rispettive città: una che ha accettato di annullare la geografia attraverso i conti correnti accollandosi il rischio di essere venduti da una stagione all’altra, e una che è stata scelta da una famiglia monarchica, vissuta dal popolo in base alle stagioni, e che però garantisce una intramontabilità, perlomeno gattopardesca, quello di Tomasi di Lampedusa e Visconti non quello di Lucchini visto da Santanché. La differenza, purtroppo, sta nel saper fronteggiare il futuro e le partenze con una capacità a-religiosa che poi è la stessa che permette di amministrare le vittorie come se fossero normalità.Quando l’anno scorso se ne sono andati Romelu Lukaku, André Onana, Marcelo Brozović c’è stato “solo” un dibattito da cineclub, senza drammi, con dei rimpiazzi che si sono rivelati fondamentali: Marcus Thuram, Yann Sommer, Davide Frattesi, oltre Benjamin Pavard che è una storia a parte. Mentre il Napoli che pure aveva saputo tenere i suoi due campioni Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen non ha saputo sostituire Kim Min-jae e non sono bastati tre allenatori (Rudi Garcia, Walter Mazzarri, Francesco Calzona) per non farsi dare trenta punti dall’Inter, oltre ad aver rimpiazzato il direttore sportivo Giuntoli con Mauro Meluso che ha dato l’impressione dei rimpiazzi in Rai di Enzo Biagi dopo l’editto bulgaro.Insomma dove Zhang ha saputo trovare uno al quale demandare come Beppe Marotta che si aggiudica il suo decimo campionato – e che poi ha con sé la bandiera Javier Zanetti e il mozzo Piero Ausilio –, De Laurentiis non riesce a demandare o se lo fa sbaglia, forse ubriacato dal dopo “titulo” non essendo attrezzato per la vittoria, finendo per doversi accontentare come il soldato Joker di Full Metal Jacket: «Per oggi abbiamo scolpito abbastanza i nostri nomi nelle pagine della storia». Zhang vive di sorrisi e sobrietà, la sua voce è sconosciuta ai più, lasciando l’illusione che sappia scegliere, oltre che vincendo non voglia speculare e vendere la squadra a un fondo o due come accaduto al Milan. È la stessa distanza tra i presidenti che si contrappongono a Roma: i giallorossi hanno il distante Dan Friedkin e i biancocelesti della Lazio hanno l’iperpresente Claudio Lotito. Questa è l’acqua. E poi c’è la Juventus che ha una storia e una famiglia a parte.Passione e passioncellaE mutatis mutandis c’è da rilevare il machiavellismo o la capacità trapattoniana di Zhang nell’adattarsi al campo e a Milano, riuscendo sempre a uscirne con il risultato, svariati “tituli” e promesse di fare meglio, tanto che l’Inter mentre vinceva il suo ventesimo scudetto già programmava il dopo, senza farsi influenzare dalla caduta dovuta all’Atlético de Madrid di Diego Simeone in Champions League, anzi. È questo che manca al Napoli e a De Laurentiis, che sembrano vivere sempre nell’evento presente, rifuggendo dalla continuità, rimandando l’appuntamento col futuro e macerandosi di allegria sprassolata per uno scudetto improvviso senza nemmeno riuscire a stare tra le prime cinque l’anno dopo.«Dove non c’è libertà spadroneggia il destino», scriveva Raffaele La Capria – ossimoro cultural-calcistico: fantasista-pragmatico – e poi continuava «solo chi se lo è voluto ha questo destino». Dando ragione a Nick Bollettieri che diceva «più ti alleni, più sarai fortunato». L’oppressione di De Laurentiis è diventata una storia omerica, il suo amore si fonde con l’interesse e diventa una morsa stritolante, per un paradosso, ancora una volta Napoli «se ne cade» per passione, mentre l’Inter trattata con i guanti bianchi da Zhang continua a vincere, con una passioncella controllata e tenuta a distanza. Il vecchio Luigi Necco, volto storico della Rai che a Novantesimo Minuto si contrapponeva con l’Italia giocando con eleganza e ironia, avrebbe chiosato con «Milano vince e Napoli non può sparare».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMarco Cirielloscrittore

Roberto Saviano su Giorgia Meloni: "Un pericolo per la democrazia in Italia ed Europa"Alluvione Marche, la mamma di Mattia è stata dimessa: è tornata sul luogo della tragedia

Corriere sbranato e ucciso dai cani, padrone condannato a 9 mesi di carcere

Rissa tra 20enni in discoteca a Palermo, armati di coltellini e cocci di vetro: diversi feritiL'addio di Corticelle a Sara, morta a soli 41 anni: era la mamma di due ragazzine

L'orrore in più per la 15enne stuprata: il fidanzato aveva condiviso suoi video intimiDramma in sella allo scooter: Francesco è morto a soli 16 anni

Simone Cavaliere morto a 20 anni per un tumore: raccontava la sua malattia su TikTok

Maltempo in Calabria: tromba d'aria si abbatte su Tortora e Praia a MareMaltempo, lanciata allerta arancione su quattro regioni: le aree interessate

Ryan Reynold
Incidente sul lavoro alla Fincantieri di Ancona: operaio schiacciato da una lastra di 5 quintaliSi sposa di mattina, di sera ha un malore e muore: tragedia per Andrea LabriolaSchianto tra due auto sotto un cavalcavia, gravi madre e figlia

VOL

  1. avatarMacerata, bimbo di 5 anni morto improvvisamente in casaProfessore Campanella

    Fuochi d'artificio sulla folla alla festa patronale: una donna in ospedaleBologna, ordigni bellici fatti esplodere: evacuazione per 5mila personeSpacciavano in casa mentre erano ai domiciliari: arrestati in due diverse regioniRapina con fucile ad Afragola, tabaccaio picchiato e lasciato a terra sanguinante

    1. Maltempo Lazio, fiume di acqua e fango a Formia scende verso valle. L’appello dei residenti: “Aiutateci”

      1. avatarAlluvione nelle Marche, trovato lo zainetto di Mattia a 8 km dal punto in cui è scomparsocriptovalute

        Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 756

  2. avatarSupermercato chiude la domenica per colpa delle bollette della luce triplicate in un annoCampanella

    Previsioni meteo 24 e 25 settembre: le regioni in allertaVandalizzata la statua di Ghandi: "Stupratore fascista"Anna e Shana: il primo incontro dopo 9 anni dal trapianto di cuoreSciopero della scuola il 23 e 24 settembre, lezioni a rischio: le motivazioni della protesta

  3. avatarCovid, l'Aifa autorizza il vaccino contro le sottovarianti 4 e 5Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

    Napoli, 62enne travolto e ucciso mentre portava a spasso il caneCommessa ruba l'incasso del negozio al suo primo giorno di lavoro: arrestataCoronavirus, bilancio del 23 settembre 2022: 21.085 nuovi casi e 49 morti in piùPartorisce in casa, ma non sapeva di essere incinta: morta la bimba. La donna è grave

    ETF

Aversa, noto giudice si toglie la vita in casa

Nicola Brienza morto a 58 anni: addio al primario del Policlinico di BariCovid, Pregliasco: “90mila contagi al giorno entro novembre, era una risalita attesa”*