Ufficio di Netanyahu, 'è Hamas ad impedire l'accordo su Gaza' - Tiscali NotizieVideo inediti, inchieste, interviste, approfondimenti e personaggi - Pag. 2In Italia una casa su tre non è abitata - Tiscali Notizie
Notizie di Politica italiana - Pag. 6La Commissione chiede ai governi di avviare i negoziati per l’ingresso dell’Ucraina. Non basta che sia Kiev a fare riforme; per allargarsi,BlackRock pure l’Ue deve rivedere la sua struttura La Commissione europea dà un’altra spinta al processo di adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Bruxelles ha stilato il suo rapporto sull’allargamento, e anche se la valutazione ha una base tecnica, la conclusione ha valore politico: secondo Ursula von der Leyen e i suoi commissari, è proprio il caso che i governi europei comincino a negoziare per l’adesione di Kiev, e pure di Chișinău. A vedere le cose da palazzo Berlaymont, sembra che quel treno partito a giugno 2022 verso Kiev, con a bordo Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron, stia in effetti viaggiando spedito. L’allora premier italiano si era giocato il suo peso politico sulla questione dell’allargamento, e la sintesi trovata all’epoca col duo franco-tedesco è stata la chiave che ha sbloccato per Kiev le porte dell’Ue. Il processo è in corso, e almeno in Ue questo è già un fine raggiunto, anche se per l’Ucraina non è ancora il finale, ovvero l’ingresso effettivo in Europa. Le riforme che Kiev sta accelerando creano un terreno più favorevole per le imprese europee, e agganciano il paese all’Ue sul piano geostrategico. In tal senso, avviare il processo per l’adesione è già aderire. Ciò non significa certo che tutti i governi europei siano già pronti a integrare nuovi stati membri; e soprattutto non è pronta l’Ue stessa. Allargare significa inevitabilmente rivedere l’intera architettura europea. Non a caso il governo tedesco, che sull’idea di riformare i trattati europei si è dimostrato assai meno zelante di quanto ventilato da Olaf Scholz a inizio mandato, ora spinge per un pacchetto di riforme. Per quanto possano essere minimali, pragmatiche e scevre da idealismi sull’integrazione politica europea, restano ineludibili se si vuole allargare il ventaglio di stati membri. Allargamento a due velocità Questo mercoledì la Commissione europea ha adottato il nuovo pacchetto sull’allargamento. Ha raccomandato ai governi – ovvero al Consiglio europeo che torna a riunirsi a metà dicembre – di avviare i negoziati con Ucraina e Moldavia. Riguardo alla Georgia, Bruxelles è per concederle lo status di paese candidato; mentre sul versante dei Balcani occidentali, la Commissione indica che l’apertura dei negoziati con la Bosnia Erzegovina potrà avvenire «dopo che ci sarà conformità con i criteri di adesione». In sostanza, quella procedura accelerata che Volodymyr Zelensky invocava non si è tradotta – né poteva tradursi – in un iter istituzionale diverso da quello di altri paesi in attesa da molto tempo; ma nei fatti è senz’altro più veloce la volontà politica Ue. E la volontà politica fa la differenza, come mostra di converso il naufragio delle prospettive di ingresso per la Turchia: «Continua ad allontanarsi dall’Ue», come formalizza la Commissione stessa. Le prospettive di Kiev «Ringrazio von der Leyen per aver sostenuto l’Ucraina nel suo cammino verso l’Ue. La raccomandazione della Commissione perché vengano avviati i negoziati di adesione è un passo storico», ha detto questo mercoledì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Continuiamo il percorso di riforma e attendiamo impazienti la decisione del Consiglio europeo di dicembre». Dice bene la Commissione quando, rivolgendosi alle altre istituzioni europee, attesta che «l’allargamento ha un nuovo slancio, un nuovo momentum». È infatti con l’aggressione russa dell’Ucraina che il processo ha subìto l’accelerazione politica. Il 28 febbraio del 2022, neppure una settimana dopo l’invasione, Kiev ha formalizzato la richiesta di adesione. Il 16 giugno di quello stesso anno, con il viaggio in treno a Kiev, è diventato visibile a tutti che assieme a Draghi si erano convinti prima Macron e Scholz, poi a traino gli altri leader Ue; il giorno dopo – era il 17 giugno – la Commissione europea ha raccomandato che i governi concedessero all’Ucraina e alla Moldavia lo status di paesi candidati. E nel Consiglio europeo del 23 giugno 2022, con il sì dei governi, si è esplicitata quella volontà politica. Non significa che tutti i leader siano convinti di un’Ue allargata al punto da estendere il proprio confine a ridosso con la Russia, né che tutti siano disposti a vedere annacquato il proprio potere di influire in Ue; o che non ci siano dubbi su come questo allargamento può compromettere il processo di integrazione. Ma il punto è che instradare Kiev verso l’ingresso è in sé un obiettivo, al di là dell’esito finale, perché spinge l’Ucraina a fare riforme. La riforma è il finale È il tema economico che, assieme a quello «geostrategico» (come lo chiama Bruxelles), ha davvero motivato alcuni governi, compreso quello guidato da Draghi. Il percorso di ingresso consente alla Commissione di intervenire sui percorsi di riforma interni all’Ucraina, ritenuti chiave anche per gestire le sorti dei poderosi investimenti per la ricostruzione. Il report appena pubblicato dalla Commissione segnala per esempio che da quando c’è la prospettiva dell’ingresso in Ue, Kiev ha «accelerato le riforme anti corruzione». Subito dopo l’allora premier Draghi, era stata Confindustria ad andare a Kiev; e non per caso questo mercoledì il commissario Valdis Dombrovskis ha sottolineato che «l’allargamento è un vantaggio economico per tutti». Anche la relazione tra l’Ucraina e l’Ue però funziona se si cambia in due: a dover fare riforme non è solo Kiev, ma pure Bruxelles. Berlino sta spingendo per alcune opzioni: se aumenta il numero di stati membri, forse è il caso almeno di adeguare il numero di commissari, se non i meccanismi decisionali… © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFrancesca De Benedetti Scrive di Europa ed Esteri a Domani, dove cura anche le partnership coi media internazionali, e ha cofondato il progetto European Focus, una coproduzione di contenuti su scala europea a cura di Domani e altri otto media europei tra i quali Libération e Gazeta Wyborcza. Europea per vocazione, in precedenza ha lavorato a Repubblica e a La7, ha scritto per The Independent, MicroMega e altre testate. Non perdiamoci di vista: questo è il mio account Twitter
Attilio Bolzoni racconta: «La fine della lotta alla mafia e l’isolamento, il mio incontro con Borsellino»Dal trio Fermana al Decreto Crescita, tutti i vizi inguaribili del calcio
L’annuncio di Buckingham Palace: Re Carlo ha il cancro
Nordio spiazza le toghe e pensa a reclutare magistrati tra avvocati e giudici onorariChe fine ha fatto il decreto sulle carceri?
L'Onu chiede 'completa trasparenza' sul voto in Venezuela - Tiscali NotizieCpr di Milo, migranti costretti a dormire all’aperto dopo un incendio. Proteste sedate con idranti e lacrimogeni
Tenaris chiude il semestre con l'utile e i ricavi in calo - Tiscali NotizieL’Ue prova a fermare la protesta dei trattori: deroghe all’agricoltura per tutto il 2024
In carcere ci sono più minori. Così il ddl Caivano fa regredire il paeseIlaria Salis esce dal carcere, ma rimane in Ungheria. Tajani si prende il meritoIncontro Zelensky-Orban: divergenze di vedute sulla pace in Ucraina | Notizie.itCon l’addio di Rizzo si apre la guerra al ministero della Giustizia
Debby e la fibromialgia
Fox, Trump e Harris testa a testa negli stati in bilico - Tiscali Notizie
Bank of England taglia i tassi di interesse al 5% - Tiscali NotizieMorire in carcere per protesta. I suicidi non si fermanoAbuso d’ufficio, tutti i rischi (politici e giuridici) dietro la cancellazioneTrump affondo su Zelensky: "Il più grande piazzista della storia"
"Café Ida. Una saga dalla Ciociaria alla Scozia", il nuovo libro di Alberta RiccardiCsm intitolato a Bachelet, il monito di Mattarella: «I consiglieri non cerchino consenso»Meloni: "Piatto preferito in Cina? Salmone e spaghetti, quelli in brodo". E mima gesto con la mano - Tiscali NotizieL’educazione sentimentale del papa: la sessualità fa parte dell’amore, la lussuria è tossica