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Chiara Ferragni in crisi, Balocco vola: «Bilancio record, quasi 17 milioni di euro di utili». Spunta il salvagente di DamatoIl filtro antiparticolato (Fap) è uno dei dispositivi ormai obbligatori da anni per contenere l'inquinamento delle aree urbane Giuseppe Biondo 29 luglio - 11:06 - MILANO Il Fap riduce le emissioni allo scarico Il filtro antiparticolato è conosciuto principalmente con due sigle: una "italiana" e cioè Fap,ècomefunzionaeperchépuòcriptovalute da Filtro anti-particolato, appunto, l'altra invece "universale" e cioè Dpf, da Diesel particulate filter, o Gpf, da Gasoline particulate filter, a seconda che sia per un motore diesel o a benzina. Comunque lo si voglia chiamare, la funzione alla base è la stessa: bloccare allo scarico le polveri sottili (particolato), spesso visibili nella forma di un denso fumo nero che fuoriesce dal tubo di scappamento. È uno degli inquinanti più infidi e pericolosi per la salute: a causa della sottigliezza delle particelle che lo compongono, supera facilmente i "filtri" delle vie aeree per finire dritto nei polmoni, ragione per cui già da diversi anni è obbligatorio su tutte le auto, a gasolio o a benzina. Il Fap dunque è un dispositivo che contribuisce a rendere l'aria più salubre, ma è un filtro e in quanto tale prima o poi si riempie, si intasa: affinché non causi problemi, periodicamente deve essere pulito o "rigenerato", come si sente dire spesso. COME FUNZIONA— Di Fap ne esistono di diversi tipi, ma il funzionamento alla base è il medesimo per tutti. È un dispositivo con una struttura simile a quella di un catalizzatore. È composto da un nucleo a nido d'ape che priva meccanicamente i gas di scarico delle polveri sottili. Col tempo e i chilometri, il Fap si satura e può intasarsi, per cui periodicamente la centralina dell'auto provvede alla rigenerazione, un processo automatico che dura pochi minuti. Nei motori a benzina, i gas di scarico possiedono una temperatura sufficientemente elevata da consentire la rigenerazione del Fap, ovvero la sua pulizia, quando questa è necessaria. Nei motori diesel, invece, i gas di scarico hanno una temperatura meno favorevole, per cui, per consentire la rigenerazione del Fap, la centralina deve iniettare del carburante nel filtro innalzandone la temperatura ed effettuando così la pulizia. Nei motori a benzina, insomma, ogni circostanza è buona per una rigenerazione efficace e completa del Fap, nei motori a gasolio invece le condizioni devono essere create, e quando l'auto percorre prevalentemente tratti urbani di breve durata o si tengono spesso velocità ridotte, si genera più particolato di quanto se ne riesca a smaltire con la rigenerazione. Ecco dunque i problemi, che possono andare da una spia sul cruscotto, a prestazioni ridotte finendo, nei casi più gravi e per fortuna anche rari, a blocchi o incendi. Il Fap serve a ridurre l'inquinamento delle aree urbane UN PROBLEMA COLLETTIVO— Troppi automobilisti tendono a vedere solamente i lati negativi della presenza del Fap nella vettura. È innegabile che si tratti dell'ennesimo filtro a valle del motore, e in quanto tale - come ad esempio il catalizzatore - costituisce un "tappo" che riduce le prestazioni dell'auto e può essere fonte di problemi. Se non rigenera correttamente, cioè se non si creano le condizioni affinché il Fap possa smaltire le polveri in eccesso, l'auto può risentirne, e nei casi peggiori si possono avere dei problemi anche seri. Rimuovere il Fap però, se da un lato risolve alla radice molte delle possibili noie e migliora la resa del motore, dall'altro rappresenta una soluzione egoistica, buona cioè solo per il proprietario dell'auto, perché gli inquinanti che sarebbero stati bloccati dal Fap finiscono per avvelenare l'aria e chi la respira. Offerte auto nuove La Mia Auto: tutte le notizie Motori: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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