File not found
criptovalute

Mattarella all'incoronazione di Carlo III, domani sarà a Buckingham Palace

Salvini parla della tragica situazione dell'Emilia Romagna e della sconfitta del Milan nello stesso tweetBerlusconi, prosegue la degenza al San Raffaele a un mese dal ricoveroIn Basilicata FdI primo partito, il Pd sale, Azione al 9,2% - Tiscali Notizie

post image

Renzi al royal wedding in GiordaniaQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,Campanella ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Maltempo, in Abruzzo cinque fiumi oltre soglia di allarme - Tiscali NotiziePonte sullo Stretto: Berlusconi esulta dopo l'ok all'opera

Ucraina, le ambasciate russe combattono sui social la guerra delle fake news

Le parole di Sergio Mattarella su Piazza della LoggiaPiove troppo poco e non c’è neve: in Italia scarseggia l’acqua - Tiscali Notizie

Il ministro Zangrillo: "Il governo punta a 320 mila assunzioni in due anni"Zelensky a 'Porta a Porta': Bruno Vespa sarà accompagnato da altri giornalisti

Laura Castelletti: chi è il primo sindaco donna di Brescia

Davvero l’Ucraina aderirà all’Ue? Guida rapidaElezioni amministrative, le reazioni di Meloni e Schlein dopo i risultati

Ryan Reynold
Forza Italia, è iniziata la due giorni di convention: grande attesa per Silvio BerlusconiElezioni comunali 2023: chiusi i seggi al via lo spoglioGuerra in Ucraina, ipotesi di altri negoziati nel week end. Arrivati in Italia circa 9mila ucraini

analisi tecnica

  1. avatarArriva il caldo da record con picchi di 38-40 gradi. E pure le notti saranno ‘africane’ - Tiscali NotizieVOL

    Enoteca Regionale Lucana, rinnovato il Comitato esecutivo - Tiscali NotizieIntervista a Manon Aubry: «La Francia è in rivolta contro il monarca illiberale Macron»Danila Subranni è la nuova responsabile della comunicazione di BerlusconiLaura Castelletti: chi è il primo sindaco donna di Brescia

    VOL
    1. In Germania l’eredità di Merkel rischia di diventare vittima del conflitto ucraino

      1. avatarAlla Cop28 il modello post sisma Appennino centrale - Tiscali Notizieanalisi tecnica

        Bardi "Premiati i fatti, in Basilicata sarà un governo di continuità" - Tiscali Notizie

  2. avatarSpagna, sinistra e destra rinascono in vista delle elezioniGuglielmo

    Sisma, Marsilio "Con governo Meloni accelerazione su ricostruzione" - Tiscali NotizieChiusura campagna elettorale a Catania, Siracusa e AnconaMeloni-Schlein: martedì 9 maggio il primo faccia a facciaAbruzzo, Imprudente "Al via a Pescara gli stati generali della Pesca" - Tiscali Notizie

  3. avatarIn Olanda vince l’ultradestra di Geert Wilders, Salvini si congratulaEconomista Italiano

    Giorgia Meloni: "Pizzo di Stato? Solo detto che caccia al gettito è sbagliata"Papa Francesco: "Non bisogna contrapporre l'accoglienza alla natalità"È morta una delle due ragazzine accoltellate in Germania mentre andavano a scuolaEuropean Focus 52. L’ingresso nell’Ue

La mappa dell’infedeltà delle coppie italiane, regione per regione - Tiscali Notizie

Messina Denaro, il boss trasferito in Abruzzo nella notte con un volo militare - Tiscali NotizieC’è l’accordo sulla leva di emergenza per il gas. Ma è pieno di tranelli*