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Sposi scelgono di far portare le fedi nuziali a un gufo: il rapace vola via con gli anelliMilano: l'arcivescovo Delpini in visita a Palazzo di Giustizia nel dicembre del 2023 - Fotogramma COMMENTA E CONDIVIDI Per «riuscire a vincere» il male rappresentato dall’illegalità e dalla malavita organizzata,criptovalute l’azione del legislatore, della magistratura e delle forze dell’ordine non basta: «è necessaria una conversione morale, è necessaria una fortezza interiore, è necessario che i cittadini onesti siano uniti nel difendere il bene comune» disse l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, intervenendo alla manifestazione antimafia a sostegno di Nicola Gratteri del 5 luglio 2022. «È necessario dimostrare che l’opera onesta è più solida e più redditizia dell’opera disonesta. È necessario dimostrare che la cura per il bene comune favorisce e arricchisce i cittadini, più che l’ossessione per il proprio interesse privato. Una rivoluzione morale è necessaria perché ci sia una cura della legalità. È per questo che invito tutti a riflettere sulla necessaria conversione morale e sull’unità di tutte le parti sane della società, perché il male sia estirpato e coloro che fanno il male siano convinti che è meglio fare il bene».A questa «resistenza» e «rivoluzione morale», così necessarie anche in terra ambrosiana, contro l’usura, la corruzione, «l’infiltrazione della criminalità organizzata nella politica e nelle imprese», i credenti partecipano come «figli e figlie della luce» che «credono in Dio, perciò hanno fiducia, pregano e operano, reagiscono allo scoraggiamento e si fanno coraggio a vicenda. Non si aspettano di vincere rapidamente tutte le mafie, ma credono che la battaglia si vince giorno per giorno, incontro per incontro, persona per persona». Credono in Dio «e perciò si radunano a pregare, a protestare, a sperare, a costruire percorsi di legalità, di giustizia, di pace», come disse Delpini alla veglia ecumenica in memoria delle vittime innocenti delle mafie, svoltasi a Milano il 20 marzo 2022. Anche quando «il bene sembra sconfitto e l’impegno sembra inutile», sanno che «Dio continua a essere alleato del bene e perciò invocano ogni giorno che venga il Regno di Dio».Questi interventi sono ora pubblicati nel volume “Più giusti più liberi” (In Dialogo, 112 pagine, 12 euro), che raccoglie discorsi e riflessioni sulla legalità e la giustizia tenuti da Delpini dal 2019 al 2023. Dall’intervento al Consiglio comunale di Milano del 25 settembre dello scorso anno a quelli tenuti a Palazzo di Giustizia e in altre occasioni, parole per rileggere sfide e derive dell’economia, della politica, della società, della giustizia e chiamare alla presa di coscienza e all’impegno, personale e comunitario. Parole forti e chiare, come quelle per denunciare l’«invasione» del denaro sporco e il crescere di diseguaglianze «insopportabili». Anche a Milano. Ma, sempre, parole per alimentare la speranza e invocare alleanze per il bene comune. Da autentico defensor civitatis, com’è vocazione dei pastori ambrosiani.Dialogano con le sue riflessioni gli interventi di Giuseppe Ondei, presidente della Corte d’Appello di Milano, Mattia F. Ferrero, presidente dell’Unione Giuristi cattolici di Milano, e di monsignor Carlo Azzimonti, moderator Curiae della diocesi di Milano. E sono parole per «sollecitare e sottolineare una disposizione personale e una responsabilità specifica nel modo di agire, lavorare, governare in modo “più giusto” – scrive nella prefazione Gianni Borsa, presidente dell’Ac ambrosiana – per garantire a tutti di essere “più liberi”».«La mia speranza ha le radici nella fede cristiana», ha scritto Delpini in un articolo pubblicato su chiesadimilano.it nel quale riprende la lettera ai parroci sull’usura e le mafie del 2 gennaio 2019. «E questa alimenta una stima dell’Umanità e la persuasione che le donne e gli uomini onesti, che sono capaci di lavorare insieme, capaci di guardare lontano, possono mettere mano all’impresa di aggiustare il mondo»..
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