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Una nuotata lunga sessant’anni, perché rileggere John CheeverI processi a Erich Priebke e cosa avvenne dopo la sua morteRaccontato nella nuova puntata di Altre Indagini,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock il podcast di Stefano Nazzi per abbonate e abbonati del Post Condividi CondividiFacebookX (Twitter)EmailWhatsappRegala il PostIl 6 maggio 1994 una troupe dell’emittente televisiva statunitense ABC rintracciò e intervistò a San Carlos de Bariloche, in Argentina, un ex capitano della Gestapo, la polizia delle SS. Quell’uomo si chiamava Erich Priebke, aveva operato a Roma tra il 1939 e il 1944 e aveva avuto un ruolo importante in quello che ricordiamo come l’eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto a Roma il 24 marzo 1944: 335 uomini furono assassinati a gruppi di cinque con un colpo di mitra o di pistola alla nuca.Fu una rappresaglia voluta dai vertici nazisti dopo che un gruppo di partigiani aveva attaccato a Roma, in via Rasella, la colonna del battaglione SS Bozen, impegnato in città con compiti di polizia e sorveglianza. Morirono 33 soldati nazisti, tutti provenienti dall’Alto Adige. La rappresaglia fu decisa con un rapporto di uno a dieci: per ogni militare delle SS ucciso, furono assassinati dieci cittadini romani.Quando quell’intervista venne trasmessa in Italia, un procuratore militare, Antonino Intelisano, richiamò il fascicolo che riguardava quell’ex capitano scoprendo che, dopo la Seconda guerra mondiale, nei suoi confronti era stato emesso un mandato di arresto per crimini di guerra. Quel mandato non era mai stato eseguito. Fino al 1948 Priebke era rimasto in Italia; poi era scappato in Argentina attraverso la cosiddetta “Ratline”, la via di fuga utilizzata da molti nazisti, aiutati da uomini del Vaticano, per lasciare l’Europa.Dopo mesi di controversie giudiziarie, Erich Priebke venne estradato in Italia. Le due puntate di Altre Indagini raccontano dei processi che seguirono, del tentativo di Priebke e di chi lo appoggiava in Italia di addossare tutta la responsabilità ai partigiani che avevano compiuto l’azione di via Rasella. Ma raccontano anche di come nacquero alcune false narrazioni su ciò che avvenne, di come i fascisti ebbero un ruolo nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, di come venne facilitata, alla fine del conflitto, la fuga dei criminali di guerra nazisti e di come qualcuno in Italia decise che i crimini compiuti dalle SS e dall’esercito tedesco andassero prima nascosti poi dimenticati.Raccontano di come Priebke e tanti altri ex ufficiali nazisti si trincerarono dietro la frase «Ho eseguito gli ordini» addossando di fatto tutte le responsabilità al solo Adolf Hitler, di come lo stesso Priebke fino all’ultimo negò l’esistenza dei campi di sterminio e definì i 335 cittadini assassinati «quasi tutti terroristi», e di come si decise, dopo la sua morte, avvenuta nel 2013, di seppellire l’ex capitano delle SS in una tomba senza nome e in un luogo sconosciuto per evitare che la sua sepoltura diventasse meta di pellegrinaggio o di oltraggio.Altre Indagini è un podcast di Stefano Nazzi per le abbonate e gli abbonati del Post. Ogni due mesi racconta una grande vicenda della storia italiana, con gli stessi approcci e rigori che vengono applicati alle storie di cronaca nera raccontate ogni mese nel podcast Indagini. Le storie di Altre Indagini sono disponibili solo sull’app del Post per le persone abbonate: un modo per ringraziarle per la loro partecipazione al progetto del Post e per permettere che il Post possa continuare a fare il suo giornalismo in modo gratuito per tutte e tutti. Se vuoi ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post.Tag: adolf hitler-albert kappler-Erich Priebke-fosse ardeatine-gap-romaMostra i commenti
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