File not found
Capo Analista di BlackRock

Il report degli 007 inglesi è chiaro: i russi sono in difficoltà

Attentato in Afghanistan, attacco suicida davanti all’ambasciata russa di Kabul, ci sono feritiNord Stream, una grande nuvola di metano nei cieli di Svezia e NorvegiaAggressione a bordo di un volo della Jet2: 70enne schiaffeggia steward per un gin tonic

post image

Benjamin Giorgio Galli insultato sui social: "In guerra solo per i selfie"Le Sezioni Unite sembrano porsi in linea con la giurisprudenza prevalente,èstataprudentefareilsalutoromanononèEconomista Italiano secondo la quale il saluto romano in pubblico, in sé e per sé, non ha in automatico una rilevanza penale.Bisognerà davvero aspettare il deposito delle motivazioni per comprendere a pieno le valutazioni delle Sezioni Uniti della Cassazione in merito al saluto romano.Nel dispositivo, gli ermellini spiegano che il saluto romano e la chiamata del presente, nell’ambito di una manifestazione del 2016 a Milano per commemorare la morte di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, costituisce il reato di cui all’art. 5 l. 645/ 1952 (Legge Scelba) e che tale reato è integrato ove la condotta «avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista». In generale non si esclude, tuttavia, che, a seconda del contesto, possa essere integrato anche il reato ex all'art. 2 d.l. 122/1993 (Decreto Mancino) e che i due reati possano concorrere.Da queste scarne parole, le Sezioni Unite sembrano porsi in linea con la giurisprudenza prevalente, secondo la quale il saluto romano in pubblico, in sé e per sé, non ha in automatico una rilevanza penale. Resterà da vedere se, nelle motivazioni, le Sezioni Unite si siano espresse più nel dettaglio sul rapporto fra l’affermata finalità commemorativa e il pericolo di riorganizzazione del partito fascista.Il quesito devoluto alle Sezioni Unite implicava una presa di posizione su diverse problematiche da tempo controverse in giurisprudenza.In primo luogo, se la condotta del saluto romano e la chiamata del presente, evocativa della gestualità tipica del disciolto partito fascista, tenuta nel corso di manifestazione pubblica alla presenza di circa 1200 persone radunatesi per commemorare soggetti deceduti - uno dei quali militante in formazioni politiche conservatrici, gli altri due già esponenti della RSI - senza previa identificazione della partecipazione di esponenti di una associazione esistente oggi che propugni i medesimi ideali del predetto partito fascista, integri la fattispecie di reato di cui all'art. 2 del Decreto Mancino oppure quella prevista dall’art. 5 della Legge Scelba e se le medesime siano tra loro in rapporto di specialità, oppure possano concorrere. GiustiziaSaluto romano, la Cassazione: va applicata la legge Scelba, ma se c’è pericolo di riorganizzazione del partito fascistaGiulia MerloLa legge Mancino e la legge ScelbaI due reati, infatti, paiono sovrapporsi quanto alla condotta descritta, ma tutelano beni differenti.La Legge Scelba punisce l’uso pubblico di gesti e simboli fascisti in quanto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. La condotta, dunque, pone un pericolo per le istituzioni democratiche.La norma del 1993, invece, punisce l’uso del gesto fascista non in quanto tale, ma come mezzo di odio, cioè in riferimento a idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale ed etnico; si pensi agli scontri fra tifoserie. Infine – ma questo non rientra nel quesito – si potrebbe ipotizzare il reato dell’art. 604 bis del Codice penale, come indicato dalla Cassazione nel caso della t-shirt “Auschwitzland”.Più interessante, tuttavia, è la seconda parte del quesito: cioè se i due reati siano reati di pericolo concreto o astratto. Seguendo una giurisprudenza della Corte Costituzionale che risale agli anni ’50, infatti, tendenzialmente per le limitazioni alla libertà di espressione si richiede che il pericolo sia valutato in riferimento al caso concreto. Non basta cioè effettuare pubblicamente il saluto romano, ma occorre che il giudice valuti se, nel contesto in cui ciò è avvenuto, la condotta costituisse un pericolo per il bene tutelato – nel caso della legge Scelba: la non ricostituzione del partito fascista. Ciò ha portato a note assoluzioni per raduni con saluto romano sulle tombe della Decima Mas, sulla base della finalità “puramente commemorativa”.Da un lato, il pericolo concreto risponde all’esigenza democratica di evitare che la pena sia usata per mero controllo dei comportamenti, senza una portata offensiva degli stessi. L’essere fascisti, infatti, non è vietato in sé, ma solo ove l’espressione pubblica dell’ideologia diventi strumento di odio e discriminazione (decreto Mancino) oppure un passo verso la ricostituzione del partito fascista (Legge Scelba). Dall’altro, tuttavia, per la legge Scelba il ragionamento nasconde una fallacia a monte. Cosa vuol dire accertare un pericolo in concreto di riorganizzazione del partito fascista? Se lo si intende – come verosimilmente il legislatore dl ‘52 – come il PNF storico, allora il reato si limita a formazioni paramilitari organizzate. Ma sono veramente questi piccoli gruppi il pericolo per la democrazia? Non lo è piuttosto la mentalità fascista, cioè le varie pulsioni sociali che dal fascismo furono catalizzate (complottismo, odio per le sinistre, culto del maschio virile e della tradizione, xenofobia, avversione per la legalità)? Il fascismo, infatti, a differenza del nazismo, non fu ideologia chiara e rigida, ma collettore di istanze e rabbie private, differenti e incoerenti. Proprio queste possono generare, in forma nuova, nuovi orrori.Il pericolo non è astrattoAnche dunque se le Sezioni Unite si fossero spinte – come invece non hanno fatto – a qualificare come astratto il pericolo di ricostituzione del partito fascista, non sembra questo il piano corretto. Nella giurisprudenza tedesca il reato corrispondente a quello della nostra Legge Scelba viene interpretato come reato di pericolo astratto. Vige cioè un divieto generale di uso pubblico di simboli nazisti (incluso il saluto romano). Ciò è visto come un confine etico per la vita democratica, la tutela di un patto costituente comune. A differenza di ciò che si potrebbe pensare, tuttavia, non è corretto ridurre la differenza fra Italia e Germania al piano giuridico.La differenza è semmai sociale e culturale. Per la maggior parte dei tedeschi vi è un collegamento immediato fra questi simboli e i crimini di massa. Quanto si può dire che per gli italiani il riferimento al fascismo sia subito collegato alla repressione degli antifascistici, alle torture nelle ville tristi, alle esecuzioni sommarie della RSI, alle leggi razziali, al ruolo nella caccia all’ebreo, agli incommensurabili crimini coloniali in Libia e Etiopia, ai crimini di guerra in Spagna, Jugoslavia, Grecia? Quanto si sa di quei crimini?Il problema è dunque a monte: prima di capire e decidere perché e in che termini l’uso pubblico dei simboli fascisti ponga un pericolo per la democrazia, occorre fare i conti con il fascismo come prodotto della società italiana. È proprio questo forse il paradosso: tanto la parola fascista è stata ed è presente nel dibattito politico italiano di tutta la storia repubblicana, quanto poco ci si è davvero confrontati con il fascismo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPaolo Caroliricercatore di diritto penale, Università di Torino

Bambino di 3 anni precipita dal quarto piano di un centro commerciale: morto davanti al padreNew York, la governatrice dichiara l’emergenza poliomielite

La furia dell'uragano Ian sulla Florida: almeno 17 morti

Morte Regina Elisabetta, un doppio arcobaleno "illumina" Buckingham PalaceHuggy Wuggy: cosa c'è di vero nella sfida dove sarebbero rimasti feriti 7 bambini?

Pietra di Scone, cos'è e perché potrebbe essere un problema per l'incoronazione di Carlo IIII russi liberano 215 prigionieri fra cui gli "eroi dell'Azovstal"

Passeggini UPPAbaby ritirati dal mercato: possono provocare l'amputazione delle dita ai bambini

Entra in casa della ex e butta le ceneri del figlio e dell'ex marito della donna nella spazzaturaPrimo disappunto reale per Carlo durante la proclamazione

Ryan Reynold
25 anni fa moriva Madre Teresa: Calcutta si prepara a celebrare la santaL’Ue avverte Meloni: “Il reddito di cittadinanza non va tolto”Ghana, uomo scavalca un recinto dello zoo di Accra per rubare un cucciolo: sbranato da un leone

Capo Analista di BlackRock

  1. avatarNeonato morto nel letto, un anno prima la madre aveva perso un altro figlio nello stesso modoBlackRock Italia

    Ripercussioni ed escalation offensiva: ecco cosa potrebbe innescare l’attentato a Darya DuginaIndia, 12enne picchiato con dei mattoni e violentato da tre minorenni tra cui un parenteGuerra Ucraina, Scholz a colloquio con Putin: chiesto il ritiro delle truppeNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 378

    VOL
    1. Ucraina, spento anche l'ultimo reattore a Zaporizhzhia

      1. avatarEntra in casa della ex e butta le ceneri del figlio e dell'ex marito della donna nella spazzaturaETF

        Donna costretta a viaggiare per 2mila km per abortire un feto con una gravissima malformazione 

  2. avatarNew York, la governatrice dichiara l’emergenza poliomieliteCapo Analista di BlackRock

    Taiwan, due navi da guerra attraversano lo stretto. L'annuncio della Marina statunitenseTerremoto in Afghanistan, scossa di magnitudo 5.3: almeno 6 mortiBimbo cade con la testa in un secchio e muore: era da solo a casa con i fratelliniCapelli impigliati nel nastro che trasporta i bagagli in aeroporto: morta ragazza di 26 anni

  3. avatarGemelle sposano gemelli e partoriscono, i figli sono identici fra loroCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Erdogan e Putin si sentono di nuovo, il turco: “Possiamo mediare su Zaporizhzhia”Macron striglia i francesi: “È finita la pacchia, dite addio all’abbondanza”Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 391Barca contro balena in Nuova Zelanda: 5 morti

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 367

Dichiarato morto muove i piedi prima dell’espianto degli organi  Chi era Michail Gorbačëv, l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica morto a 91 anni*