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Esempio lettera di presentazione per autocandidaturaNon ci sono soltanto i branchi di lupi a rendere la riserva del Litorale romano un'area così preziosa sul piano faunistico. Un contributo importante alla biodiversità è infatti garantito anche dalle specie di volatili che la popolano e,criptovalute tra questi, i nibbi bruni. Come quelli che il naturalista Marco Antonelli, esperta guida in f ha visto e fotografato nel pomeriggio del 9 agosto.Il raduno dei nibbi bruni“Sapevo di questi mega raduni ma non mi era ancora mai capitato di osservarne uno – ha spiegato Antonelli, raggiunto da Romatoday – erano quattordici esemplari, distribuiti su due querce”. Cosa stava facendo un numero così consistente di rapaci? “Si preparavano al volo che a breve spiccheranno in direzione dell’Africa subsahariana. E’ lì che tornano dopo aver nidificato in Europa”.Una specie poco diffusa in ItaliaL’avvistamento di queste specie, nelle condizioni immortalate dall’obiettivo del naturalista, non è troppo frequente nella nostra regione. Intanto perché è possibile vederli solo tra marzo ed agosto e poi, come ha ricordato l’esperto, “sono una specie considerata ‘vulnerabile’, presente soprattutto in un certo tipo di habitat che solitamente include zone che vanno dalla pianura alle colline. Ed è stimato che in tutto il Paese vi siano circa un migliaio di coppie nidificanti” e la maggior parte non è concentrata nell’Italia centrale. Le caratteristiche dei nibbiTra le specie di rapaci più longeve, in grado di raggiungere i 25 anni di vita, si distingue da altri predatori per il colore dal ventre, marrone striato di scuro e per le ali che sono in gran parte bianche, con la punta più scura. L’apertura alare può raggiungere il metro e mezzo mentre la testa e la coda, come sanno gli appassionati di bird watching che hanno imparato a riconoscerli, sono solitamente grigiastre. In partenza per l'Africa centro meridionaleMa cosa stavano facendo tutti quei rapaci sugli alberi? “Erano nel tipico atteggiamento del roost che è quel fenomeno per cui si radunano in certi siti specifici, anche a decine di esemplari - ha chiarito Antonelli - Ieri al tramonto ne ho contati quattordici, tra adulti e giovani. Si radunano tutti insieme in vista della migrazione verso il continente africano che, i nibbi che hanno nidificato in Italia, percorrono attraversando lo stretto di Messina”. Una rotta che viene seguita anche da altre specie, come i falchi pecchiaioli, presi di mira dai bracconieri che pensano, abbattendoli, di garantirsi la fedeltà coniugale. Una tradizione che fortunatamente non coinvolge i nibbi ma che ha portato gli altri rapaci, in passato, a rischiare l’estinzione.
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