File not found
trading a breve termine

Il Consiglio di sicurezza Onu vota contro i referendum di Mosca

Tentano truffa nel casinò della nave da crociera più grande del mondo: arrestatiUganda: morto un bambino di Ebola (e altri 11 casi confermati)Uomo chiamato a combattere in Ucraina, la moglie uccide la figlia di 4 anni e tenta il suicidio

post image

Regina Elisabetta II, l'ultimo viaggio della sovrana: il feretro è arrivato a Buckingham PalaceÈ stata probabilmente la scrittrice più politica nel tempo in cui la politica perdeva il suo senso più profondo. E insieme a lei si perdevano anche la scrittura,Professore Campanella il giornalismo e gli intellettuali nel loro rapporto con la realtà«Se morissi domani (e il giorno della mia morte non è lontano) ci sono centinaia di persone che potrebbero alzarsi per dire: “Michela Murgia direbbe”. Perché anche se non potrò dirlo, comunque l'ho detto», disse prima di andarsene.Michela Murgia direbbe, in tanti lo abbiamo pensato quando spuntò un generale vanaglorioso che sembrava un suo personaggio: «Per fortuna i militari non sono gente che si lascia scuotere dalle critiche assurde di chi vede fascisti dappertutto» (da Stato di servizio in Tre ciotole, Mondadori).Michela Murgia direbbe, da dodici mesi lo pensiamo un po' su tutto. E sempre concludiamo come ha scritto Alessandro Giammei su Domani. Michela Murgia manca. Ma anche Michela Murgia c'è. Un anno dopo la sua scomparsa, con quel funerale in una chiesa nel cuore di una Roma vuota e bellissima, con la «folla di fulmini senza tuoni» in piazza di cui ha parlato Giammei.Una donna del suo tempoMichela c'è perché è profondamente contemporanea, una donna del suo tempo, e insieme è inattuale, fuori dal corso dei giorni. È stato il suo atteggiamento esistenziale, spirituale. Sentirsi “già”, immersi in questo mondo, con la passione per quel che accade, senza distinzione tra la storia individuale e personale e la storia collettiva delle donne e degli uomini.E insieme “non ancora”, perché non è in questo tempo il compimento, l'esodo non è finito, sei sempre in un cammino accidentato, tra cadute, ritorni all'indietro, tradimenti, dentro un deserto di ingiustizia, di incomprensione, nell'impossibilità di riconoscere davvero l'altro, e forse te stesso.Michela era ribalda, corsara, perfino cinica, sempre nella mischia, e era altrove. È incredibile che nel piagnisteo che inscenano ecclesiastici e politici sulla irrilevanza del cattolicesimo nessuno si ricordi che la più letta, discussa e amata intellettuale italiana si sia definita indipendentista sarda, femminista, cattolica: «Sono cattolica e il mio incontro con Dio è un incontro nella storia, non fuori dalla storia. Tutto quello che ho fatto nella vita l'ho fatto nella convinzione di stare dentro il progetto di Dio. Non c'è stato un giorno della mia vita in cui non ricordi di essere stata credente», ha detto in Ricordatemi come vi pare (Mondadori).«Essere cristiana mi ha reso una scrittrice migliore. Sono diventata cristiana grazie all'Azione cattolica, che è l'unica associazione laicale democratica della Chiesa cattolica. L'educazione a un alfabeto di libertà e di autodeterminazione». Lì insegnavano che laicità significa considerare le cose per come sono, nella loro identità. Nel vivere qui, adesso, insieme, che è la politica, il senso del fare politica. CulturaIncantesimi orali e misticismo, il libro postumo di Michela MurgiaAlessandro GiammeiUna scrittrice politicaIn questo Michela Murgia è la scrittrice più politica. Lo è stata nel tempo in cui la politica perdeva il suo senso più profondo, e si perdevano anche la scrittura, il giornalismo, gli intellettuali, nel loro rapporto con la realtà. Il pezzo di viaggio che ha attraversato Michela, lo scorcio tra la chiusura del secolo scorso e il primo quarto del secolo nuovo, è quello in cui tutto ha finito e molto altro è cominciato.«Come siamo arrivati a questo punto così, di colpo?», si chiese nella primavera 2023. E rispose con una serie di storie su Instagram sul come si è arrivati al “nuovo fascismo” cui aveva dedicato, anni prima, un libro in cui svelava la inutilità degli «anni di retorica»: «Troppe le giornate della memoria. Troppa la fuffa ideologica sulla Resistenza che ha fatto sì che del nonno partigiano si ricordino tutti e del nonno fascista nessuno mai» (in Istruzione per diventare fascisti, Einaudi).Nelle storie c'era il percorso di questi anni, dal G8 di Genova alla legge Bossi-Fini alle leggi sulla precarietà del lavoro alla democrazia del capo che prospera sulla sfiducia, sulla devastazione della credibilità delle istituzioni costituzionali. E c'è un corpo, tra gli altri, che attraversa questo passaggio.Il corpo di Michela Murgia che al suo ingresso sulla scena pubblica è parola collettiva e anonima, potenza pura del racconto, è lei e ed è tutte e tutti i lavoratori del call center Kirby, nel blog senza nome che diventa successo editoriale. E poi è la sua scrittura che brulica, che arriva come «una torta di fango impastata di formiche vive», come quella con cui gioca Maria all'inizio di Accabadora. «La cifra della mia scrittura è il disorientamento di chi mi segue», dirà. E infine il corpo appare in tv, sulla radio, sui giornali, sulla rete. CulturaMichela Murgia: «Grazie, incauti potenti impotenti. Vedere un limite significa poterlo usare»Partigiana e imperfettaUn corpo davanti alla telecamera, sotto la luce di un riflettore, sopra un palco, per «provocare azioni nel corpo della società italiana». Un corpo spesso solo, anzi, lasciato solo. Perché Michela non ha mai cercato la solitudine, l'ha combattuta moltiplicando legami, famiglie, figli di anima, mettendosi al fianco di altre solitudini che lei riconosceva, come quella di Roberto Saviano, l'ha sofferta in modo indicibile quando il suo corpo è diventato oggetto di odio, è stato minacciato, sottoposto a violenza inaudita, scatenava la pulsione oscura di un'Italia patriarcale, ostile all'intelligenza di una donna che in modo sfrontato affermava di voler dire la verità.Una verità partigiana, imperfetta, addirittura sporca, ma per fortuna non ripulita, non riparata, non protetta, non messa in bella copia, non riposta al sicuro e al caldo dei cenacoli e delle accademie, delle redazioni dei giornali progressisti e nei retropalchi dei festival, dove amano incontrarsi i neo-sapienti.Michela partecipava, era «una donna che sa», ma non era una sapiente, non parlava la lingua degli iniziati. Era esposta e si esponeva, metteva la sua parola in circolazione, non aveva sotterrato ma trafficava il suo talento, senza pudore e senza difese. Fino a rappresentare, nella nostra storia recente, un caso unico di rapporto tra intellettuali e potere. «In Italia il potere ha il terrore degli intellettuali. E gli intellettuali hanno il terrore del potere».Lei conosceva la paura, ma non il terrore. Il potere aveva imparato a sfiorarlo, in una certa misura a esercitarlo, rimanendo però al fondo straniera, in-appartenente, divisa tra le due Michele che convivevano in lei, «una sarda e una italiana», ma non scissa, perché non si potevano separare. «Noi sardi siamo abituati ai rumori di guerra», diceva, ma la guerra era sempre più faticosa, quando le si chiedeva di non parlare e di non scrivere più di politica, impossibile per lei, perché l'incontro nella storia (con le persone, con Dio) è sempre politica.Una luce che brucia ancoraAlla fine, la trovavi in fondo a sinistra, nel punto più nascosto del locale di Trastevere che aveva eletto a casa, studio, ufficio, ma anche recapito postale, angolo di scrittura, luogo di preghiera, comitato elettorale, confessionale, piazza di incontro, in cui scrivere libri, escogitare strategie, ordire congiure (letterarie), progettare viaggi (in Corea), ricucire le amicizie perdute, congedarsi.Chiudeva il computer, si accoccolava sui cuscini, si lasciava abbracciare. Al termine del suo “secondo libro postumo”, «solenne e sfacciato», raccolto da Beppe Cottafavi nel luglio 2023 e curato da Giammei, il suo testamento, da leggere, da amare, Michela dice che la sua voce non sarà più un tuono, un terremoto, un vento, ma un refolo, come quello che sente nella Bibbia il profeta Elia. «Nel refolo c'è la voce dello Spirito. Se non ti fermi a riflettere, il refolo non lo senti mai».E concludeva: «Se bruci tanto, fai tanta luce. Ma forse ne sarebbe bastata meno. Forse sarebbe bastato che non fossi io quella che parlava per prima, quella che gridava più forte... Ora posso permettermi l'egemonia del silenzio perché ho parlato per anni, moltissimo».Michela manca, sì, manca moltissimo. E Michela c'è. Per Michela parlano le vite che con la sua scrittura ha cambiato e che continueranno a cambiare. Per chi ha avuto il dono di incontrarla nella vita parla anche il silenzio. La luce di una candela che brucia anche da spenta, una presenza che non smette di illuminare il buio. FattiUn murale per Michela Murgia. «Il suo sorriso continua a fare rumore»© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMarco DamilanoGiornalista e saggista, è stato direttore de L'Espresso dal 2017 al 2022. Collabora con Domani e, da settembre 2022, conduce una striscia quotidiana di informazione in onda su Rai3

Biden avvisa i dem: "Visto cosa è successo in Italia?"Nord Stream, una grande nuvola di metano nei cieli di Svezia e Norvegia

Allergica ai latticini, 42enne morta dopo aver mangiato un panino vegano contaminato con latte

Il report degli 007 inglesi è chiaro: i russi sono in difficoltàSparge le ceneri del padre in volo ma l’aereo precipita: morto anche il pilota

Armenia e Azerbaigian, cosa sta succedendo e i motivi dello scontro  Morte Regina Elisabetta, Harry è andato da lei da solo: dov'era Meghan Markle?

Lascia la fidanzata e lei subito dopo vince alla lotteria

Ha rapporti con due uomini diversi nello stesso giorno: partorisce gemelli di papà differentiBimbo di 7 anni scrive una lettera alla Regina Elisabetta: riceve risposta il giorno della sua morte

Ryan Reynold
Gas, il prezzo supera i 300 euro MWh alla borsa di Amsterdam. Attesa riunione d’emergenza dei ministri UeRegina Elisabetta, Harry non può indossare l'uniforme militare e rompe il silenzioFunerali della Regina Elisabetta, Harry non ha cantato l'inno "God Save the King": il motivo

Capo Analista di BlackRock

  1. avatarPutin è per la fine della guerra il prima possibile, dichiara: "Kiev non vuole negoziare"criptovalute

    Messico, bimba di 3 anni dichiarata morta si risveglia al suo funeraleLa Guinea Equatoriale abolisce la pena di morteRegina Elisabetta, perché ha scelto il Castello di Balmoral per morireAereo colpisce un camion durante il decollo all’aeroporto di Barcellona

    VOL
      1. avatarConduttrice TV suicida dopo aver trovato le mutande di un'altra in casa a un mese dalle nozzeVOL

        Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 379

  2. avatarSmacco per Trump: il Fbi potrà usare i documenti sequestratiProfessore Campanella

    300 cadaveri trovati in un antico convento in Galles: un centinaio sono di bambiniLa bara della Regina Elisabetta II è vuota? Le teorie complottiste sulla morte della sovranaFunerali di Elisabetta II: Joe Biden arriva a Londra. Russia: "Immorale non averci invitati"Bambino di 5 anni morto annegato: travolto dal nubifragio mentre tornava dallo zoo con la famiglia

  3. avatarGas, Gazprom avverte l'Europa in un video: "L'inverno sarà lungo e gelido"analisi tecnica

    Migranti, naufragio al largo della Siria: 81 morti tra cui donne e bambini, si cercano dispersiNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 369Armi tattiche nucleari e arsenale di Putin: ne ha 2000Regina Elisabetta, tutta la famiglia reale è a Balmoral

Carnevale di Notting Hill a Londra, morto un ragazzo di 21 anni accoltellato tra la folla

Barca contro balena in Nuova Zelanda: 5 mortiMorta a 16 anni dopo aver inalato gas esilarante ad una festa*