Milano, detenuto del Beccaria incendia un materasso: tre agenti intossicatiPaura nel campionato giovanile: giovane calciatore colpito alla nucaPamela Mastropietro, la madre in aula con la t-shirt "L'hanno ridotta così"
Aereo scomparso nella nebbia: l'ultimo messaggio del pilotaCol passare dei giorni il caso del presunto insulto razzista si fa sempre più complicato da sciogliere e valutare. Il fatto che tutto quanto sia avvenuto in campo e coinvolga i calciatori rende complicato accertare la verità. E intanto c’è chi rispolvera il motivo delle “cose di campo” che dovrebbero rimanere lìLa parola N e le sue diverse sfumature. Il caso del presunto insulto razzista rivolto da Francesco Acerbi a Juan Jesus nel corso della partita fra Inter e Napoli della scorsa domenica si fa sempre più complesso.Il trascorrere dei giorni compone un quadro che lascia poche certezze ma intanto ha già determinato conseguenze,Professore Campanella come l’allontanamento del difensore interista dal raduno della nazionale e un’indagine della Procura federale (con audizioni che dovrebbero tenersi tra giovedì e venerdì) guidata da Giuseppe Chiné. Che dal canto suo si muove con cautela perché stavolta i fatti hanno portata diversa: se episodio di razzismo c’è stato, è avvenuto in campo e coinvolgerebbe un calciatore come attore del gesto razzista. Dunque siamo su un piano diverso (e più grave) rispetto ai casi di odiose intemperanze di un settore da stadio che usa il colore della pelle di un avversario per scatenare odio e frustrazione.Stavolta si tratta di una “cosa di campo”. Che come tutte le cose di campo presenta almeno due elementi di complessità molto difficili da governare: la contrapposizione fra la parola e la credibilità dei due protagonisti e il pregiudizio (assolutamente inaccettabile) che quanto succede nella bolla della partita debba rimanere sigillato lì anziché essere trasformato in un caso di polemica pubblica. IdeeSe Juan Jesus perdona, il peccato rimane. Il calcio italiano non sa uscire dal razzismoMarco CirielloscrittoreCosa ho detto, cosa ho uditoLa sola cosa certa è che alla fine della partita Acerbi ha chiesto scusa a Juan Jesus. Lo riferiscono entrambi i protagonisti e lo testimoniano le immagini.Da lì in poi tutto quanto rimane difficile da dimostrare e soltanto i diretti interessati possono sapere la verità. Ma poiché si tratta di mettere a confronto la parola dell’uno contro la parola dell’altro, ecco che si ritorna allo stallo di partenza. Né il fatto che il difensore dell’Inter abbia sentito il dovere di scusarsi col difensore del Napoli è di per sé una dimostrazione che egli abbia pronunciato la frase nella versione più grave, cioè quella resa pubblica da Juan Jesus.Sicché rimane da prendere entrambe le versioni e introdurle come elementi di discussione. Juan Jesus ha deciso di dare visibilità alla questione tramite un post di Instagram, ormai diventato il canale di espressione più battuto dai protagonisti dello sport, specie da quelli che devono districarsi fra i divieti opposti dagli uffici stampa dei club. In quella versione si sostiene che Acerbi gli avrebbe detto “negro di m...”. Cosa che, se fosse vera, meriterebbe una punizione esemplare.Dal canto suo Acerbi, come Chiara Ferragni, sostiene di essere stato frainteso e che la frase da lui pronunciata sarebbe stata: “Ti faccio nero”. Che davvero è parecchio demodé, da cinepanettone fuori tempo massimo. Ma ciò non basta a escludere che possa essere stata pronunciata, e se davvero fosse questa sarebbe cosa innocua. Dunque come se ne viene a capo?Le cose da campoL’interrogativo sarà difficile da sciogliere per la Procura federale, che elementi di prova non ne ha. Tutto quanto rimane sigillato in campo e proprio questo è un altro aspetto della storia, quello che mette più in imbarazzo.Un certo imbarazzo deve averlo provato il commissario tecnico della nazionale azzurra, Luciano Spalletti. Che fino a pochi mesi fa allenava Juan Jesus e adesso si trova a gestire Acerbi. Conosce entrambi i giocatori e dunque un’idea se la sarà fatta. Ma se ha scelto di rimandare a casa Acerbi, dopo averlo convocato per le gare amichevoli programmate questa settimana, è stato solo per una ragione di opportunità. Più che condivisibile.Molto meno condivisibili le parole di chi ha dato una valutazione diversa del concetto di opportunità, legandolo proprio alla dimensione di campo. Come ha fatto l’ex calciatore Giuseppe Incocciati (che ha giocato anche nel Napoli), secondo cui Juan Jesus ha esagerato portando la vicenda fuori dal terreno di gioco.Il solito riflesso condizionato di chi pensa che il campo da gioco debba essere mantenuto come uno spazio impermeabile, dove ogni bruttura gode di indulgenza automatica. E già che c’era è intervenuto pure Fabrizio Corona, per dire a Juan Jesus che «non si fa il piangina sui social». Proprio vero che ormai un’opinione non si nega a nessuno.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPippo RussoSociologo, saggista e giornalista italiano. È ricercatore di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio presso l’Università di Firenze
Molotov contro il commissariato Prenestino e busta con proiettile al Tirreno: anarchici sospettatiBiella, malore a scuola: studentessa muore a 18 anni
Sparatoria ad Alatri, Thomas Bricca è morto. Il direttore del San Camillo: “Situazione gravissima”
Maltempo a Venezia: il Mose si alza due volte per l'acqua altaSalta la scuola e si fa filmare mentre uccide una tartaruga: diffonde il video in rete
Incidente sul lavoro: morto Giuseppe Stabile travolto da una catasta di legnoDue uomini massacrati con una spranga e chiusi in una buca: arrestato il cognato
Teneva il fucile sotto il letto ma glielo rubano: ora è nei guaiTerremoto di magnitudo 3.0 al largo della Puglia: localizzato in prossimità della Costa Garganica
Viola il divieto di avvicinamento: la aggredisce e le rompe il nasoCatechista e autista di scuolabus arrestati per pedopornografia: più di 1500 foto e video nel pcSan Martino Buon Albergo, perde il controllo dello scooter e muoreChi è Daniele Marchi, maestro d'asilo investito mentre andava al lavoro
Scontri a Pagani, arrestati 9 ultrà
Malore fatale in azienda l'ultimo giorno di lavoro dopo 40 anni
Un montascale per il piccolo Samuel, partita la raccolta fondiIncidente a Piazza Armerina: morta la nipote 23enne della prima vittimaWashington, il killer della sparatoria si è suicidatoCasaferro dice addio a Don Giovanni Toscano, amato parroco
Campi Salentina, si ribalta con l’auto e rimane incastrato nell'abitacoloOmicidio Davide Piampiano, Fabbri: "Sono stato io, sarei voluto morire al suo posto"Va all'anagrafe per rinnovare la carta di identità: risulta mai nataTerremoto a Cesenatico: scossa di magnitudo 3.5