File not found
ETF

Taxi a Milano: la decisione del Tar su 450 licenze

Salerno, bimbo azzannato da due pitbull: indagata anche la madreScossa nella notte, terremoto di magnitudo 3.5 a Reggio CalabriaPorta a Porta, la puntata sull'aborto fa discutere: interviene la redazione

post image

Nuovi ospedali in Sardegna: la Giunta Todde annulla la delibera di SolinasEro molto curioso di vedere come l’autore Sellerio se la sarebbe cavata con il format del Giallo Mondadori perché è tradizionalmente pieno di argomenti indicibili mentre lui è uno scrittore con una vena sperimentale e un gusto per la dissacrazione tali da non sopportare gli ordini costituiti.In apertura di Tutti i particolari in cronaca,MACD il primo Giallo Mondadori scritto da Antonio Manzini, c’è una citazione di Erich Auerbach, grande interprete della Divina Commedia (chissà come l’avrebbe scritto Dante un Giallo Mondadori): «Il segreto deve essere cercato non esclusivamente nell’intreccio, ma nel narratore».Come una licitazione di bridge, la frase dichiara quello che l’autore vuole perseguire nel romanzo. E mi ha ricordato uno dei più controversi (e geniali?) romanzi nella storia del giallo, L’assassinio di Roger Ackroyd della cinica e bara Agatha Christie, il libro in cui il mystery ha perso per sempre l’innocenza.Due sono i protagonisti della storia. Il primo è un giornalista, Walter Andretti, che dopo una felice esperienza da cronista sportivo in un quotidiano locale è stato costretto a riciclarsi come cronista di nera, genere che non ama e nel quale non ha nessuna dimestichezza.A complicargli la vita c’è poi la Stronza, la capocronista, che lo tratta con molta rudezza, come vuole la tradizione, un po’ da caserma, del mestiere. Inoltre, piove sempre sul bagnato, Walter è reduce da una delusione sentimentale e all’orizzonte non si profilano nuovi amori (veramente uno sì, ma non fatemi spoilerare).L’altro protagonista di Tutti i particolari in cronaca è una figura tragica. Carlo Cappai è archivista in tribunale ed era figlio di un giudice di corte d’appello molto importante e influente con cui Carlo ha combattuto (e perso) tutta la vita.Le ferite di Carlo sono ancora aperte e vive da solo nella casa dei genitori, ormai una casa di fantasmi, senza mai cambiare nemmeno un soprammobile, senza mai dare una rinfrescata alle pareti, in una sorta di clausura conventuale che sa di espiazione.Come diceva Montale? Spesso il male di vivere ho incontrato. Anche i lettori di Manzini lo incontrano spesso nei romanzi del loro amatissimo autore.Nell’archivio dove Carlo Cappai trascorre le sue giornate avviene una cosa inquietante. Si sentono voci. Sono bisbigli, sussurri incessanti che provengono dai fascicoli accatastati dei processi. Il lamento proviene in special modo dai faldoni parcheggiati nella Sezione A/7, detta il Purgatorio. Le carte che hanno ormai passato tutti i gradi di giudizio e sono in attesa della distruzione.È una Spoon River delle vittime che nei processi non hanno ottenuto giustizia e la reclamano: i colpevoli l’hanno fatta franca per protezioni dovute al censo, per privilegi di casta. Il più delle volte il magistrato deus ex machina di queste ingiuste assoluzioni, ottenute attraverso cavilli, quasi esercizi di alta enigmistica nell’interpretazione della legge e nella coniugazione delle procedure, è stato, tra un draw e un putt, l’odiato padre di Carlo giocando a golf una mattina con l’ammanicatissimo avvocato difensore di turno.«Questa era la vita di Carlo Cappai. Nessuno lo conosceva per davvero, solitario, grigio e sfuggente, una macchia delebile che il tempo avrebbe pensato a cancellare. Carlo Cappai, invece, era un ragno che da quarant’anni tesseva la sua tela». La trappola in cui vuole attirare gli impuniti.Non ci sono spiragli di luce nella vita penitente dell’archivista. L’unico momento di relax che Manzini, quasi mosso a pietà (non ha un cuore di pietra), gli concede (così come allunga gli spinelli a Schiavone), è una partita a flipper in un bar malfamato. E lo scrittore, prima ancora del personaggio, si abbandona a un nostalgico elogio del vecchio gioco: «Gli era sempre piaciuto il flipper, una commistione di calcolo, fortuna e precisione che si acquisisce solo con un allenamento continuo e ossessivo. Quando era bambino i veri campioni erano adulti che fumavano mentre giocavano, ogni tanto poggiavano la sigaretta su un piccolo posacenere di latta avvitato sul piano di gioco».Tra tutti i casi irrisolti uno brucia di più all’archivista. Un caso di quarant’anni prima. La vittima, morta durante una manifestazione in piazza, era una studentessa di sinistra di 16 anni, Giada Cannavò, che Carlo conosceva più che bene (erano praticamente inseparabili).L’archivista ha giurato che la vendicherà (anche in questo caso il colpevole è rimasto impunito trattandosi ancora una volta di un intoccabile) e conserva per non dimenticare una boccetta di Miss Worth, un profumo molto francese, molto femminile, che proprio lui aveva regalato alla ragazza e che per Carlo è una specie di amara madeleine olfattiva di Giada (la cui vicenda riecheggia a partire dalla data della morte, il 12 maggio 1977, l’analoga vicenda in cui, nella realtà stavolta e non nella fiction, fu assassinata a Roma Giorgiana Masi).Ero molto curioso di vedere come Manzini se la sarebbe cavata con il format del Giallo Mondadori perché è un format tradizionalmente pieno di tabù e lui è uno scrittore con una vena sperimentale e un gusto per la dissacrazione tali da non sopportare gli ordini costituiti.Uno dei tabù del Giallo Mondadori classico era, per esempio, la politica. Guai a scriverne. Manzini, come avete appena visto, lo ha abbattuto.C’è un altro tabù poi. Il Giallo Mondadori è storicamente riluttante (disegni di copertina con bionde fatali o more sensuali in déshabillé e in pericolo di vita) a indugiare su questioni sessuali. Ebbene Manzini non si è fatto pregare e ha piazzato a pagina 18, durante ancora il palleggio di riscaldamento prima che la partita narrativa inizi davvero, il più agghiacciante pompino nella storia letteraria nazionale: «Due curve e lì, in una piccola radura in mezzo al bosco, Lubabah gli avrebbe succhiato l’uccello...». Lubabah è una prostituta nigeriana, il cliente un malvivente di ottima famiglia.Nemmeno da ospite della Real Casa del Giallo Mondadori che si appresta a festeggiare nel 2029 il secolo di vita, Manzini smentisce la sua pessima fama di scrittore dalle (buonissime) cattive maniere.In una classificazione improntata ai comportamenti dei rettili, gli scrittori si possono dividere in due categorie, quelli che in stile boa fanno un sol boccone del lettore e quelli che in stile pitone avvolgono lentamente il lettore nelle loro spire fino a fermarne la circolazione del sangue. Manzini è uno scrittore pitone. Uno scrittore cronista che sa raccontare le piccole vite a costo di correre il rischio dello sfigatismo, di farsi prendere la mano dal pietismo, di cedere a una facile indignazione (ma penso fermamente che in lui il sentimento di solidarietà verso i vinti sia autentico, il successo non gli ha ancora pietrificato il cuore).Manzini è uno dei pochi scrittori che sa prendere le misure della vita così com’è, al grado zero. Per questo è maestro nel raccontare le città di provincia (la Aosta dell’esule Schiavone, ma pure questa Bologna, rimpicciolita e mai nominata, di Tutti i particolari in cronaca) e potrebbe controfirmare la frase di Ennio Flaiano che dice: «C’è un sacco di gente che vive e lavora a Macerata. (L’essenza di Cechov)».Nel romanzo Manzini ripete più volte che la differenza tra giornalisti (come Walter Andretti) e scrittori (come lo stesso Manzini per esempio) è che i giornalisti non devono trovare un finale alle storie che raccontano, i romanzieri sì. La realtà spesso non ha un finale. La fiction deve averlo (preferibilmente consolatorio). E la fiction gialla più di tutte. In un mystery l’importante è finire, come canta Mina.A proposito di finali nella lunga storia del Giallo Mondadori si verificò una volta uno strano caso. Misteriosi personaggi (legati alla concorrenza oppure gratuitamente sadici?) misero in atto una forma di boicottaggio. Costoro strappavano l’ultima pagina del giallo appena terminato per lasciare senza finale chi successivamente, prendendolo su una bancarella o in biblioteca, lo avesse letto.Sulle orme di costoro (come chiamarli? vandali, buontemponi, terroristi della lettura?) Manzini si è strappato da solo l’ultima pagina del libro congegnando uno straordinario finale che si morde la coda, che è un circolo vizioso, che gioca a scaricabarile, che non finisce mai. Perché il segreto è sì nell’intreccio, sì nel narratore, ma soprattutto è nel lettore.Voto: 10© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAntonio D’Orrico

50enne muore travolta dal treno: ipotesi del suicidioMilano, cliente beve vino con detersivo e si sente male: una indagata

Uccise la sorella: confermata la condanna di Alberto Scagni

Il ciclone normanno arriva in Italia: quando e dove pioverà?Palermo, arrestati uomini Matteo Messina Denaro

Morte Mattia Giani, il padre: "In campo mancava il defibrillatore"Milano, 29enne arrestato per apologia della Shoah

Napoli, incidente in centro: morto 36enne

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 67Mirabilandia: problema tecnico per il Katun, passeggeri bloccati a decine di metri di altezza

Ryan Reynold
Meteo, da domani temperature in calo: previsti forti temporaliNapoli, lavavetri aggredisce agenti di polizia: arrestatoSalerno, bimbo azzannato da due pitbull: indagata anche la madre

ETF

  1. avatarMilano, incendio in una palazzina: fiamme divampate dai pannelli solariETF

    Kata scomparsa a Firenze: oggi il compleanno della bimbaNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 50Sergio Mattarella scrive a Papa Francesco: le paroleRoma, 20enne adescata su Instagram e poi stuprata da due uomini

      1. avatarIncidente a Ostia, in provincia di Roma: un uomo è morto investito da un furgoneMACD

        Tragedia in Valtellina: una donna di 41 anni precipita da una zipline e muore sul colpo

  2. avatarMilano, cliente beve vino con detersivo e si sente male: una indagataEconomista Italiano

    Caso Giulia Tramontano: la strategia difensiva di Alessandro ImpagnatielloIncidente sul lavoro a Casteldaccia: Domenico Viola si sveglia dal comaMeteo, tornado in Lombardia e Veneto: temporali al NordPierina Paganelli uccisa a Rimini: test del Dna di massa per trovare l’assassino

  3. 25 aprile, Antonio Scurati legge il suo monologo sul palco a MilanoMilano, operaio 18enne precipita nel cavedio di un cantiere: è in gravi condizioniLonguelo (Bergamo), ex finanziere 85enne sorprende i ladri a casa e spara: un feritoScooter contro auto: 19enne ferito nell'incidente

Ladro si addormenta in un appartamento, i proprietari: "L'abbiamo trovato nel nostro letto"

Caporalato in agricoltura, 10 arresti in Toscana: 67 extracomunitari sfruttati nei campiMalore alla guida: riesce ad accostare prima di morire*