Michigan, sparatoria in una scuola a Oxford: 3 studenti morti e almeno 6 feritiFda: "I test antigenici rilevano la variante Omicron ma potrebbero avere una minore sensibilità"Norvegia, possibile focolaio di variante Omicron dopo un party di Natale
Canarie, eruzione del vulcano Cumbre Vieja: distrutte 60 case in sole 36 oreMitja Gialuz, riformapenaleèMACD ordinario di procedura penale a Genova e membro della commissione Lattanzi che ha scritto la riforma, rifiuta le critiche di chi dice che chi ha scritto la riforma penale non conosce la vita vera dei processi nei tribunali La modifica della procedibilità di alcuni reati, diventati perseguibili a querela, ha prodotto uno scontro tra professori e magistrati. Mitja Gialuz, ordinario di procedura penale a Genova e membro della commissione Lattanzi che ha scritto la riforma rifiuta questa contrapposizione tra teoria e prassi giuridica e avverte il governo, che è è già intervenuto con alcuni correttivi: il rischio è quello di disallineamenti che rischiano di influenzare anche il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. E’ vero che i professori non conoscono il processo in concreto? I professori sono spesso anche avvocati e le aule di giustizia le frequentano. Però hanno il privilegio di guardare la mondo della giustizia in maniera indipendente, fuori da logiche corporative e di interessi. I professori che hanno lavorato alla Cartabia hanno preso atto, sulla spinta del vincolo esterno del Pnrr, di un sostanziale fallimento della giustizia penale e si sono interrogati su come correggere le storture di quello che è prima di tutto un servizio pubblico per i cittadini. La critica è stata anche che, basandosi sui dati, si siano scelti i reati sbagliati a cui cambiare la procedibilità, come le lesioni e il sequestro di persona. Per ridurre la domanda di giustizia esistono due strade. Una è la depenalizzazione in astratto e i dati ci dicono che i reati che più incidono nella prassi sono quelli sugli stupefacenti e quelli legati all’immigrazione. Ci sono le condizioni politiche oggi, o c’erano ieri nel governo Draghi, per depenalizzarli? No. Allora la via è stata quella della depenalizzazione in concreto, aumentando i reati perseguibili a querela e razionalizzando l’obbligatorietà dell’azione penale. Anche le modifiche all’obbligatorietà hanno provocato dibattito, ma per ora nessuna richiesta di modifica. Lo spero. L’introduzione dei criteri di priorità da parte del parlamento per l’obbligatorietà dell’azione penale serve a tutelare questo principio, rendendo però trasparenti e condivise le scelte che oggi i pubblici ministeri già sono costretti a compiere, perché il nostro sistema penale semplicemente non può sopportare un processo per ogni notizia di reato. Questa riforma potrà avere delle asimmetrie ma, per vederle davvero, bisogna prima farla funzionare. I magistrati avevano sollevato dubbi ex ante, mentre scrivevate la riforma? Non mi pare che il Csm abbia sollevato perplessità e nemmeno il parlamento. Quella della modifica della procedibilità non è stata una scelta dei professori ma del parlamento, che con legge delega ha indicato la direttiva chiara della estensione della perseguibilità a querela. Il ministro Carlo Nordio ha già presentato i correttivi in un disegno di legge governativo, riportando sotto la perseguibilità d’ufficio tutti i reati in caso di aggravante mafiosa. La vostra è stata una dimenticanza? Ha detto bene: tutti i reati, non solo quelli toccati dalla riforma. Noi non abbiamo dimenticato nulla, perché il problema di come gestire l’aggravante mafiosa si pone da quando è stata introdotta, all’inizio degli anni Novanta. La riforma è intervenuta sulla criminalità medio bassa e non sulla criminalità organizzata, mentre il recente intervento del governo tocca tutti i reati nel caso di questa aggravante. Sono alle porte altre modifiche, come quella sulla prescrizione. Mi sembra irragionevole introdurre la quarta riforma in cinque anni, anche perché creerebbe disallineamenti spaventosi, provocando enorme incertezza. Ora c’è un contemperamento ragionevole tra i diversi valori in gioco, lasciamo che la riforma produca effetti. Questi interventi potrebbero produrre problemi, visto che la riforma è stata studiata per incontrare gli obiettivi del Pnrr? Ogni modifica rischia di impattare sui fondi europei, per questo sarebbe meglio lasciar lavorare la riforma, monitorarla con attenzione e solo dopo intervenire con ragionevolezza. La riforma ha già prodotto effetti indiretti positivi ancor prima di entrare in vigore, perché ha sollecitato gli uffici giudiziari a modificare il modo di lavorare, anche grazie all’ufficio del processo. Il risultato è stato una diminuzione del disposition time del 15 per cento. È la dimostrazione che spesso sono più utili le modifiche organizzative, che i ritocchi processuali. Ma se si delegittima la riforma e passa il messaggio del liberi tutti, si ritornerà al passato e gli obiettivi rischiano di essere mancati. Il rischio è che ora i tecnici diventino il capro espiatorio degli errori, perché è più facile attaccare loro che i politici? Negli ultimi trent’anni, la giustizia penale è stata terreno di guerre di religione. Il governo Draghi ha affrontato la giustizia in modo laico e pragmatico, ragionando, come si fa in Europa, sui numeri con approfondimenti indipendenti. Ora sbaglierebbe la politica se volesse riappropriarsi delle bandierine ideologiche, dalla separazione delle carriere alle intercettazioni, che sono temi sicuramente importanti ma non prioritari per i processi che interessano i cittadini. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo
Strage al concerto di Travis Scott, morto il bambino di 9 anni rimasto feritoAssalto a Capitol Hill, arrestato Steve Bannon: si è consegnato all'FBI
Com’è cambiato il gioco online in Germania
Omicron, la Finlandia dice no all’ingresso a tutti gli stranieri non vaccinatiLockdown in Austria, il premier Schallenberg: "Le restrizioni stanno dando risultati"
Cina, chi viola le regole covid del governo viene punito e umiliato in pubblicoZanzibar, mangiano carne di tartaruga: 7 morti avvelenati fra cui un bimbo di 3 anni
Bangladesh, incendio a bordo di un traghetto con 500 persone: almeno 37 morti e 100 feritiConcluso vertice tra Biden e Putin: al centro la questione dell'Ucraina
Ritrovato Shoail, il neonato scomparso all’aeroporto di KabulCina, minatori intrappolati in una miniera illegale allagata: 20 estratti vivi e 2 mortiUK, 12enne si suicida dopo uno stupro: il tributo della madre nel giorno del suo 13esimo compleannoAttacco ad uno scuolabus in Kosovo: morti due studenti e l’autista
USA, morto il telepredicatore no vax Marcus Lamb: era positivo al Covid
UE, approvata la richiesta di Ursula von der Leyen: stop ai voli provenienti dall’Africa australe
Variante Omicron, l’Australia vieta i voli da nove paesi dell’AfricaStudente italiano ucciso a New York durante un'aggressione: fermato il presunto assassinoUE, la commissaria della Salute Stella Kyriakides: “I Paesi meno vaccinati rappresentano un rischio”Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 592
Spagna, donna usa il gesto della mano contro le violenze di genere: salvata dal compagnoAllarme degli esperti del Regno Unito: “Senza restrizioni due milioni di casi al giorno”New York, incendio in un condominio di Williamsburg: 6 vigili del fuoco feritiAustria, a quanto ammonta la multa di chi rifiuterà il vaccino dal 1 gennaio?