Abruzzo, Marsilio: TUA tra le migliori aziende italiane di TplCassano Magnago: esordio per la nuova Pro Loco - ilBustese.itParigi 2024, FISE: sport equestri in salute, siamo molto fiduciosi
Milano, firmata intesa tra Comune e Fondazione oratori FomIl 3 agosto 2014 lo Stato islamico attaccò i kuffar (gli infedeli) per eccellenza,Guglielmo il popolo yazida nel nord dell’Iraq, in quello che le Nazioni Unite e vari tribunali europei hanno riconosciuto come il primo genocidio del XXI secolo. Oltre 3.000 uomini, donne, bambini e bambine furono uccisi e almeno 6.800 persone, soprattutto donne, bambine e bambini, vennero rapite. L’Ufficio per le persone yazide scomparse stima che ne manchino all’appello 2.600 Il 3 agosto 2014 lo Stato islamico attaccò i kuffar (gli infedeli) per eccellenza, il popolo yazida nel nord dell’Iraq, in quello che le Nazioni unite e vari tribunali europei hanno riconosciuto come il primo genocidio del XXI secolo. Oltre 3.000 uomini, donne, bambini e bambine furono uccisi, e almeno 6.800 persone, soprattutto donne, bambine e bambini, vennero rapite: le prime oggetto di compravendita tra gli “emiri del califfato” attraverso cataloghi o in tragiche imitazioni dei mercati del bestiame e poi sottoposte a schiavitù sessuale, gli ultimi obbligati a combattere.Nonostante la sconfitta dello Stato islamico, nel marzo 2019, l’Ufficio per le persone yazide scomparse stima che manchino all’appello 2.600 persone. Un notevole numero di loro si troverebbe nel vasto sistema di detenzione istituito nel nord-est della Siria, col sostegno degli Usa, per imprigionare persone sospettate di essere affiliate allo Stato islamico.Centinaia di donne, bambine e bambini ormai grandi si ritiene siano intrappolati nel campo di detenzione di al-Hol, tuttora sottoposti a vessazioni, schiavitù e altre forme di violenza da parte di affiliati allo Stato islamico. La direzione del campo ha ammesso di non essere in grado di controllare la situazione e che al suo interno si è costituito un nuovo gruppo dello Stato islamico.Un numero imprecisato di ragazzi e bambini yazidi si troverebbe in altri 27 centri di detenzione della zona.Diverse persone yazide che, dall’interno di al-Hol, hanno dichiarato la loro identità sono state liberate e rimpatriate in Iraq.Molte non lo hanno fatto e restano recluse: c’è chi teme che, al ritorno, sarà ucciso da parenti di persone affiliate allo Stato islamico che si trovano ad al-Hol; ad altre è stato detto che saranno le loro famiglie a punirle, o è arrivata la notizia di ragazze suicidatesi dopo la liberazione perché lasciate sole coi loro traumi (e questo è vero); altre ancora sono state rapite quando erano così piccole da non ricordare più la loro origine yazida.Una bambina yazida rimpatriata in Iraq ha raccontato di essere stata portata ad al-Hol insieme ai familiari dell’ultimo suo rapitore: «La famiglia con cui vivevo ad al-Hol mi obbligava a occuparmi dei loro animali. Mi trattavano come una schiava». MondoIl calvario dei cristiani in Iraq, ma c’è (ancora) speranza per il futuroFutura d'AprileI timori di chi tornaSua madre ha dichiarato che la ricerca della figlia è stata difficile e che quest’ultima aveva difficoltà a identificarsi come yazida: «Non riusciva a ricordare se era yazida o no. Aveva dimenticato la maggior parte delle cose».Un’altra ragazza che aveva 16 anni quando venne rapita dallo Stato islamico è stata rimpatriata da al-Hol dopo essere stata identificata dalla direzione del campo. Ha raccontato ad Amnesty International di aver celato la sua identità yazida per anni prima che lo Stato islamico venisse sconfitto: uno dei suoi rapitori le aveva mostrato le immagini di quello che aveva definito il delitto d’onore di una bambina yazida tornata a casa e le aveva detto che la sua comunità di origine non l’avrebbe mai rivoluta indietro. Temendo di essere uccisa in Iraq, aveva concluso che sarebbe stato meno peggio mimetizzarsi all’interno di al-Hol.Un ulteriore ostacolo è che molte donne e ragazze yazide che si trovano ad al-Hol hanno giovani figli, frutto della violenza sessuale subita da parte dello Stato islamico. Su di loro si è abbattuto lo stigma di essere «le mogli di Daesh». Alcune di loro hanno il timore, ben fondato, che se si identificassero e venissero rimpatriate sarebbero separate dai loro figli, in violazione del diritto internazionale.Nel 2020 Amnesty International aveva denunciato casi di madri separate dai loro figli dopo l’identificazione ad al-Hol. Il rischio permane ancora. Una donna yazida tornata in Iraq da al-Hol ha raccontato ad Amnesty International di essere stata costretta a separarsi dai suoi figli, che ora vivono nel nord-est della Siria: «Lo sanno tutti che sono i figli dello Stato islamico. Ho ancora alcuni loro vestiti, spesso li prendo in mano e li annuso. Certo che vorrei stare con loro. Fanno parte del mio cuore».La conclusione la lasciamo alle amare parole di Abdullah Shrem, un attivista yazida che da dieci anni cerca d’identificare le persone scomparse: «Lo Stato islamico è finito, ma le persone ancora sotto rapimento sono tante. Ci sentiamo completamente ignorati dalla comunità internazionale».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediRiccardo NouryAmnesty International ItaliaÈ il portavoce di Amnesty International Italia.
Wartsila, Mimit: firmato accordo programma, salvaguardata occupazioneMilitanti di Casapound aggrediscono un giornalista: calci e minacce fuori dal locale di estrema destra. Solidarietà da Meloni
Scuola, nelle iscrizioni del Lazio domina lo scientifico: è scelto da uno studente su tre. Bene l'alberghiero
Settimana tropicale: minime oltre i 20 gradi e massime superiori a quota 30 fino al weekend - ilBustese.itOlgiate è d'oro agli italiani di sincro con il duo Michela Barbini-Alessia Fornasini - ilBustese.it
Mediterraneo rovente nell’inverno più caldo degli ultimi 40 anniUltimo papà, la fidanzata Jacqueline incinta: l'annuncio durante il concerto all'Olimpico. Il bacio sul pancino
Cultura, dalla Regione 470mila euro per 25 progetti in provincia di Varese - ilBustese.itGorla Minore, tutti i rioni nella posizione più importante: quella accanto alla famiglia di Elena - ilBustese.it
Tumore al seno, in Italia oltre 3.800 nuovi casi all'anno in donne under 35Kona, la cagnolina meticcia salva dalla strada due cucciolate di gattini e le adotta: «Adesso è la loro nuova mamma»Kona, la cagnolina meticcia salva dalla strada due cucciolate di gattini e le adotta: «Adesso è la loro nuova mamma»Lauree più richieste, quali corsi portano a uno stipendio più alto? Medicina, Giurisprudenza, Lettere e non solo: l'analisi
Il clima influenza l’estensione delle aree bruciate dagli incendi
Il corpo musicale Santa Cecilia celebra Castellanza, città da 50 anni, nel concerto d'estate - ilBustese.it
Liguria, Paita (Iv): su Gronda ennesima retromarcia del governoTrolley per la spesa, scoppia il nuovo trend: l'accessorio «delle nonne» conquista modelle e influencerOlimpiadi 2024, l'altra cerimonia d'apertura a Tahiti: Leonardo Fioravanti fa il rito della sabbia e balla con le polinesianeUn giovedì di fuoco anche per lo sciopero - ilBustese.it
Depurazione, commissario Fatuzzo: finalmente in gara impianto Napoli Est«Rispettiamo l'ambiente, ma anche il decoro e le persone». La proposta di una bustocca sui rifiuti - ilBustese.itFOTO. Pallanuoto: ultime fatiche per la Rari Nantes Legnano - ilBustese.itTemporali forse solo tra Verbano, Ticino e montagne. La magnifica luna piena immortalata da Bertoni - ilBustese.it