Tra cieli, fuochi e progresso: il grande Ottocento partenopeoQuaderno proibito. Come i diari hanno attraversato la vita di Alba de CéspedesPatatine contese: la storia delle Tayto irlandesi che potrebbero cambiare per sempre sapore
“Quello che si ricorda”, un racconto del Nobel Alice MunroDa qualche mese è tornata alla ribalta mediatica la sindrome Nimby (Not In My BackYard/Non nel mio cortile),Campanella utilizzata in vario modo e in diversi contesti ma sempre per indicare le resistenze di comunità locali ad accettare nuovi impianti industriali nelle vicinanze del proprio cortile. È innegabile che posizioni di contrarietà a insediamenti pericolosi o indesiderati esistano, ma sarebbe importante usare criteri freddi per distinguere situazione da situazioni ed evitare di fare di tutta l’erba un fascio. Le comunità residenti in aree contaminate chiedono per prima cosa di conoscere lo stato dell’ambiente dove vivono e della propria salute, il rischio corrente e quello futuro, queste conoscenze sono basilari per poter affrontare in modo efficiente ed efficace il percorso di risanamento e reinsediamento dei territori. Da qualche mese è tornata alla ribalta mediatica la sindrome Nimby (Not In My Back Yard/Non nel mio cortile), è utilizzata in vario modo e in diversi contesti ma sempre per indicare le resistenze di comunità locali ad accettare nuovi impianti industriali nelle vicinanze del proprio cortile. Ne stanno facendo uso soggetti diversi, amministratori nazionali e locali, media della carta e dell’etere, fino a associazioni ambientaliste, sempre per indicare un ostacolo da superare, di fronte a nuovi impianti con tecnologie definite all’avanguardia e affidabili. Partendo da una catalogazione di comunità o gruppi definiti “sindromici” si svalorizzano e si relegano in un angolo, non si attiva un percorso di ascolto e quindi di comunicazione, si amplificano le distanze anziché ridurle. Curiosa situazione in epoca di esaltazione della resilienza. Certo, è innegabile che posizioni di contrarietà a insediamenti pericolosi o indesiderati esistano, ma sarebbe importante usare criteri freddi per distinguere situazione da situazioni ed evitare di fare di tutta l’erba un fascio. AmbienteCingolani: «I giovani del clima hanno ragione, ma ora anche Greta deve evolvere» Le domande Partiamo allora da quattro punti di riflessione sotto forma di domande: l’impianto o intervento che si sostiene susciti contrarietà di una. Certa comunità di cittadini appartiene ad una filiera provata oppure è innovativo? ovvero quanta esperienza è stata accumulata? L’area geografica di localizzazione è interessata da altri impianti e altre fonti di stress ambientale oppure è a basso impatto? La popolazione residente nell’area potenzialmente esposta a rischi (anche se bassi) è stata sottoposta nel tempo ad altri impatti ambientali e sanitari? Il nuovo progetto/intervento è stato sottoposto, o è in corso, una valutazione di impatto ambientale e sulla salute, che prevedono l’inchiesta pubblica? e ancora, nel caso di opere pubbliche, ci sono stati percorsi di dibattito pubblico? Pare evidente che secondo il tipo di risposta a queste domande sarà diversa la posizione delle comunità locali e emergeranno indicazioni preziose per affrontare con cognizione di causa un rapporto di comunicazione, per il quale l’uso della metafora della sindrome Nimby si rivelerà di scarso aiuto, o peggio sarà controproducente, mentre sarà da perseguire un approccio di cura del territorio, in linea con gli impegni presi per contrastare i cambiamenti climatici. Insomma, in situazioni con comunità esposte da anni a inquinamento, con stato di salute alterato, in attesa di bonifiche da lungo tempo, il ricorso al Nimby-pensiero è controproducente oltre che irrispettoso, ancor più se i nuovi interventi proposti sono poco conosciuti e non sono stati neanche valutari e spiegati. Chi ha svolto studi nelle aree inquinate e nei siti contaminati sa bene che le comunità locali chiedono per prima cosa di conoscere lo stato dell’ambiente dove vivono e della propria salute, il rischio corrente e quello futuro, non chiedono la luna ma informazioni che sono di competenza degli enti pubblici e che spesso esistono. Queste conoscenze sono basilari per poter affrontare in modo efficiente ed efficace il percorso di risanamento e reinsediamento dei territori. Scorciatoie e stereotipi non sono utili e allontanano il dialogo, che è cruciale oggi e lo sarà anche di più in fase post-pandemica a meno di prefigurare scenari distopici a minor tasso di democrazia. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFabrizio Bianchi Epidemiologo ambientale dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, svolge dal 1979 attività di ricerca in epidemiologia occupazionale e ambientale, neuroepidemiologia, epidemiologia genetica e riproduttiva, statistica medica e per la sanità pubblica. E' docente a corsi e master presso varie università italiane. È autore di oltre 400 lavori scientifici, altrettante comunicazioni a congressi e numerosi interventi divulgativi su libri, riviste, radio e TV.
Iss: "Acqua rubinetto sicura e sostenibile ma 1 italiano su 3 non si fida" - Tiscali NotizieManovra, la maggioranza: "Non ci saranno emendamenti"
La teoria del ghosting spiegata da Dua Lipa
Sondaggio, la maggioranza degli italiani è favorevole al premieratoAids, 120mila infezioni e 76mila morti fra gli under 14 nel 2023 - Tiscali Notizie
Malattie rare, approvato nell'Unione europea trattamento orale della Pfic - Tiscali NotizieTelefonata fake a Meloni: il commento di Tajani
Dl Bollette, fiducia alla Camera: dalla social card al bonus trasporti fino all’Iva sul gasUna filosofia morbosa (e pop), ritorna l’enigma Unabomber
Chiedi chi era Silvio. Il giovane Berlusconi spiegato a chi non ha conosciuto il mondo senza di luiFondi per la Lega, Ravetto lancia una riffaSessualità in menopausa, 10 consigli per viverla al meglio - Tiscali NotizieLa strage dimenticata. Così ottant’anni fa nazisti e fascisti uccisero centinaia di innocenti a Lipa
Maturità, le tracce della seconda prova: Platone al Classico, due problemi allo Scientifico
L'ultima proposta della Lega: uccidere donna incinta sia considerato duplice omicidio
Indagine 'Giovani e sanità', 4 su 10 si fidano del Ssn ma superare ostacoli accesso - Tiscali NotizieAccordo Italia-Albania: ecco cosa prevede il piano migranti**Estate: nel beach volley infortuni in difesa e schiacciata, '50% a caviglia e ginocchio'** - Tiscali NotizieLa Russa, il figlio Geronimo entra nel cda del Piccolo Teatro: lo ha indicato il ministro Sangiuliano
Dai calcoli renali alla scarsa sicurezza, ecco le fake sull'acqua del rubinetto - Tiscali NotizieNessuno sa imitare una volée. Com’è difficile portare il tennis al cinemaEstate, guida 'salva' farmaci: da Aifa i consigli per conservarli e utilizzarli correttamente - Tiscali NotizieGiada Massironi, Autore a Notizie.it