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L'appello del Papa durante l'angelus a Putin e ZelenskyAlla Sanremo,analisi tecnica il belga aiutato dal compagno Van der Poel. Sfortunato Filippo, che buca. Ma bene gli italiani Pier Bergonzi Vicedirettore 17 marzo 2024 (modifica alle 09:03) - MILANO Jasper Philipsen LAPRESSE Un giorno scopriremo che la Milano-Sanremo più veloce di sempre è stata il battesimo di un campione. Jasper Philipsen era già considerato il velocista più brillante del gruppo, ma il successo nella prima prova Monumento della stagione lo proietta in una nuova dimensione. Fiammingo di Mol (come Tom Boonen), 26 anni, Philipsen sale il primo gradino di una scalinata stellare sulla quale trova antenati belgi velocissimi come Van Steenbergen e Van Looy, come De Vlaeminck e più recentemente Van Aert. Sprinter da volate di gruppo nei Grandi Giri, capaci di vincere almeno una Sanremo. gara tiratissima— Philipsen ha vinto una Milano-Sanremo tiratissima e molto controllata. La media pazzesca di oltre 46 chilometri orari (battuto dopo 34 anni il record di Bugno del 1990) è stata favorita dal vento a favore. La Cipressa non ha fatto la tanto attesa selezione e Pogacar, dopo avere fatto lavorare la squadra non ha provato una vera azione da lontano. E sul Poggio né Pagacar né Van der Poel hanno fatto una vera differenza. Pogacar (il più forte in gara ieri) ci ha provato almeno due volte. E il secondo scatto a meno di un chilometro dallo scollinamento del Poggio sembrava un pugno in faccia al gruppo ben assestato. Ma Van der Poel ha trovato, nel serbatoio della riserva, le energie per chiudere il buco e nella loro scia c’era un grande Ganna. Per come pedalava facile e per come si era mosso fino a quel momento, Filippo ci è era sembrato ancor più convincente dello scorso anno, quando arrivò secondo a uno sguardo da Van der Poel, precedendo Van Aert e Pogacar. pippo e la sfortuna— Ganna c’era! Ma un doppio guaio tecnico (problema al cambio e foratura) gli ha rovinato il finale. Questo è davvero il grande rimpianto della Sanremo numero 115! Con i se e i ma non si sono mai vinte le corse, ma ci sarebbe piaciuto vedere Filippo in quegli ultimi 3 chilometri di gara con una dozzina di atleti ancora in corsa per il successo. Dopo l’accelerazione di Mohoric avrebbe potuto partire lui. Il Ganna che stava facile-facile sulla ruota di Pogacar sulla Cipressa e quello che è passato sul Poggio nella scia di Van der Poel ci dava l’idea di avere la “sparata” nelle gambe. Una delle sue progressioni all’ultimo chilometro avrebbe potuto essere letale per gli avversari. Sì, siamo ancora più convinti che Filippo abbia motore, testa e cuore per vincere una grande classica come la Sanremo. E pensiamo che ieri la cattiva sorte gli abbia impedito di sfruttare una grande occasione. E invece il finale è stato un altro anche perché un fuoriclasse come Van der Poel si è messo a disposizione del compagno di squadra Philipsen. L’olandese campione del mondo ha chiuso la porta in faccia a ogni tentativo di attacco favorendo lo sprint dell’amico fiammingo. Leggi anche Se il campione si veste da gregario: l'illuminante storia di Philipsen e VdP italiani protagonisti— Ribadito che la Classicissima sorride a un campione che lo scorso anno era stato secondo alla Roubaix (battuto soltanto da Van der Poel) e aveva vinto la maglia verde al Tour, ci fa piacere sottolineare quanto gli italiani siano stati protagonisti. Con quella fuga da lontano orchestrata da 7 “nostri” corridori su 10, poi con Ganna, Sobrero (era nel gruppo di testa e ha pure provato un bell’attacco a poco più di un chilometro dall’arrivo) e con Bettiol, che è rimasto sempre nei quartieri alti della corsa e ha chiuso al quinto posto. Veniamo da un lungo periodo di vacche magre e abbiamo così tanta fame di riscatto che ci basta qualche segnale per guardare al bicchiere mezzo pieno. Classiche: tutte le notizie Ciclismo: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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