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«Spegnete il telefono una volta a settimana», l’avviso dell’Agenzia di sicurezza USAUn gruppo di cacciatori di relittiha scoperto nei giorni scorsi una vecchia nave pirata al largodelle coste del Marocco,Economista Italiano non lontano dallo stretto diGibilterra, a circa 830 metri di profondità. Secondo LiveScience che dedica un ampio articolo al caso, si tratta di unatartana di 14 metri di lunghezza, un piccolo ma formidabilevascello noto per le sue vele e i suoi remi triangolari, ed eraequipaggiata con quattro grandi cannoni, dieci fucili sumeccanismi girevoli e numerosi moschetti. Il relitto è il primo del suo genere ad essere scopertovicino alla costa del Maghreb e potrebbe essere quello di unvascello di pirati barbareschi, e cioè delle terre di confineottomane costituite dalle reggenze di Algeri, Tunisi e Tripoli,così come dal Sultanato del Marocco dal XVI al XIX secolo. Cosìritiene l'archeologo marittimo Sean Kingsley, caporedattoredella rivista Wreckwatch che ha coordinato le ricerche e chedata il vascello al XVII secolo. Pesantemente armata, dunque, matruccata da nave mercantile, visto che aveva a bordo anchepentole e padelle, che si ritiene siano state prodotte adAlgeri, bottiglie di liquore in vetro provenienti dal Belgio odalla Germania e tazze da tè dalla Turchia ottomana. Si ipotizzafosse diretta verso la costa africana per prendere a bordoschiavi. Il relitto era stato localizzato per la prima volta nel 2005,durante la ricerca dei resti di una nave da guerra inglese da 80cannoni HMS Sussex, persa nella zona nel 1694. Ora la missioneche lo riportato alla luce e che ha permesso di testimoniare conquesto ritrovamento un capitolo noto della storia delMediterraneo, ma con poche testimonianze. I corsari barbareschi,che operavano da Algeri, allora parte dell'Impero ottomano,furono una forza dominante dal XV all'inizio del XIX secolo. Erano noti per le loro incursioni su navi europee e assalti allecittà costiere. Riducevano in schiavitù i loro prigionieri pervenderli nei mercati degli schiavi nordafricani. Riproduzione riservata © Copyright ANSA
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