File not found
Guglielmo

Regionali Liguria, trovata intesa: elezioni il 27 e 28 ottobre

Missili Usa in Germania, Putin minaccia ma Berlino va avantiAvanzata Ucraina in Russia, Kiev mostra i muscoli e Ue dice ok: l'obiettivoChef dona l'acqua avanzata ai randagi, Idro è stato il primo a berla e ora cerca casa: «È un cane sordo, ma dolce»

post image

Carne di maiale eliminata dalle mense scolastiche, la Lega insorge: «Un favore ai musulmani, bambini italiani discriminati»Tutto comincia nel maggio 2020 quando la piattaforma It’s Art nasce per proporre, ItsArtilfallimentoannunciato del MACD in una delle fasi più dure del lockdown, film, serie TV, spettacoli, documentari e musica. L’affaire It’s Art ha fatto parlare molto di sé negli ultimi giorni, e va trattato con il giusto equilibrio, soprattutto da parte di un giurista che si trova davanti un caso di partenariato pubblico-privato, dai più spesso invocato come soluzione per tutti i mali, davanti alla carenza sempre più cronica di fondi per la cultura.. Iniziamo provando innanzitutto a recapitolare i fatti. Il caso Tutto comincia nel maggio 2020 quando la piattaforma It’s Art nasce per proporre, in una delle fasi più dure del lockdown, film, serie TV, spettacoli, documentari e musica. L’idea era comunque quella di mantenere vivo il progetto anche con l’allentamento delle restrizioni. “Ci sarà chi vorrà seguire la prima della Scala in teatro e chi preferirà farlo, pagando, restando a casa”, così spiegava l’allora Ministro della Cultura Franceschini.   L’operazione prevede un investimento di dieci milioni di euro, suddivisi tra lo Stato (10 milioni di euro, tramite Cassa Depositi e Prestiti) e la privata società Chili Spa (con 9 milioni di euro). Sul punto, erano state sollevate molte polemiche, e scanso di equivoci, si riporta qui di seguito un comunicato stampa proveniente proprio da Chili, del 12 dicembre 2020 (che si riporta testualmente qui di seguito): CHILI è una società nata nel 2012 e finanziata interamente da privati (persone fisiche, fondi d'investimento e primarie società operanti nel suo mercato di riferimento).  Dal 2012 sono stati fatti ingenti investimenti per creare una piattaforma proprietaria ed un'offerta in grado di crescere a livello internazionale e poter generare un adeguato ritorno nel tempo. Il livello di indebitamento finanziario di CHILI è una frazione di quanto indicato dalla stampa ed in linea con aziende comparabili per dimensioni e settore di operatività. Tutti i principali players che operano in questo mercato globale, per raggiungere la redditività, hanno necessità di investire ingenti somme in tecnologia, marketing e contenuti e quindi sostenere perdite per alcuni anni dalla loro fondazione. Il controllo di CHILI fa capo a Negentropy, società fondata da Ferruccio Ferrara, e dai fondi di investimento gestiti dalla stessa. La gestione di CHILI è dalla sua fondazione affidata a Giorgio Tacchia (fondatore, CEO, Presidente del CDA ed azionista della società stessa). Stefano Parisi, co-fondatore nel 2012, è oggi un azionista di minoranza; dal 2016 non ha ruoli operativi nella società e non fa parte del consiglio di amministrazione. CHILI ha partecipato nel mese di agosto 2020 ad una gara insieme agli altri principali players di mercato - pubblici e privati, italiani e non - per costituire una Joint Venture (JV) con CDP, la cosiddetta Piattaforma della Cultura. La possibilità di creare un nuovo canale distributivo dell'Arte e della Cultura italiana nel mondo, la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti in qualità di azionista di maggioranza della JV, il supporto delle Istituzioni al progetto oltre alla qualità del contenuto e dell’opportunità di mercato evidenti nel Business Plan dell'iniziativa, hanno convinto gli azionisti di CHILI ad investire in questo progetto. La piattaforma distribuirà contenuti italiani di qualità nel mondo, gratuitamente ed a pagamento, live ed on-demand, coinvolgendo tutte le istituzioni culturali pubbliche e private del paese che potranno trovare in questo modo un’ulteriore occasione di visibilità, distribuzione e valorizzazione economica. I 10 milioni di euro approvati in parlamento, saranno trasferiti dal MiBACT a CDP per la realizzazione della JV e non versati in CHILI. Al contrario CHILI contribuirà alla JV investendo 9 milioni di euro includendo tecnologia, cassa e competenze del management. Dal punto di vista formale, quindi, nulla quaestio. le prime difficoltà Già da dicembre 2020, però, iniziavano le prime difficoltà, con la piattaforma che faceva fatica a stare su un mercato – come quello dello streaming – che vedeva i grossi player del settore investire somme sempre più ingenti (anche e soprattutto per far fronte al perdurare delle restrizioni), soprattutto per produzioni proprie (che It’s Art non si sarebbe mai potuta permettere). Fino all’epilogo, il 29 dicembre 2022, quando è arrivato, da parte del nuovo Ministro della Cultura, la messa in liquidazione di It’s Art (anche se la notizia si è diffusa solo dopo le festività). Del resto, parlavano i numeri: alla piattaforma, che non prevedeva abbonamenti, ma solo streaming on demand su singoli prodotti, si sono registrati nel tempo solo 141 mila utenti, che hanno portato a 246 mila euro di incassi, a fronte di 7,5 milioni di euro spesi nel 2021 per mantenere il servizio (di cui 900 mila euro solo per il personale). Nel corso del 2020 (e questa è una notizia da insider), si era costituito informalmente un Gruppo di pressione per cercare di “fermare” l’operazione It’s Art, un gruppo trasversale, composto da operatori professionali del settore con competenze diverse, da cui era nato un documento mai diffuso a livello pubblico perché la piattaforma era partita, piuttosto velocemente, prima che il Gruppo riuscisse a trovare una sintesi tra le sue molte anime e proposte. Forse un’occasione mancata perché il documento si focalizzava sì sulla questione della Piattaforma e della chiusura delle istituzioni culturali, ma soprattutto per opporsi alla visione che l’allora Ministro aveva della cultura e dell’arte. Una sorta di cavallo di Troia per contestare l’assenza (da sempre) di azioni reali e di dibattito intorno alla cultura e nello specifico alle arti visive, che coinvolgesse sul serio gli operatori del settore. Il tema era infatti anche l’assenza di riconoscimento come ‘categoria’. Punto fondamentale di obiezione era inoltre la mancanza di visione espressa dal progetto, affidato a un soggetto privato che aveva forse già qualche difficoltà, senza coinvolgimento dei soggetti ‘beneficiari’ della piattaforma. Non erano stati infatti interpellati né i direttori dei musei, né altri operatori della cultura. La controproposta era quella di finanziare piuttosto le produzioni, anche quelle che eventualmente sarebbero state erogate digitalmente. Nessun museo medio piccolo italiano aveva, ed ha, infatti, la forza economica di produrre contenuti digitali adeguati; mentre dall’altro lato erano rimasti senza un sostegno adeguato artisti e lavoratori del comparto. Si voleva sottolineare poi come il progetto It’s Art nel suo complesso (così come gli altri progetti che erano trapelati per il Future Generation EU), non teneva minimamente conto del valore di crescita comunitaria e territoriale che dovrebbe avere la cultura, anche secondo il Ministero della cultura stesso che aveva attivato negli anni precedenti dei piani territoriali coinvolgendo i piccoli musei (MUSST) e che aveva ratificato la Convenzione di Faro. Inoltre, va detto, ora che le restrizioni sono finalmente (forse) solo un brutto ricordo, che ad essere lungimiranti, per le arti visive la soluzione digitale è fortemente riduttiva di una fruizione che necessita la presenza. Quindi a chi ed a cosa servisse realmente la piattaforma, avendo già l’ottimo archivio di Rai Play, cui forse potevano essere destinati quei fondi, per implementarlo. Soprattutto in un periodo, come quello di metà 2020, in cui il mercato delle piattaforme dava i primi segni di essere molto saturo: risale, infatti, proprio a quel periodo la notizia che Netflix (quella vera) in Francia stesse facendo un esperimento di canale tv normale , non on demand. Il che avrebbe già dovuto dirla lunga (e sappiamo poi nel prosieguo, quanti abbonamenti abbia perso e quanti licenziamenti ci siano stati, e ci sono tuttora in tutto il settore del tech e delle piattaforme, a cominciare dal ben noto caso di Twitter). Ma aperta e chiusa quest’ultima parentesi, è proprio sulle questioni di politica culturale, e di manifesta miopia di chi dovrebbe guidare certe operazioni, che il cd Gruppo di pressione aveva sottolineato (oltre al mancato reale coinvolgimento degli operatori del settore prima di prendere certe decisioni e investirvi soldi in parte pubblici), il vero punto nodale della questione, su cui il caso It’s art dovrebbe far riflettere, anche per costruire meglio in futuro progetti di partenariato pubblico-privato che abbiano davvero senso economico e culturale: due parole che non si dovrebbe aver timore di affiancare. E non, come pure si è vaneggiato (soprattutto sui social, croce e delizia dei nostri tempi), ipotizzare in questo contesto fantasmagorici scenari di danno erariale: che no, mi dispiace deludere chi ha accarezzato questa idea, è una ipotesi che non sta davvero in piedi dal punto di vista tecnico-giuridico. Perché l’operazione, in sé, era ineccepibile, dal punto di vista formale. Ed il danno erariale – mi si consenta la chiosa da giurista, in un contributo in cui ho cercato, in tutti i modi, di eliminare ogni tecnicismo, per essere comprensibile dai più - , sussiste solo in caso di danni patrimoniali e non patrimoniali conseguenti a condotte illecite e penalmente rilevanti poste in essere da un soggetto legato da un rapporto di servizio con una amministrazione pubblica (si veda, per tutti, la Sentenza n.3/2022 della Sezione Giurisdizionale per la Regione Toscana, che contiene anche una puntuale disamina delle diverse tipologie di danno erariale). Piuttosto, tornando, per concludere, sul caso It’s Art, si sarebbe dovuti essere, da parte del Ministero, forse più recettivi verso istanze, anche di confronto, da parte degli operatori professionali del settore; e, dall’altro, questi ultimi avrebbero dovuto essere sicuramente più rapidi e incisivi e coraggiosi nel voler far sentire a tutti i costi – in fmo formale - la loro voce. I tempi stanno, infatti, cambiando e moltre istanze arrivano proficuamente dal basso, se si uniscono veramente le forze. Se non ora, quando? © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediSilvia Segnalini Docente dell’università La Sapienza di Roma e avvocato dello Studio Lener & partners, specializzata in diritto e mercato dell’arte.

Crazy Pizza, Briatore: "A Napoli maestri della pizza, noi puntiamo a prodotto diverso"Serenissima Ristorazione: nel 2023 fatturato a oltre 535 mln, +17%

Tg, ascolti in picchiata ma Mentana su La7 cresce del 20%

Cane muore mentre la padrona è in vacanza: il dog sitter era un truffatore. «Mi sono fidata delle referenze on line»Olimpiadi 2024, Simone Biles vince 4 medaglie a Parigi: quanto valgono tre ori e un argento. La cifra che fa discutere

Russia non esclude dispiegamento armi nucleari: l’ultima minacciaRistorante vietato ai bambini sotto i 5 anni, i proprietari costretti a chiudere: «Ci hanno insultato e minacciato di morte»

E l'avanguardia venne dal deserto dei tartari

L'Italia che invecchia: la spesa per gli anziani oltre il 28% del PilInflazione risale a luglio a 1,3%, frena carrello della spesa

Ryan Reynold
Insegnante precaria senza stipendio da 3 mesi: «A 46 anni e con 2 figli, ho chiesto soldi a mia mamma malata di Alzheimer: è umiliante»Kasia Smutniak: «Lascio il cinema, non voglio più recitare. La realtà è molto meglio»La luce di Mena e quel bimbo che non avrebbe dovuto nascere

investimenti

  1. avatarCane abbandonato sul balcone sotto il sole cocente senz'acqua, i guaiti di Benny allertano i vicini e viene salvatocriptovalute

    Caspar David Friedrich: la contemplazione della natura conduce alla croceIl Surrealismo? Fiorì a BruxellesTony Effe a Le Iene confessa il flirt con una vip sposata: «Mi scrive vediamoci». Ma di chi si tratta?Bagagli persi, boom di polizze assicurative: cosa coprono e cosa no

      1. avatarStop a tirocinio infermieristico senza vaccino covid, protesta studenti a LecceProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

        Lino Jannuzzi morto, chi era il giornalista e politico

  2. avatar​MillionDay e MillionDay Extra, le due estrazioni di sabato 3 agosto 2024: i numeri vincentiCapo Analista di BlackRock

    Sae, a scuola anche di dialogo interreligiosoEmilio Fede ricoverato in Rsa: «Sta meglio, felice di esserci». Il video dell'ex direttore: «Berlusconi meglio di Meloni»Diletta Leotta, l'ultima tappa della vacanza (iniziata il 22 giugno) prima del campionato. E Loris Karius cerca una squadra in ItaliaParigi 2024, Paltrinieri eterno: bronzo negli 800 stile libero

  3. avatarSerenissima Ristorazione: nel 2023 fatturato a oltre 535 mln, +17%Guglielmo

    Antonino Cannavacciuolo, al via il social contest “Impiatto Forte” di Vicolungo The Style Outlets: i tre finalisti si sfideranno davanti allo chef"Boicottano X": Musk fa causa agli inserzionisti pubblicitariFrancesco Totti, guai col Fisco: ha pagato una cartella esattoriale da 1,5 milioni. «Un errore del commercialista»Parigi 2024, Olimpiadi al via e ferrovie Francia sotto attacco: cosa succede

Gaza, leader politico Hamas ucciso in Iran: raid nella notte

Convivenze e relazioni "complesse". Ma la voglia di matrimonio c'èQuanto durerà il caldo record? Le previsioni meteo di Giuliacci*