Conte premier, incarico accettato con riservaAccordo Pd-M5s ultime notizie, vertice sospesoMeloni: "Dem puntano a Prodi come prossimo Capo dello Stato"
Crisi di governo, Renzi sfida Salvini e si prepara al votoLa violenza della polizia è il segno di un governo impaurito,criptovalute insicuro, che teme ogni piccola manifestazione di dissenso. Un governo del genere non comunica sicurezza e autorevolezza. Si potrebbe pensare che il calcolo sia creare ansia e paura, ma non siamo negli anni bui del terrorismo. L’unico risultato dei manganelli impazziti è rendersi ridicoli. E chi è ridicolo non può stabilire legge e ordine. I manganelli non convengono, insomma, neanche a chi potrebbe averli ispiratiL’autorevolezza non è autoritarismo. Questo è chiarissimo nelle parole del presidente Sergio Mattarella al ministro Matteo Piantedosi.Si può pensare che la decisione di manganellare studenti inermi (è successo a Pisa e Firenze) o identificare cittadini che protestano pacificamente o inneggiano alla Costituzione antifascista (è successo varie volte, nel recente passato) derivi da una sensazione di essere legittimati a punire con le misure più severe presunte violazioni dell’ordine costituito.E la legittimazione deriverebbe, in questa narrazione, dalla voglia di legge o ordine degli elettori.Come spiega Mattarella, però, anche assumendo il desiderio di uno stato forte, i manganelli non sono la via migliore. Uno stato forte è uno stato legittimo e percepito come tale.Se lo stato si riduce a una banda di briganti o di aguzzini potrà essere temuto, ma non certo rispettato. E il timore può muovere alcuni, in certe condizioni. Ma è difficile che guadagni la lealtà di milioni di cittadini in un paese occidentale avanzato.Un governo sempre sull’orlo di una crisi di nervi, isterico, impegnato prima ad orchestrare scoppi d’ira e reazioni ai limiti della guerriglia e poi a rispondere all’opinione pubblica oppure a gestire le inevitabili inchieste interne per gli eccessi di reazione delle forze dell’ordine o le omissioni dell’esecutivo (come a Cutro, per esempio), non è il governo di uno stato legittimo, neanche nel senso weberiano della legittimità come carisma.È più che altro un governo impaurito, insicuro, che teme ogni piccola manifestazione di dissenso.Un governo del genere non comunica sicurezza e autorevolezza. Si potrebbe pensare che il calcolo sia creare ansia e paura, indicando all’opinione conservatrice eventuali pericoli di sovversione, per poi sfoderare un inasprimento della repressione e sedare i timori creati ad arte.Ma non siamo negli anni bui del terrorismo: gli studenti di Pisa e Firenze non hanno nulla, antropologicamente e culturalmente, di chi protestava nelle piazze italiane negli anni Settanta.I gruppi più estremisti della cultura della protesta sono ai loro minimi storici in Italia, sia per presenza, sia per eventuale propensione alla violenza. Il massimo di conflitto che abbiamo sono forse alcune proteste dei lavoratori e degli attivisti ambientalisti. La violenza è simbolica: tutt’al più contro le cose.Questa non è una nuova strategia della tensione. È un tic di chi con la testa è rimasto a quegli anni e vive all’insegna del rancore (il vittimismo della destra al governo è noto) o di questurini rozzi e privi di sagacia delle persone e dei contesti, nonostante le alte posizioni che occupano.È una diffusa sindrome della mano aliena: come il dottor Stranamore alzava la mano destra nel saluto fascista, senza volerlo, alcuni settori del governo e dell’esecutivo alzano la voce, i manganelli, i toni, pur quando non conviene neanche alla loro parte.Ma un governo isterico non garantisce legge e ordine, almeno al di fuori di scenari sudamericani. Anche un elettore di destra se ne potrebbe e dovrebbe preoccupare.Un governo isterico dà ragione agli oppositori più estremisti, che non fanno opposizione parlamentare, ma civettano con la sovversione. Ma nelle condizioni in cui siamo non può neanche rafforzare tali oppositori, dato che la saggezza dell’opposizione parlamentare è baluardo sicuro contro queste derive.Quindi, l’unico risultato dei manganelli impazziti è rendersi ridicoli. E chi è ridicolo non può stabilire legge e ordine. I manganelli non convengono, insomma, neanche a chi potrebbe averli ispirati. Come forse voleva far intendere il presidente Mattarella nelle sue parole a Piantedosi.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.
Governo M5S-PD, Moscovici: "Non piangerò l'uscita di Salvini"Crisi di governo, Beppe Grillo: "Ho incontrato Dio"
Governo, Matteo Salvini: "Decido dopo il discorso di Conte"
Manifestazione Salvini: perchè un mese dopo Giorgia Meloni?Sanfilippo contro Salvini: parla l'ex compagna del senatore
Fabio Sanfilippo (Rai): "Salvini, tempo sei mesi e ti spari"Massimo Casanova e Salvini: "Piaciuti fin dal primo incontro"
Conte bis, prosegue il totominsitri per il nuovo esecutivoConte bis, tutte le curiosità sul nuovo governo
Programma M5s Pd: i temi in comune fra 5 stelle e democraticiSergio Mattarella: "Da oggi finisce la mia tutela"Piattaforma Rousseau, il M5s smentisce l'attacco hackerConsultazioni Qurinale governo, tutte le dichiarazioni
Voto Rousseau previsioni: la decisione di Mattarella
Governo giallo-rosso, Conte: "C'è un buon clima di lavoro"
Governo, parla Bugani (M5s): "Il Pd dica si a 10 punti e a Conte"Romano Prodi sul governo: "Il problema è la legge elettorale"Governo, Conte rassegna le dimissioni e si dirige al QuirinaleGoverno M5s-Pd, Zingaretti: i tre paletti per la trattativa
Crisi governo, parla Giorgetti: "Chiusa l'esperienza con il M5S"Vasco Rossi contro Paragone: "C’è chi dice no lo dico io"Governo giallo-rosso, Conte: "C'è un buon clima di lavoro"Crisi di Governo, Beppe Grillo furioso: basta scalette e poltrone