File not found
criptovalute

Tute da sci: le marche e i migliori modelli del momento

Truffato da finta Dua Lipa, pm indaga per istigazione suicidio - Tiscali NotizieDieta della menopausa: i consigli per l’estateAntonino Paviglianiti, Autore a Notizie.it

post image

Novità nel segno del benessere al parco acquatico "Caribe bay" - Tiscali NotizieLe vicende Palamara e Amara hanno disvelato una verità che era difficile affermare: l’attuale funzionamento del sistema dell’autogoverno non è più un presidio di difesa dell’indipendenza dei magistrati,ETF ma si è trasformato in un nemico dell’indipendenza stessa. Se una delle migliori magistrature, governando se stessa, produce quel che si è visto con il «caso Palamara» e, oggi, con il «caso Amara» c’è evidentemente qualcosa che non va nel sistema dell’autogoverno in sé e per sé. Bisogna cominciare – anzi: ri-cominciare – da due punti: far funzionare meglio il processo penale e rendere meno opaca la vita interna della magistratura, rafforzando la sua indipendenza ma evitando che essa assuma le forme dell’arrogante separatezza. Di fronte al «caso Palamara», prima, e al «caso Amara», ora, si registrano le preoccupate reazioni di molte persone intelligenti e in buona fede che mettono in guardia contro «gli attacchi indiscriminati alla magistratura», paventando un ridimensionamento dell’autogoverno dei giudici. Viene in mente un articolo di Gian Paolo Pansa, che, inviato nel 1963 a Longarone dopo il crollo della diga del Vajont, iniziava la sua cronaca con un incipit divenuto celebre: «Vi scrivo da un paese che non esiste più». I laudatores temporis acti dell’autogoverno come baluardo dell’indipendenza dei giudici scrivono di un paese celestiale ma non si sono accorti che quel paese non c’è più: è stato spazzato via dal crollo di una diga. Lo diciamo, beninteso, senza alcun compiacimento, perché la situazione è grave e i valori in gioco sono di primaria importanza per la tenuta complessiva del nostro sistema costituzionale. Il funzionamento del sistema La magistratura deve guardare in faccia la realtà e non arroccarsi, proprio perché occorre difendere il valore dell'autonomia. Le vicende di questi ultimi due anni hanno disvelato una verità che molti già avevano compreso, ma che era difficile affermare: l’attuale funzionamento del sistema dell’autogoverno (non l’autogoverno dei sogni, ma “l’autogoverno reale”) non è più un presidio di difesa dell’indipendenza dei magistrati, ma si è trasformato in un nemico dell’indipendenza stessa. Difendere questo modello di autogoverno significa lavorare contro l’indipendenza, perché significa lasciare ai suoi avversari non solo l'iniziativa per le necessarie riforme, ma soprattutto «la narrazione» che poi penetra nell'opinione pubblica. Le correnti hanno condotto alla degenerazione dell’autogoverno non perché troppo “politicizzate”, come dice la vulgata. Al contrario: perché hanno smarrito, nei decenni, il loro contenuto ideale (cioè di idee diverse e in confronto fra loro) e sono rimaste vuote crisalidi, mere strutture di istanze clientelari. Ora – va riconosciuto – alcune di esse stanno provando a fare i conti con gli errori commessi, avviando un percorso di cambiamento: bene, perché c'è bisogno di corpi intermedi, sani, che sappiano articolare il dibattito fra legittime visioni diverse di politica della giurisdizione. Uomini come Calamandrei, Mortati, Leone non scrissero gli articoli 101-110 della Costituzione per creare un sistema in cui le nomine dei dirigenti potessero essere trattate con frasi tipo «che c***o li piazziamo a fare i nostri?». O in cui i custodi della deontologia dei magistrati si affannassero a cercare biglietti dello stadio per i propri figliuoli. Una delle migliori magistrature del mondo Diciamo, tutti, da sempre: la magistratura italiana è una delle migliori del mondo come preparazione tecnica e capacità di indagine. Ma questa constatazione è diventata un’aggravante: perché se una delle migliori magistrature, governando se stessa, produce quel che si è visto con il «caso Palamara» e, oggi, con il «caso Amara» c’è evidentemente qualcosa che non va nel sistema dell’autogoverno in sé e per sé. E se la reazione a questi scandali è stata così balbettante (tanto che il presidente della Repubblica ha parlato di una «magistratura china su se stessa») ciò significa che da questa crisi culturale la magistratura non può uscire da sola perché oggi non ne ha la forza morale. Ricostruire la trama di una nuova fiducia dei cittadini verso la giustizia è un’impresa per cui servono tempo e pazienza. Bisogna cominciare – anzi: ri-cominciare – da due punti: far funzionare meglio il processo penale e rendere meno opaca la vita interna della magistratura, rafforzando la sua indipendenza ma evitando che essa assuma le forme dell’arrogante separatezza. Due piani di intervento diversi ma collegati, perché la fiducia dei cittadini si nutre sia tramite il buon funzionamento ordinario dei palazzi di giustizia, sia attraverso la riconquista dell'autorevolezza del Consiglio superiore. Le riforme È possibile, in questa direzione, raggiungere risultati importanti in tempi brevi? Tutti auspichiamo che la capacità e autorevolezza della Guardasigilli Marta Cartabia consenta di ottenere sia pur piccoli risultati che (anche agli occhi dell’Europa) segnino un’inversione di tendenza, soprattutto sulla durata dei processi. Ma è abbastanza chiaro che il breve tempo residuo di questa legislatura e la diversità di orientamento di alcune delle forze politiche che sostengono il governo costituiscono una gabbia stretta che impedisce la lunga marcia riformatrice di cui abbiamo bisogno. Questa marcia deve essere sostenuta da una riflessione culturale svincolata dalle contingenze della politica e dagli interessi personali, come invece spesso è accaduto nei decenni scorsi e rischia di accadere ancora oggi. Questa elaborazione deve vedere protagonisti i magistrati, ma certamente non può riguardare solo loro: giudici e pm sono chiamati ad aprirsi a un confronto vero con «il punto di vista esterno» senza mettersi sulla difensiva e ritenere che ogni proposta di cambiamento sia per definizione un attacco alla loro indipendenza e autonomia. Il nostro libro-dialogo, appena uscito in libreria, Una fragile indipendenza. Conversazione intorno alla magistratura (Edizioni SEB27) vuole contribuire a questo confronto. La magistratura italiana di oggi è ricca di donne e uomini straordinariamente preparati, che hanno superato, per il loro ingresso nella professione, prove molto selettive; che continuano a studiare e ad aggiornarsi; che dedicano al lavoro un impegno intenso e appassionato, spesso lavorando anche la sera e nei giorni di ferie. E che hanno subito il malaffare e le pratiche clientelari, che hanno indelebilmente sfregiato il principio dell’autogoverno, come un’offesa alla loro dedizione, alla loro onestà, al proprio limpido agire quotidiano. Ma la loro intelligenza, il loro entusiasmo e la loro forza, per creare un movimento capace di modificare lo stato di cose presente, hanno bisogno di incontrare e di fare forza comune con la sensibilità e le intelligenze esterne alla corporazione. A ciò si può arrivare aprendo una nuova stagione di dialogo tra avvocati, magistrati ed università, che sappia fondere l’esperienza sul campo delle prime due categorie con la sapiente e più distaccata riflessione dell’accademia. È un’opera lunga. Ma non ha alternative. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPaolo Borgna e Jacopo Rosatelli Paolo Borgna ha esercitato come avvocato ad Alba e poi è stato magistrato alla Procura di Torino fino al 2020. Jacopo Rosatelli, dottore di ricerca in Studi politici, insegnante e giornalista

Mischie, mete e altri dispetti nel Rugby. La rivalità tra inglesi e scozzesiEuropei di calcio | Pagina 3 di 3

Scontri a Pisa, Mattarella bastona il governo securitario: «Manganelli sui ragazzi un fallimento»

Quei bambini entusiasti tra fucili e pistole: Eos è un “luna park” delle armiArte | Pagina 2 di 8

Iran , l'ultima apparizione del capo di Hamas - Tiscali NotizieDiminuiscono incidenti e feriti a Bologna dopo il limite dei 30 km/h

Mobilità elettrica: verso un futuro sostenibile e connesso

In Grecia i pompieri combattono incendi a Eubea e Creta - Tiscali NotizieCome perdere peso in estate: consigli e rimedi

Ryan Reynold
Così i giornalisti di Domani hanno spiegato in tv l’indagine di PerugiaCovid-19, i consigli della sessuologa: "Meglio i rapporti virtuali"Cuociriso elettrico: come scegliere il modello migliore

Guglielmo

  1. avatarAssassinato in Iran il leader di Hamas Ismail Haniyeh - Tiscali NotizieVOL

    Italia, la frecciata di Spalletti: "Certi calciatori preferiscono il fantacalcio al calcio"Fuga di notizie, la solidarietà a Domani. De Benedetti: difendere la libertà d’informazioneIl fenomeno di Rachael Kundananji, la calciatrice più cara della storia«Aggrediti dallo Stato, lasciateci fare scuola». La lettera dei docenti dell’istituto di Pioltello

      1. avatarMarquez, terribile incidente in MotoGP Indonesia: come staCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

        Ponte sullo Stretto, aperto un fascicolo alla procura di Roma

        VOL
  2. Onu, palestinesi detenuti da Israele sottoposti a tortura - Tiscali NotizieLa crociata della destra contro la legalizzazione del centro sociale torinese AskatasunaOlimpiadi, allarme Senna inquinata: i rischi per gli atletiSpuntini spezza fame: quali sono e i benefici

    ETF
  3. avatarAttilio Bolzoni racconta: «Quella volta che mi arrestarono. Il primo a difenderci sul giornale fu Giovanni Falcone»criptovalute

    Proteste in Venezuela, secondo Ong almeno 11 morti e decine di feriti - Tiscali NotizieAdez: la colazione deliziosa e vegetaleSbrigati a uscire o restiamo in dieci. L’esperimento del calcio nel campionato di MessiEuropa League: i sorteggi degli ottavi

Fiorentina, morto Joe Barone: era più che un uomo di fiducia per Rocco Commisso

Donna uccisa, nuovo sopralluogo nella casa di Francesca e Igor: uccisa sul divano mentre dormiva. Il borsone calato dalla finestra - Tiscali NotizieIl nuovo mondo dell’atletica. I piccoli paesi che hanno battuto gli Usa*