Elezioni amministrative 12 giugno 2022, dove si vota? Tutti i Comuni chiamati alle urneCovid, Costa: "Estate senza restrizioni, il governo non torna indietro"“Dal 2023 stop al test di ingresso unico per la Facoltà di Medicina”
Paolo Arrigoni morto a 65 anni: addio al primo presidente leghista della LombardiaScontri di fronte al Palacio Quemado,Capo Analista di BlackRock l'edificio del governo, a La Paz - Reuters COMMENTA E CONDIVIDI Golpe lampo, rivolta dimostrativa, mossa mal calcolata. Quanto accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì in Bolivia si può chiamare in vari modi. La definizione che consente, però, di andare oltre la fotografia dell’esistente è quella di “crisi da estrattivismo”. Termine quest’ultimo chiave per comprendere il passato e il presente dell’America Latina. Fin dai tempi della Colonia, l’economia del Continente si è basata sull’esportazione delle materie prime grezze per rifornire il mercato internazionale. Prima della metropoli spagnola e, poi, delle nuove potenze emergenti, dalla Gran Bretagna agli Usa alla Cina. Mentre i sistemi politici sono mutati, spesso brutalmente, dall’Indipendenza alle attuali democrazie, l’apparato produttivo è rimasto inesorabilmente prigioniero del paradigma estrattivo. Un modello inefficiente: gli introiti dipendono dai prezzi globali, estremamente volatili, e dalla disponibilità delle risorse. I boom sono repentini come i crolli. Il passaggio dagli uni agli altri mette a dura prova i Paesi più fragili, come la Bolivia. L’elevato valore del gas naturale, di cui è ricca, ha fatto crescere la nazione al tasso del 4 per cento annuo all’inizio degli anni Duemila, finanziando i programmi sociali dei governi di sinistra di Evo Morales, artefice della nazionalizzazione degli idrocarburi. Dal 2015, però, la quantità estratta ha cominciato a diminuire, passando da 22 milioni di metri cubi al giorno agli attuali 15 milioni. Troppo pochi per coprire il fabbisogno interno: dall’aprile 2022 il Paese ha iniziato a importare diesel e benzina. Le ragioni della contrazione sono tante: scarsi investimenti, necessità di nuove prospezioni e esaurimento naturale dei giacimenti. Il suo impatto dirompente sulle finanze statali, però, dipende dalla mancata diversificazione dell’economia. Il calo è avvenuto, oltretutto, in uno scenario internazionale difficile: la guerra in Ucraina ha fatto schizzare il costo dell’energia. Il governo spende due miliardi di dollari l’anno per comprarla dai vicini e rivenderla a metà prezzo sul mercato interno. In breve, le riserve di dollari si sono erose e, insieme al valore del biglietto verde, è cresciuta l’inflazione. Nel mentre il sogno di costruire un’industria nazionale del litio – il minerale chiave della transizione ecologica di cui la Bolivia ha le maggiori riserve mondiali – è rimasto tale. Morales prima e Arce poi avevano scommesso su un sistema pubblico di gestione della risorsa ma aperto alla partecipazione – non maggioritaria – di compagnie private estere. La mancanza di figure specializzate all’interno e la dislocazione periferica rispetto ai clienti occidentali complicano le cose. Ostacoli che La Paz ha cercato di bypassare siglando, l’anno scorso, un lucroso accordo con il consorzio cinese Catl, suscitando le preoccupazioni Usa. Di queste ultime, nel frattempo,vuole approfittare l’Argentina di Javier Milei decisa a entrare nel business del litio grazie al mega-giacimento di Vaca Muerta. L’amicizia tra il leader dell’ultradestra e il controverso magnate dell’auto elettrica, Elon Musk, va letta in questo quadro. In ogni caso, la “crisi da estrattivismo” boliviana, probabilmente, non sarebbe comunque sfociata in un intento di rottura costituzionale se non fosse stata trasformata in arma politica nel duello tra l’ex presidente Morales e l’ex delfino nonché attuale leader Luis Arce. Quest’ultimo è stato candidato e poi eletto, nel 2020, in quanto alleato di Evo, come lo chiamano i boliviani, costretto nel frattempo alla fuga in Messico da un altro pseudo-golpe. Nell’ultimo anno, però, i rapporti fra i due si sono deteriorati, portando alla rottura del Movimiento al socialismo (Mas), spaccato ufficialmente tra “evisti” e “arcisti”. Entrambi puntano ad aggiudicarsi la leadership della sinistra nelle presidenziali del 2025. In teoria, Morales non potrebbe farlo poiché a dicembre la Corte Suprema ha annullato la legge per la rielezione indefinita, passata proprio durante la sua amministrazione, e ha imposto il limite dei due mandati, già superato da Evo. Quest’ultimo, però, non è disposto a farsi da parte e, più volte, ha ribadito che si presenterà. La frattura nel Mas ha lasciato, inoltre, Arce in minoranza in Parlamento che, a due settimane fa, ha deciso la decadenza dei giudici del massimo tribunale. In questo contesto, la crisi – di imputa la responsabilità al presidente – è il principale strumento utilizzato da Morales per acquisire consensi tra i settori popolari. Arce ha più volte accusato l’ex leader di essere il promotore occulto delle proteste organizzate da sindacati e indigeni, tuttora fedeli. E ha chiesto, in due occasioni, alle forze armate di non consentire un “golpe di velluto”. Alla fine, invece, il sussulto è stato reale. Segno che rivolgersi ai militari è ancora una mossa azzardata anche nell’America Latina del Ventunesimo secolo. Specie il Bolivia che vanta il tragico record di “rotture” istituzionali: 23 dal 1950, di cui la metà è fallita. Stavolta, comunque, lo spettro del golpe è rientrato in meno di cinque ore anche grazie alle prese di posizioni nette dei vicini, inclusi gli Usa, segno che la stagione dei generali anti-comunisti è finita con la Guerra fredda. Quello dell’estrattivismo e delle sue crisi, però, continuano ad aleggiare sinistramente sulla Bolivia e su gran parte dell’America Latina.
Crisi di governo, Conte: "Aspettiamo risposte da Draghi il prima possibile"Draghi: “La riforma della giustizia serve anche alle toghe”
Il Partito Gay: “Discriminate ancora una volta le persone trans”
Gabrielli sul viaggio di Salvini a Mosca: “Nessun pericolo per la sicurezza nazionale”Letta, Salvini che mette a rischio Draghi e Meloni “da brividi”
Covid in Campania, nuova ordinanza di De Luca: mascherine obbligatorie anche in bar e negozi Salvini attacca Meloni: "Mette l'interesse del suo partito prima di tutto"
La ministra Bonetti a Elisabetta Franchi: “Il congedo di maternità non si tocca”Beppe Grillo: "È il tempo in cui tradire non lascia traccia nell’animo del traditore, che si sente eroe"
L’ultimo penultimatum di Conte: “M5s già con un piede fuori dal governo”Decreto siccità e stato di emergenza, il governo cerca di unificare le iniziativeLetta sul Governo: "Se si accumulano incidenti si va fuori strada"Referendum 12 giugno 2022: come si vota?
Beppe Grillo contro Di Maio: “Qualcuno non crede più nelle regole del gioco?”
Decreto siccità, il Nord verso la zona rossa: sei regioni a rischio razionamento acqua
Ucraina, un articolo sul blog di Beppe Grillo attira le critiche del Movimento 5 StelleConte, Di Maio e Draghi: la scissione del M5S ha un vincitore?Elezioni amministrative 12 giugno 2022, chi sono i candidati a Palermo?Referendum, le reazioni a caldo dei partiti all’esito
Incontro Conte Draghi, Conte resta al governo ma c’è un “forte disagio nel M5s”Mascherine al chiuso, Speranza firma ordinanza: obbligo in vigore fino al 15 giugnoRon Moss, il Ridge di Beautiful, sarà ospite alla convention di Forza ItaliaRenzi sulla crisi di governo: “Meglio quella che il caos”