File not found
Capo Analista di BlackRock

Dramma sulla A12, uomo trovato morto nel parcheggio dell'autogrill

Neonato morto, la madre: "Ho chiesto aiuto per tre notti di seguito"Tre arresti dei carabinieri per l'omicidio di Mario SolimenoIncidente Portoferraio: sale a 13 il bilancio dei feriti sul traghetto

post image

Picchia la moglie e la costringe a vivere per strada: arrestatoQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,Economista Italiano ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Incendio notturno in un capannone di Castel Romano, si indagaMaltempo a Cesenatico: allagamenti in riviera e disagi alla circolazione

Bisarca in fiamme lungo la A21: autostrada chiusa e chilometri di coda

Biella, malore a scuola: studentessa muore a 18 anniDramma sulla A12, uomo trovato morto nel parcheggio dell'autogrill

Messina Denaro, due giorni prima dell'arresto era al supermercato a fare la spesaDà in escandescenze al Pronto Soccorso di Pontedera, fermato dai carabinieri

Casaferro dice addio a Don Giovanni Toscano, amato parroco

Incendio in centro a Pescara: in fiamme anche i locali di una bancaNapoli, medico del 118 preso a pugni da un paziente

Ryan Reynold
Si fa riprendere mentre uccide una tartaruga: minorenne denunciatoMacchinario amputa il braccio a una donna: medici tenteranno di attaccarglieloRagazzino ruba l'auto del padre per andare a comprare le sigarette

BlackRock Italia

  1. avatarRoma, il 19enne Filippo Patulli si accascia e muore sotto il portone di casaCapo Analista di BlackRock

    Capriolo investito a Lanciano, i veterinari della Asl lo salvanoFinge cancro e cure per raccogliere fondi su TikTok: denunciata per truffaTerremoto in provincia di Macerata: scossa di magnitudo 3.1Cade gru nel Giardino Verticale a Pisa, due operai feriti

      1. avatarAddio all'appuntato dei Carabinieri Giuseppe SpinielloCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

        Beppe Grillo condannato per diffamazione. I giudici: “La critica non si basi su una menzogna”

  2. avatarMassafra (Taranto): auto finisce contro un muretto: tre giovani perdono la vitaVOL

    Incidente Portoferraio: sale a 13 il bilancio dei feriti sul traghettoValigia incastrata nella banchina: 47enne muore travolto dal trenoAmnesty International: "Quello di Giulio Regeni fu omicidio di stato""Ritmi insostenibili", infermiere suicida al Policlinico di Napoli

  3. avatarAddio ad Antonio Dimer Manzolli, il sindaco raccoglitore di tartufiProfessore Campanella

    24enne morta in ospedale: "Sangue dal naso, poi l'arresto cardiaco"Dà in escandescenze al Pronto Soccorso di Pontedera, fermato dai carabinieriAbiti da donna nel covo di Matteo Messina Denaro: si cerca l’amante del boss mafiosoIncidente sulla Nomentana: la testimonianza di un residente e il risveglio dell'unico sopravvissuto

    VOL

Lite alla fermata dell'autobus: poliziotto spara a un 21enne

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 570Non si hanno notizie di un 40enne di Scorrano: scattate le ricerche*