20enne precipita e muore a Chieti: era sul tetto per cercare il gattoBrasile, cantante muore sul palco durante il concertoSiena, incidente sul lavoro: operaio 24enne cade dall'impalcatura e muore
Milano, incidente moto contro auto in centro: grave 23enneLa ricerca è stata condotta da Irccs Neuromed e Cnr Igb di Napoli(Fotogramma)19 gennaio 2023 | 14.55Redazione AdnkronosLETTURA: 3 minuti.social-icon-cont a.ico-verify { background: transparent;}.arpage .social-share .social-icon-cont a.ico-verify img { width: 116px;height: 32px;padding: 0;margin-right: 10px;}Circa il 5% dei pazienti con Parkinson è portatore di mutazioni dominanti nel gene TMEM175; queste mutazioni sarebbero implicate in una forma della malattia che insorge dopo i 50 anni di età. È quanto emerge da una ricerca nata dalla collaborazione tra Irccs Neuromed di Pozzilli (Iss) e l’Istituto di genetica e biofisica 'Adriano Buzzati Traverso' del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Igb),Economista Italiano finanziata dal ministero della Salute e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Molecular Neurobiology. La proteina prodotta dal gene studiato - spiega una nota - è fondamentale per la regolazione dell’acidità all'interno dei lisosomi, organuli cellulari che agiscono come veri e propri 'spazzini delle cellule'. Al loro interno avviene, infatti, la decomposizione di componenti cellulari non più utili o di elementi dannosi, ad esempio le proteine ripiegate in modo errato o gli organuli usurati. Il processo, chiamato autofagia, mantiene in salute le cellule, rinnovando costantemente i loro componenti. Quando i lisosomi non funzionano correttamente, come può avvenire se la loro acidità non è quella giusta, si verifica un accumulo di veri e propri rifiuti, che può essere alla base di patologie degenerative.Come tutti i geni, anche TMEM175 può presentare diverse varianti. È su questo aspetto che si è concentrato lo studio. I ricercatori, in particolare, hanno studiato sia tessuti umani che modelli animali, esaminando le diverse varianti del gene nonché il processo di espressione genica (la trascrizione dell’informazione genetica in proteine). TMEM175 è risultato particolarmente espresso in neuroni dopaminergici della Substantia Nigra, proprio quelli la cui degenerazione è la causa principale del Parkinson, e nelle cellule della microglia corticale, che possono essere coinvolte in processi neuroinfiammatori. Si tratta del più ampio studio genetico realizzato su pazienti italiani affetti da morbo di Parkinson - prosegue la nota - utilizzando metodiche di sequenziamento di ultima generazione. "Abbiamo potuto identificare un consistente numero di mutazioni patogenetiche nel gene TMEM175 che alterano la funzionalità del canale lisosomiale del potassio e impediscono il corretto funzionamento dei lisosomi", afferma Nicole Piera Palomba, ricercatrice del laboratorio Cnr presso l’Irccs Neuromed, prima autrice del lavoro.Un aspetto importante dello studio è stato poter analizzare un ampio numero di cellule derivanti dai pazienti colpiti da mutazioni in quel gene. “Lo studio effettuato sui fibroblasti dei pazienti Parkinson - spiega Giorgio Fortunato, dottorando dell’Istituto di genetica e biofisica 'Buzzati-Traverso', co-primo autore dello studio - ci ha permesso di dimostrare che le mutazioni in TMEM175 alterano sia il processo di autofagia che la risposta allo stress del reticolo endoplasmatico (implicato nella sintesi e nel trasporto di proteine e lipidi cellulari, ndr). Sono fattori importanti per la funzionalità del sistema dopaminergico, la cui degenerazione porta allo sviluppo della patologia”."Questi risultati - conclude Teresa Esposito, ricercatrice dell’Istituto 'Buzzati-Traverso' e responsabile del Laboratorio Cnr presso il Neuromed - possono avere un importante impatto sulla diagnostica molecolare della malattia di Parkinson, individuando precocemente le persone a rischio elevato. Se consideriamo che in Italia ci sono almeno 200mila persone colpite da questa patologia, l’analisi molecolare del gene TMEM175, mutato nel 5% dei pazienti, dovrebbe essere sempre considerata nei protocolli diagnostici della malattia di Parkinson. Saranno naturalmente necessari altri studi, da un lato per aumentare il numero di pazienti diagnosticabili, dall'altro per comprendere e sviluppare potenziali approcci terapeutici, primi fra tutti quelli basati su sviluppi farmacologici e di medicina rigenerativa".
Giulia Cecchettin, in corso i funerali nella Basilica di Santa Giustina a PadovaLavoro: le nuove professioni che nasceranno nel 2024
Incidente sull'autostrada Roma-Fiumicino: centauro perde la vita
L'Aquila, ragazzo accoltellato alle spalle alla fermata dell'autobusPorta a Porta, scontro (a distanza) tra Meloni e Schlein. La premier: "Oggi la mafia è meno visibile"
Mantova, donna e uomo travolti e uccisi da un treno16enne si spara con la pistola del padre: è gravissimo
Assalto alla Cgil, Fiore e Castellino condannatiFilippo Turetta, rimandato l'incontro con i genitori: "Hanno bisogno di tempo"
Ravenna, rider investito mentre consegnava le pizze: 23enne finisce in ospedaleAndria, staccato orecchio a morsi durante lite per un parcheggioGino Cecchettin insultato sui social, l’avvocato: “Presentate due querele per diffamazione”Addio ad Antonio Taufer: la tragica caduta dell'ex sindaco
Donna trovata morta in albergo a La Spezia, arrestato il marito
Avellino, lite violenta tra vicini: uno dà fuoco all'altro
Milano, incendio in un appartamento: salvato 29enneIncidente a Torrevecchia Pia, bus di linea esce di strada e si ribaltaTurismo, Natale e Capodanno 2023: 19 milioni di italiani in viaggioGioielliere condannato a 17 anni: la disperazione sui social
Ambrogino d’oro a Pucci: “Le polemiche? Se ho offeso, chiedo scusa”Fondi Vaticano, condannato a 5 anni e mezzo il cardinale Becciu: la sentenzaIncidente mortale sull'A1: morta 21enneIncendio ospedale Tivoli: i risultati delle autopsie