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Barista ucciso a coltellate a Matera, fermato un 20enne: si era rifiutato di dargli da bereRoma,investimenti 24 giu. (askanews) – Lo scorso anno in Italia nei rami Danni del settore assicurativo “la raccolta diretta è aumentata per il terzo anno consecutivo (6,6 per cento), raggiungendo i 38 miliardi di euro. Di particolare interesse la prosecuzione della crescita delle coperture per i rischi diversi dall’assicurazione obbligatoria per la r.c. auto; questa tendenza sta contribuendo ad attenuare il divario nella copertura di tali rischi che si osserva in Italia rispetto alla media dell’Ocse. Tra il 2014 e il 2023 l’incidenza complessiva dei comparti salute (malattia e infortuni) e property (incendio ed elementi naturali, nonché altri danni ai beni) è salita dal 32 al 40 per cento, un valore ormai prossimo a quello del comparto auto (42); all’interno di quest’ultimo, nello stesso periodo la quota della copertura obbligatoria è scesa di oltre 10 punti percentuali, al 75 per cento”. Lo ha rilevato il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini nelle sue considerazioni alla Relazione annuale dell’istituzione. Il “Roe”, una misura delle redditività, per il comparto Danni “è diminuito nell’anno appena trascorso dal 9 all’8 per cento, un valore che rimane pressoché in linea con la media dell’ultimo decennio – ha proseguito -. L’aumento del costo nominale dei risarcimenti dovuto all’inflazione nonché l’infittirsi dei danni legati a eventi climatici hanno avuto un impatto significativo sull’onere dei sinistri. Dato che i premi si adeguano con ritardo, è salito di 14 punti percentuali il rapporto tra sinistri e premi (dal 62 al 76 per cento); si è portato al 105 per cento, al lordo della riassicurazione, il combined ratio, che tiene conto anche delle spese di gestione. Il contributo della riassicurazione ha consentito di mantenere il valore di quest’ultimo indicatore, al netto, appena al di sotto del 100 per cento”. Signorini ha poi rimarcato come “dopo dieci anni di diminuzioni, dalla seconda metà del 2022 l’inflazione ha cominciato a spingere verso l’alto i premi della r.c. auto. Alla fine del 2023 i prezzi delle relative polizze erano cresciuti del 7,9 per cento rispetto a un anno prima. La crescita è proseguita nei primi mesi del 2024 – ha detto – sta ora rallentando. A maggio il premio medio è stato pari a 400 euro, un valore che resta peraltro, seppure di poco, inferiore a quello dell’anno precedente la pandemia”. All’Ivass “ci attendiamo che la tendenza al rallentamento prosegua nei prossimi mesi. In una recente audizione abbiamo fornito un quadro più completo dell’andamento dei prezzi delle polizze r.c. auto su un orizzonte di medio periodo. Tra il 2014 e la prima metà del 2022 vi è stata una significativa riduzione, resa possibile da un aumento di efficienza del settore, ma frutto anche di interventi normativi. Tenuto conto di questo, e guardando al futuro, abbiamo suggerito la possibilità di introdurre nuovi strumenti per tornare a comprimere i prezzi, accrescendo la concorrenza e incentivando l’adozione di comportamenti di mitigazione del rischio. Il caso della ‘scatola nera’, di cui ho già avuto in passato occasione di parlare in questa sede, esemplifica entrambi gli aspetti. Chi sceglie di installare la scatola nera ottiene sconti notevoli dalla propria compagnia, perché è incentivato a rispettare attentamente le norme di circolazione e quindi ridurre il rischio di incidenti; ma poiché non esiste attualmente una prassi di scambio di dati fra le compagnie, la sua adozione può creare effetti di lock-in, a detrimento della concorrenza, perché i benefici acquisiti dimostrando un comportamento di guida prudente possono andare persi se si cambia assicuratore”. L’autorità ha quindi “suggerito di rendere sistematico il trasferimento fra compagnie di alcuni dati chiave registrati dalle scatole nere. L’anno scorso anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato è intervenuta sul tema, prospettando un’analoga soluzione. Stiamo riflettendo sul modo di fare progressi in questa direzione”. (fonte immagine: Ivass). -->
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