Allarme orsi: nuovi avvistamenti in Trentino e non soloEntra armato in ospedale e minaccia medici ed infermieriCadono dei massi durante un'escursione, speleologa ferita
Previsioni meteo, torna il bel tempo nel weekend: possibili temporali il Primo MaggioMedio OrienteIsraele,Guglielmo ecco la prima risposta: un raid nel cuore di Beirut contro Fuad ShukrLe forze di difesa israeliane prendono di mira il numero due di Hezbollah, responsabile del massacro di dodici bambini drusi a Majdal Shams: «È stato ucciso»©Hussein Malla Nello Del Gatto30.07.2024 23:30Larisposta di Israele è arrivata. Un attacco del Paese ebraico in serata alquartiere meridionale di Beirut di Dahiyeh ha preso di mira Fuad Shukr,ritenuto da Tel Aviv il responsabile del massacro, sabato scorso, dei dodicibambini drusi nel campetto di calcio a Majdal Shams. L’uomo, secondo le Forze di difesa israeliane, è stato ucciso. Due, in totale, le vittime.Latensione è sempre più alta e le diplomazie sono in campo per tentare unade-escalation. L’ONU ha aperto un canale con Beirut e Gerusalemme per evitareche si cada in una guerra globale. Il gruppo sciita, in tarda mattinata, avevadichiarato ad Al Jazeera che «la leadership della resistenza deciderà laforma e la portata della risposta a qualsiasi potenziale aggressione». Rispostache fa temere il peggio. Anche se precedentemente, nonostante minacce direttepure del suo leader Nasrallah, Hezbollah non aveva dato seguito agli attacchi.Era successo a gennaio quando Israele uccise a Beirut il numero due di Hamas alArouri; era successo quando a Damasco fu colpito l’appartamento che ospitava leguardie rivoluzionarie. Ci fu una risposta iraniana che attaccò Israele equesti rispose. Poi non successe più nulla. Uno a uno, palla al centro. Dopotutto,quella tra Israele e Hezbollah, pur se viene indicata come guerra a «bassaintensità», ha il suo grave bilancio di vittime, l’ultimo sul versanteisraeliano oggi, un trentenne ucciso da razzi piovuti, tra gli altri, sulKibbutz HaGoshrim. Questa uccisione ha portato a 25 i civili morti nelconflitto e 19 i militari; sul fronte libanese, al Jazeera parla di almeno 543morti tra miliziani di Hezbollah e civili, oltre a una ventina di vittime inSiria, con almeno 385 membri di Hezbollah uccisi, di diverso ordine e grado, epoco meno di trecento tra militanti degli altri gruppi uccisi in raid in Libanoe Siria. Numeri importanti, che vanno ad aggiungersi a quelli degli attacchi.Secondo the Armed Conflict Location and Event Data Project, organizzazioneinternazionale che monitora le guerre, sono 7.400 quelli registrati da entrambele parti, con quelli israeliani che dovrebbero essere 6.142, il resto diHezbollah. L’attaccodi sabato a Majdal Shams che, nonostante le prove anche visive messe in campoda Israele, Hezbollah continua a dire di non aver compiuto, è stata, per il Paese ebraico, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Anche se le dodicipiccole vittime non erano cittadini israeliani e la loro città si trovanell’area del Golan che Israele ha conquistato nel 1967 e annesso nel 1981,l’attacco ha segnato il punto di non ritorno per Israele, che questa sera hareagito tentando di colpire il responsabile di quel massacro. Cosaaccadrà ora non è chiaro. Quello di oggi potrebbe essere anche un attaccomirato e isolato anche perché a quanto sembra Israele, secondo indiscrezioni,vorrebbe infliggere un duro colpo a Hezbollah senza trascinare il MedioOriente in una guerra totale. Si potrebbe decidere per alcuni giorni dicombattimenti e attacchi mirati. Lapreoccupazione resta alta, anche perché in caso di conflitto con Hezbollah, èdifficile che non entrino in gioco l’Iran e i suoi sodali. È stato lo stessopresidente iraniano Masoud Pezeshkian a dire che «ogni possibile attaccoisraeliano al Libano avrà gravi conseguenze per Israele».Moltecancellerie europee hanno invitato i loro cittadini a lasciare il Libano,diverse compagnie aeree hanno bloccato i voli su Beirut, anche se l’aeroportofunziona normalmente nonostante sia indicato come uno dei possibili obiettiviisraeliani.«C’ètempo e spazio» per la diplomazia, ha detto il consigliere americano per lasicurezza nazionale John Kirby spiegando che la guerra tra Israele e Libano nonè inevitabile. Gli USA non credono che l’attacco a Majdal Shams possa finire inuna escalation e fanno sapere che non ci sarà alcun cambiamento nella decisionedi invio di armi a Israele e che il Paese ebraico ha il diritto di difendersida Hezbollah.Israelesa che Hezbollah non è Hamas. Ha una capacità bellica e un armamento notevoli,può contare su un arsenale di razzi fino a 500 chilometri che potrebberocolpire qualsiasi obiettivo in Israele. E, soprattutto al nord, l’Iron Dome, ilsistema antimissile israeliano e gli altri messi in campo, si sono dimostratimeno precisi che in altre zone. Senza contare che l’esercito israeliano,stremato da quasi dieci mesi di guerra a Gaza, potrebbe avere problemi agestire due conflitti del genere. Una guerra in Libano sarebbe molto piùdifficile e pericolosa logisticamente di quella a Gaza e comporterebbe ilrischio del pieno coinvolgimento iraniano.Secon Gaza Teheran ha offerto assistenza e armi prima dell’inizio della guerra,con il Libano il discorso è diverso. Il flusso di aiuti e armamenti sarebbe piùcontinuo. Allevarie minacce, si sono aggiunte anche quelle di Istanbul. Erdogan ha detto allariunione del suo partito che è possibile attaccare Israele come fatto in Libiae in Nagorno Karabakh. Ma il sultano di Ankara mente sapendo di mentire. Nonsolo l’esercito turco non ha le capacità belliche per superare quelloisraeliano, ma creerebbe un preoccupante precedente considerando che il Paese èmembro della NATO. Un attacco a Israele, che vanta nell’Alleanza Atlantica Paesi molto vicini, isolerebbe totalmente Ankara. Il disegno di Erdogan èchiaro: l’anno scorso ospitò i leader palestinesi tentando una lororiappacificazione; a maggio ospitò il leader di Hamas, Ismail Hanyeh, che negliultimi mesi ha visitato solo Turchia e Iran. Ankara ospita diversi leader di Hamasai quali ha dato la cittadinanza e ha offerto ad Hanyieh la sede del suoufficio politico qualora il Qatar dovesse decidere di allontanare il gruppo checontrolla Gaza. Erdogan, che ha in corso un piano di islamizzazione della laicaTurchia, ha il recondito desiderio di controllare il terzo sito più sacro perl’Islam, l’unico al di fuori dell’Arabia Saudita: la Spianata delle Moschee diGerusalemme, ora controllato da una organizzazione giordana. È a quello chepunta il presidente turco, anche come rinascita del fu Impero Ottomano che haregnato su Gerusalemme per quattrocento anni.AErdogan non conviene inimicarsi Israele anche dal punto di vista economico. Lefederazioni del commercio turche valutano in circa sette miliardi di dollari laperdita dovuta al blocco commerciale deciso dal sultano. La Turchiaprobabilmente rivedrà il suo obiettivo di esportazioni di fine anno da 267miliardi di dollari a 260 miliardi di dollari se la questione commerciale conIsraele non verrà risolta entro un paio di mesi. Israele è stato il 13. mercatodi esportazione più grande per la Turchia nel 2023, ricevendo lo scorso anno il2,1% delle esportazioni turche. Lo scorso anno Ankara è stata la quinta partnercommerciale per le importazioni di Gerusalemme, senza contare che Israele eTurchia condividono importantissimi giacimenti di gas.Lasperanza è che, se non i trattati di pace, almeno l’economia possa mettere finealle minacce.In questo articolo: IsraeleGuerra Israele HamasHezbollah
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