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Incendio ospedale Tivoli, avanzano le prime ipotesi: disposta l'autopsia per le vittimeKo nella sfida decisiva con il Canada gli azzurri hanno perso l'occasione di qualificarsi ai Giochi. Il capitano Carossino: "Niente scuse,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock abbiamo sbagliato l'unica partita che non dovevamo sbagliare" Simone Corbetta 17 aprile - 09:04 - ROMA Bedzeti contro il Canada Sfuma il sogno paralimpico della nazionale di basket in carrozzina, proprio sul più bello. Dopo aver vinto il girone B del torneo pre-paralimpico di Antibes (Francia), grazie alle ottime prestazioni contro Marocco, Colombia e Germania, gli azzurri non staccano il pass dopo aver perso 72-60 nella sfida decisiva contro il Canada di coach Matteo Feriani. Il capitano azzurro Filippo Carossino, per lui 16 punti nella gara contro i nord americani, non nasconde la delusione per aver perso un’occasione importante che nega all’Italia la possibilità di accedere ai Giochi di Parigi. Eravate ad un passo dalla qualificazione ai Giochi, il Canada era sicuramente alla vostra portata, venivate da tre vittorie e loro da tre sconfitte. "Sì, eravamo ad un passo dal successo. Credo che avremmo meritato questa qualificazione per quello che abbiamo dimostrato in questi anni, per la continuità che abbiamo avuto rimanendo sempre ai vertici e giocando tre ottime partite nella fase a gironi". Siete sembrati sottotono sin dall’inizio della gara, cosa non ha funzionato? "Purtroppo abbiamo sbagliato l'unica partita che non dovevamo sbagliare. Sicuramente eravamo molto concentrati, sapevamo l'importanza della gara ed eravamo consci dell'impegno che avevamo, non sottovalutando assolutamente il Canada, squadra fortissima. È sicuramente una formula del torneo particolare, non ci siamo fatti impressionare dal fatto che avesse perso le tre partite del girone, sapevamo che aveva giocato contro squadre molto forti ed erano una squadra da rispettare e da non sottovalutare, cosa che non abbiamo assolutamente fatto. Purtroppo siamo incappati nella giornata sbagliata nel momento più sbagliato. Sarebbe stato meglio se fosse capitato prima, in una partita magari meno importante, invece abbiamo giocato tre ottimi match, di cui uno contro la Germania incredibile, però questo è stato il verdetto e va accettato. Purtroppo non c'è riuscito di fare quello che abbiamo fatto il giorno precedente, non so ancora dire cosa non abbia funzionato, il perché ed il per come, posso semplicemente dire che ci abbiamo provato fino in fondo, ma non è andata come volevamo". Filippo Carossino Ad un certo punto siete andati sul -7, pensavate di rimettere in piedi il match? "Sì, siamo andati a meno 7 perché chiaramente la reazione c'è stata. Noi non molliamo mai, siamo una squadra che lotta fino all'ultimo anche nei momenti più difficili e cerca di venirne fuori come collettivo, credo che questa sia la cosa più importante". Rimpianti? "I rimpianti sono tantissimi quando perdi una qualificazione in questo modo. Andare a giocare una Paralimpiade a otto squadre sarebbe stato meraviglioso per noi, l'avremmo meritato tutti quanti noi giocatori, lo staff e la Fipic per il supporto". Coach di Giusto si è assunto tutte le responsabilità. "Carlo si è preso tutte le responsabilità, ma credo che queste vadano assolutamente condivise con ognuno di noi, io per primo come capitano. Come abbiamo sempre detto siamo una cosa sola, si vince e si perde insieme, non ci sono alibi. Ringrazio Carlo per la fiducia che ci ha dato portando questa squadra ad un torneo così importante, per aver sempre creduto in noi e per averci trasmesso tutta la sua passione, la sua carica e l'amore per la nazionale. Ripeto, siamo una cosa sola, si vince e si perde tutti quanti assieme". “Ricominciare a testa alta”, quali sono i prossimi obiettivi e come li affronterete? "È presto per definire obiettivi, sicuramente la voglia è quella di ripartire, il prossimo appuntamento saranno gli europei del 2025. Come in tutte le cose lo sport fa soffrire, però dà poi l'opportunità di rimettersi in gioco e di andare a ricercare nuove sfide". Da capitano cosa vuol dire a questa squadra? "Credo in questa squadra, è anche una cosa che ho detto singolarmente ad ogni mio compagno dopo la partita, e sono orgogliosissimo dei miei compagni. Aver creduto, lottato, sofferto gioito e pianto con loro è stato fantastico, non avrei voluto farlo con nessun'altra persona se non con loro. Siamo stati gruppo, siamo stati famiglia, ci siamo tutelati e confortati. È un gruppo forte, fatto da giocatori e uomini veri che si sono sempre assunti le proprie responsabilità davanti agli errori e quindi la cosa che vogliamo fare è quella di ripartire subito per onorare la maglia azzurra. Come sempre testa bassa, cercheremo di arrivare più pronti ai prossimi impegni che ci troveremo davanti". Paralimpici: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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