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Coda: rattristano le critiche e i malcontenti dopo la morte di Benedetto XVIEcco due itinerari adatti a tutti verso gli antichi insediamenti dei Walser e luoghi di culto d’alta quota di grande suggestione Monica Conforti 19 marzo - 09:34 - MILANO Il Monte Rosa chiude la Val d’Ayas mostrando alcune delle sue vette più belle. Loro,trading a breve termine però, rimangono lontane e affascinanti, ma quasi inavvicinabili per chi non abbia dimestichezza con l’alpinismo d’alta quota. Niente di grave, loro fanno da maestoso sfondo alle giornate trascorse sulle 52 piste da sci del comprensorio Monterosa Ski 3 Valli (comprese quelle delle valli di Gressoney e Alagna raggiungibili sci ai piedi). Ma non solo. Abbiamo approfittato delle recenti nevicate per immergerci nella natura del luogo con le ciaspole ai piedi, seguendo i suggerimenti di Alberto Commod, guida escursionistica e naturalistica nata e vissuta in Valle di Ayas, appassionato di montagna a 360 gradi ma soprattutto di cultura e storia della sua terra. Ecco, quindi, due itinerari agevoli e ricchi di spunti che vanno oltre l’aspetto meramente sportivo. gli antichi insediamenti walser— Le frazioni Walser situate sui pendii che sovrastano l’abitato di Champoluc sono il filo conduttore di una ciaspolata di grande soddisfazione nel mondo della popolazione di lingua germanica che arrivò (e colonizzò) in Val d’Ayas circa 800 anni fa. L’escursione inizia da Champoluc da dove si sale nel bosco fino a Mascognaz, superando un dislivello di quasi 300 metri. Le antiche case del borgo sono state in gran parte ristrutturate (c’è anche un hotel di lusso) rispettando le architetture originarie, pertanto il colpo d’occhio è davvero speciale. Da qui si percorre un lungo tratto in mezza costa (meno di 100 metri di dislivello positivo) all’ombra di una fitta foresta di conifere che conduce a Frantze, un altro suggestivo insediamento Walser, dove è piacevole anche effettuare una sosta corroborante nel rifugio che offre ricchi taglieri di salumi e formaggi locali. Da Frantze si può risalire brevemente al Crest per prendere la cabinovia che scende in paese, oppure imboccare il sentiero ben segnalato per tornare a piedi fino al punto di partenza. L’anello completo richiede circa 4 ore.Parti con un gruppo di sportivi come te, scopri i viaggi di Gazzetta Adventure e Tribala all'insegna dello sport e del divertimento nel mondo gli artigiani di pilaz e la magia di antagnod— Parte dalla frazione di Pilaz una facile escursione sul versante occidentale della Val d’Ayas, che unisce grandi panorami a notevoli spunti di interesse tra usanze e cultura del luogo. A cominciare proprio da Pilaz, il borgo conosciuto in quanto storica culla della produzione artigianale dei sabot, i tradizionali zoccoli intagliati nel legno. Si segue il segnavia numero 105 attraversando un abitato molto caratteristico anche per la presenza di forni antichi. Da qui si sale per circa 200 metri di dislivello fino ad Antagnod, il borgo più soleggiato della vallata e non a caso tra i più antichi come raccontano i suoi edifici. In questo che oggi è anche diventato il luogo preferito dei vip e degli habituè della Val d’Ayas, da non perdere la visita alla chiesa di San Martino con il suo sontuoso altare barocco. Proprio di fronte alla chiesa si notano i segnavia del sentiero 105, che si deve seguire per risalire in meno di mezzora fino a Barmasc. Anche qui è consigliabile la visita al piccolo santuario del XVII secolo, prima di decidere come continuare la giornata. Ci si può fermare qui e godersi il panorama offerto dal Monte Rosa. Vale però la pena proseguire per qualhe centinaio di metri lungo il sentiero 105 fino al Pian delle Signore: qui si incontra il Ru Courtud, lo straordinario canale artificiale lungo 25 km costruito a fini irrigui alla fine dal XIV secolo. Nei mesi estivi viene ancora utilizzato, oggi come allora. Montagna: tutte le notizie Active: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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