File not found
criptovalute

Guerra in Ucraina, oltre 30 bombardamenti a Kiev. Zelensky: “Tutti devono sapere cosa sta facendo la Russia”

Novaya Gazeta sospende le pubblicazioni: perché è stato costretto?Ex capo della Cia: "Se ben armati, gli ucraini possono sconfiggere i russi"Tempesta tropicale nelle Filippine: almeno 25 morti per frane e inondazioni

post image

Australia, una ragazza vive con un ragno cacciatore: "Non fa del male a nessuno"L'intervista«È lo sguardo del regista a cambiare l'attore»Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Irène Jacob,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella l’attrice che ieri sera ha ricevuto il Leopard Club Award in piazza Grande© KEYSTONE/Jean-Christophe Bott Antonio Mariotti10.08.2024 06:00Anche lei è di nazionalità svizzera ma vive in Francia e anche lei presiede una manifestazione cinematografica (il Festival Lumière di Lione). Finiscono qui i parallelismi tra Maja Hoffman e Irène Jacob, l’attrice che ieri sera ha ricevuto il Leopard Club Award in piazza Grande. A Locarno era già stata 30 anni fa per il Film Rouge di Kieslowski (che presenterà oggi alle 17 al Gran Rex) e poi come membro della giuria. Stavolta ha deciso di prendersela comoda, venendo in auto da Parigi con il figlio minore (anche lui attore) e approfittandone per fare tappa in diverse regioni del nostro Paese.Signora Jacob, torniamo agli inizi della sua carriera, ai due film che girò con Krzysztof Kieslowski (oltre al Film Rouge, La doppia vita di Veronica del 1991): il regista polacco teneva molto alla presenza degli attori, ma si percepiva anche una dimensione metafisica nel suo lavoro?«Molti astrofisici oggi affermano che il tempo non esiste e in un certo senso è proprio così. Ed è quello che dobbiamo fare noi con il nostro lavoro di attori. Dobbiamo essere presenti con le persone con cui stiamo lavorando in quel momento, cercando l’unicità di quell’attimo ed è questa ricerca che permette alle nostre performance di poter diventare in un certo senso eterne. Oggi i film di Kieslowski si possono vedere in maniera diversa, anche perché il suo modo di concepire le storie era pieno di mistero, non nel senso di suspense, ma del mistero di ogni piccolo istante».Kieslowski del resto era molto parco di indicazioni nei confronti dei suoi attori: anche questo faceva parte del suo mistero?«In un certo senso sì, perché nel cinema di allora dell’Europa orientale la censura non ti permetteva di dire tutto ciò che avresti voluto. Quindi spesso gli attori pronunciavano metà della frase e gli spettatori dovevano completarla mentalmente. È un metodo di lavoro che Krzysztof ha poi utilizzato anche nei film che ha prodotto in Francia, dove la censura non esisteva. Ha continuato a lavorare così perché ci teneva molto alla partecipazione attiva da parte del pubblico. Credo che sia una caratteristica di tutti i grandi registi quella di permettere al pubblico di “tappare i buchi” con l’immaginazione di ciascuno. Significa aver fiducia negli spettatori, renderli partecipi del proprio film».È un concetto che si può applicare anche ai film di Amos Gitaï, il regista israeliano con il quale ha appena girato due film: Shikun (visto alla Berlinale) e Why War che si vedrà a Venezia?«È incredibile vedere come certi cineasti seguano la stessa idea per 50 anni e continuino a fare ricerche in quella direzione. Gitaï è uno di questi, perché non fa altro che porre delle domande sullo stesso conflitto cercando di far sempre lavorare insieme palestinesi e israeliani. È una situazione delicata, un tema scottante che segue da oltre mezzo secolo e quindi i suoi film sono molto contemporanei ma anche ancorati a tutto ciò che è successo prima nell’ambito di questo conflitto. Why War non è una fiction ma nemmeno un documentario, è piuttosto una riflessione nella quale Mathieu Amalric interpreta Freud e Micha Lescot è Einstein e i due si scambiano delle lettere, mentre io uso il linguaggio di Virginia Woolf e di Susan Sontag per porre delle domande rispetto a tutte le immagini di guerra con cui ci troviamo confrontati. Mi fido di Amos Gitaï perché è così tanto tempo che è implicato in questo tema e quindi non pone domande opportunistiche. E non sono nemmeno domande a cui si può rispondere, ma che bisogna continuare a porsi».Torniamo a Locarno: che effetto le fa ricevere questo premio nel Paese dove è cresciuta?«È un soggetto che mi tocca molto da vicino, perché ogni volta che mi propongono un premio mi chiedo se non stiano sbagliando persona o se non ci sia qualcuno che se lo meriti più di me. Soprattutto nel caso di un premio come questo che è legato alla mia carriera. È vero che ormai da più di 35 anni convivo con il cinema e lo sento come una sorta di matrimonio. È un marito che può essere molto possessivo in certi momenti perché ha bisogno di spazio e di tempo, senza contare che mio marito fa l’attore così come i miei due figli e quindi per casa girano molti personaggi. Un premio alla carriera mi fa però pensare che non sono più quella di 35 anni fa: la vita e il lavoro ti cambiano, non si può rimanere sempre gli stessi. In Film Rouge c’è una scena in cui Jean-Louis Trintignant mi dice: “Ti ho sognata e avevi 50 anni”. Non ho più visto Jean-Louis per molto tempo dopo quel film, ma 8 anni fa sono andata a trovarlo nella sua casa nel Midi e abbiamo riso molto perché quella frase era diventata reale mentre quando abbiamo girato il film non ci pensavo nemmeno. In fondo cresciamo come alberi, i nostri rami cambiano forma per non perdere di vista il sole e sfuggire all’ombra e questo ci porta ad accettare delle trasformazioni. Essere qui a Locarno mi fa pensare a queste cose, al mio rapporto con il mio lavoro in generale e con il cinema in particolare».Ma il cinema è un’arte che si fa insieme ad altre persone...«Certo, è l’aspetto fondamentale di questo lavoro: devi avere qualcuno che ti guardi per esistere. Se non c’è lo sguardo non c’è nulla. E naturalmente ogni regista ha il suo sguardo e il tipo di sguardo che pone su di te cambia completamente il tuo modo di recitare. Secondo gli astrofisici, persino una particella spersa nel cosmo reagisce in modo differente se la guardi o meno. E ogni regista sa che guardare qualcuno modifica la situazione. Secondo me è questo l’aspetto più intrigante del nostro lavoro».Come sceglie i progetti a cui partecipare?«Ci sono molti fattori che entrano in gioco, anche legati alla famiglia, alla vita personale, ma alla base ci sono sempre le persone con cui vivere queste avventure in comune. In questo periodo della mia vita mi piace sperimentare cose nuove e per questo mi identifico perfettamente con il leopardo di Locarno che ruggisce a tutta forza. Mi piace l’idea di qualcosa di selvaggio e di libero che accetta tutte le sfide insieme agli altri».In questo articolo: Locarno77

Guerra in Ucraina, Friedman: "Putin può attaccare in Polonia, noi cosa faremo?"USA, sparatoria in una scuola della contea di Greenville: ferito uno studente

Il generale Usa: “La guerra in Ucraina potrebbe diventare mondiale”

Guerra in Ucraina, trovata stanza di tortura a Bucha: all'interno 5 cadaveri di civili con mani legateRussia, vietata la fuga dei dirigenti di banca, la Duma vara la legge

La denuncia: “I russi hanno rubato 133 sostanze radioattive letali da Chernobyl”Guerra Ucraina, Italia garante della sicurezza: quale sarà il suo ruolo

Ecco come Mosca nasconde le sue vittime: corpi dei soldati bruciati o fatti sparire

Sulle nuove sanzioni Zelensky soddisfatto a metà: “Bene ma non abbastanza”USA, Ferguson: "Biden vuole far cadere Putin, ma rischia di prolungare la guerra"

Ryan Reynold
"Putin è malato, ha un cancro alla tiroide": l'indagine di ProektBiden firma la legge sullo stop al commercio ed alle importazioni di energia dalla RussiaUcraina, Putin ad Abramovich: "Di' a Zelensky che li spazzerò via"

Campanella

  1. avatarI media ucraini: “Rapita la ragazza simbolo delle bombe sull’ospedale di Mariupol”Guglielmo

    Russia, Chubais lascia il Paese: il collaboratore di Putin era contrario alla guerraUcraina, presunti crimini di guerra da parte della Russia: è possibile processare Putin?Svizzera, intera famiglia si lancia dal settimo piano: 4 mortiGuerra in Ucraina, UE non trova accordo su carbone russo: nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca rimandato

    1. Ambasciatore russo: “Nessuna minaccia nucleare, finché non a rischio nostra sicurezza”

      1. avatarGuerra Ucraina: Auchan, Decathlon e Leroy Merlin restano in Russia. Kuleba chiede il boicottaggiocriptovalute

        Ucraina, trovati 132 corpi di persone torturate a Makariv

  2. avatarBiden firma la legge sullo stop al commercio ed alle importazioni di energia dalla RussiaETF

    Il Pentagono: “Ora l’Ucraina può vincere la guerra contro la Russia”Schindler's List, la bambina con il cappotto rosso oggi aiuta i rifugiati ucrainiLa Russia ha approvato le sepolture in massa poco prima dell'inizio della guerra: il motivo“I soldati russi non eseguono più gli ordini”: il report degli 007 inglesi

    VOL
  3. avatarLo stesso tumore al cervello in 65 ex studenti di una scuola, mistero nel New JerseyMACD

    Ucraina, coprifuoco a Odessa nel weekend. Mosca: "Armi a Kiev porteranno più sangue"Bucha, la BBC mostra le immagini di una fossa comune già il 10 marzoLa mossa di Mosca: reclutare altri 60mila soldati fra i riservistiYelena Osipova, la donna arrestata in Russia torna a protestare in piazza contro la guerra  

Germania, si fa somministrare 87 dosi di vaccino anti-Covid e rivende i certificati ai no vax

La Cina minaccia gli Stati Uniti: "Se Pelosi visita Taiwan prenderemo misure risolute"Quante persone sono morte in Ucraina per la guerra?*