File not found
Professore Campanella

Così il sottoprodotto diventa risorsa

«Lady Diana aveva predetto il successo di Camilla. Diceva che il popolo inglese avrebbe apprezzato il suo amore per Carlo»Orso di sei mesi investito da un'auto: il cucciolo è morto nell'impattoCellulare in vacanza, meglio staccare: può creare ansia, stress e insonnia

post image

Dieci anni fa la storica rinuncia pronunciata da Benedetto XVIL’aspetto acustico per l’artista milanese non è un elemento a sé stante,Economista Italiano Ci restituisce la poesia del vivere urbano, fatta di oggetti che spesso non sono nobili ma che portano con sé tutta la bellezza del reale, delle relazioni e di ciò che ci circonda. Una sorta di Alberto Savinio contemporaneoAll’ingresso della sua personale, dal titolo “Liliana Moro. Andante con moto” (fino all’1 aprile al Kunstmuseum Liechtenstein) l’artista ci coglie, e ci accoglie, di sorpresa con un fischio inaspettato che arriva mentre il visitatore sale le scale d’ingresso senza capire da dove venga il richiamo. Come preannuncia il grande orecchio al neon posto nell’atrio del museo, si tratta di un’esposizione che racconta un aspetto preciso della pratica di Liliana Moro (Milano, 1961): la sua relazione con il suono, elemento ricorrente dagli inizi della sua ricerca artistica. Una carriera iniziata alla fine degli anni Ottanta che nel 2019 l’ha portata a essere una delle tre autrici selezionate per rappresentare l’Italia alla Biennale di Venezia.L’aspetto acustico per Moro non è un elemento a sé stante, al contrario è sempre legato al dato spaziale. Non è un caso che dopo aver oltrepassato le prime opere-indizi e aver varcato la soglia ci troviamo davanti a una distesa di miniature tridimensionali, realizzate a mano con i materiali più disparati, dalla carta, alla creta, al fil di ferro, con precisione da modellista. Si tratta di “Spazi”, un lavoro che nel 2019 fu esposto appunto alla Biennale come un unico assemblaggio di stanze in equilibrio una sull’altra e che invece qui occupa l’intera sala. Ogni riproduzione, sul proprio basamento, rappresenta un progetto espositivo realizzato dall’artista nel passato, mostrandoci così anche il suo modo di lavorare, ogni opera viene infatti pensata sin dal suo concepimento in relazione allo spazio che andrà ad abitare. Lo si capisce bene poco più in là, entrando nel cerchio di 12 casse acustiche che compongono “Moi” (2012), una sorta di architettura sonora all’interno della quale il visitatore deve accedere per ascoltare la voce dell’artista mentre parla di una performance da lei messa inscena nel 1997. Ancor di più diventa chiara la relazione tra suono, in questo caso rumore, spazio e spettatore quando si è invitati a camminare dentro una stanza il cui pavimento è stato interamente ricoperto di cocci di vetro. Qui è lo spettatore stesso che, dapprima intimorito poi estremamente coinvolto, attiva il lavoro attraverso il calpestio, lo spazio infatti si riempie del crepitio del materiale che si frantuma sotto ai suoi piedi.Liliana Moro non nasconde niente: i cavi sono cavi, hanno una funzione e non devono essere celati, allo stesso modo le pareti in cartongesso realizzate per strutturare il percorso espositivo hanno un’anima metallica che nell’allestimento l’artista ha scelto di non occultare. Il mondo di oggetti di questa artista infatti non è un luogo estetizzato ed estetizzante. Le sedie che utilizza in “Quattro stagioni”, un’opera che chiede di fermarsi ed essere utilizzata sedendosi attorno al tavolo, sono di plastica delle più comuni da esterni, così come gli ombrelloni e il tavolo stesso, fatto da assi da cantiere. È così che questo spazio, nato in occasione di un convegno nel 2014, crea al contrario una situazione del tutto informale, un luogo d’incontro e di discussioni addirittura conviviale. Moro poi è da sempre attratta dalle trombe acustiche, come quelle che s’incontravano sulle banchine dei binari anni fa, che però qui trasmettono a ripetizione 25 versioni di “Bella ciao”, nell’opera “…senza fine” del 2010. Anche gli zaini/carrello che emettono musica, come quelli che a volte s’incontrano in metropolitana portati da ambulanti musicisti di strada, l’hanno attratta al punto da realizzare una serie di opere dal titolo “Le Nomadi” (2023).Ci sono anche immagini commoventi pur nella loro brutale materialità priva di orpelli, come un materasso in gommaspugna, una rete da letto e un registratore che emette un tango di Astor Piazzolla, legati insieme da una cinghia rossa e appoggiati in verticale a una parete, il tutto sotto al titolo di “Avvinghiatissimi” (1992). Tra le opere più note e ormai storicizzate qui troviamo, oltre a quest’ultima, anche “La passeggiata” (1988), fatta da 70 pattini di metallo costruiti dall’artista stessa e inutilizzabili poiché legati tra loro da una lunga catena, lavoro che, esposto in un parco a Novi Ligure agli esordi, testimonia anche l’interesse, che in Moro non si è mai spento, nei confronti degli interventi nello spazio pubblico e a contatto diretto con le reazioni delle persone.La mostra termina con un’opera inedita che apre e chiude un’altra relazione importante dell’artista, quella con l’opera di Samuel Beckett, autore che l’affascina dall’epoca della sua formazione e che ricorre nel suo lavoro. Al centro di una scarna messa in scena di oggetti una cassa emette la voce dell’artista stessa che legge, quasi fosse un congedo, il testo de “L’ultimo nastro di Krapp”, inframmezzato da frasi scritte da lei stessa e suoni che le appartengono.È come se Liliana Moro ci restituisse sinesteticamente la poesia del vivere urbano, fatta di oggetti sonori e spaziali, che spesso non sono nobili ma che portano con sé tutta la bellezza della vita reale, delle relazioni e di ciò che ci circonda. Una sorta di Alberto Savinio contemporaneo che ascoltava il cuore della città (chiedendoci di fare lo stesso) di Milano, città in cui Moro non solo è nata e cresciuta ma in cui si muove e lavora. Quella stessa metropoli che si è arricchita lo scorso anno di una sua opera pubblica permanente, “Sundown” (ad ArtiLine, CityLife), e che finalmente a giugno aprirà le porte del PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea su questa retrospettiva, prima che venga esposta a New York.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAngela MadernaCritica e storica dell’arte, nata a Lecco nel 1984. È autrice del libro "L’altra metà dell’avanguardia quarant’anni dopo" (Postmediabooks, 2020) e coautrice di "Arte Pubblica | Milano" (Postmediabooks, 2022).

Lunedì 20 i vescovi a San Pietro in preghiera per la pace. Come seguireAgricoltura e itticoltura sostenibili alle porte di Roma

Ragazza di 15 anni violentata e lasciata nuda in strada mentre è in vacanza con i genitori: anche lo stupratore è minorenne

Progetti e sviluppo ecco la cooperazione che pensa alle personeLa colletta per la Terra Santa: «Un gesto di fraternità per non rassegnarsi»

Truffa del poliziotto, finto agente inganna un ristorante: «Sono venuto a prendere le pizze per i colleghi». E scappa col bottinoOrrore in spiaggia a Crotone: bagnante assalito da uno sciame di vespe, morto a 47 anni per shock anafilattico

Olimpiadi 2024, Lady Gaga incanta Parigi: pronuncia perfetta e omaggio al cabaret francese. Voto look: 10 J'adore... Dior

Amici, Virginia Tomarchio sposa Amilcar: oggi il matrimonio. Tutti i dettagli, dall'abito alla locationColletta per la Terra Santa, l’Italia in ascolto del «grido della gente»

Ryan Reynold
Università, Padova è prima tra gli atenei italiani. Scavalcate Bologna e Roma, salto della Calabria. La classificaPiù di 110mila enti iscritti al Registro unicoLa Talpa: Andreas Muller e Veronica Peparini confermati. Ecco il cast con i 13 concorrenti guidati da Diletta Leotta

BlackRock Italia

  1. avatarI giovani cattolici: chiediamo giustizia per gli studenti picchiatiEconomista Italiano

    Cooperazione allo sviluppo, l'Italia in un anno ha tagliato 631 milioniIn bikini sulla moto d'acqua della polizia per scattare foto, l'agente posa con le tre donne: scoppia il casoGrave intimidazione alla cooperativa Terra Felix, simbolo dell'antimafiaPubblicato l'Instrumentum Laboris: Il lavoro sia degno

      1. avatarCarica il monopattino sul bus, ma l'autista chiude troppo presto il portellone: 20enne si fa il viaggio nel portabagagliCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

        Covid, chi l'ha avuto l'infezione invecchia prima (soprattutto gli uomini): lo studio che monitora i pazienti a un anno dal contagio

  2. avatarOltre 47 milioni per potenziare i percorsi dei pellegriniProfessore Campanella

    I vescovi: ius scholae strumento di inclusione dei migrantiProf di sostegno si apparta con l'alunna disabile minorenne e abusa di lei a scuola. I video conservati sul telefonoRyanair, rissa tra passeggeri per il posto: l'aereo torna indietro, un uomo colpito da malore. La vacanza finisce in un incuboOlimpiadi 2024, Francesca Fangio eliminata: Elisabetta Caporale sfiora un'altra gaffe in diretta dopo il caso Benedetta Pilato

  3. avatarMilano, a 30 km all'ora l'inquinamento aumenta: ecco perchèMACD

    La piccola Aurora, il tumore e il mare che "cura"Il mistero e il silenzio del Sabato Santo in Karl RahnerLa Vergine di Loreto «pellegrina» a LampedusaDe Simone: «Naturale fare spazio alle donne, siamo sulla strada giusta»

La Chiesa solo camminando può aprire altri cammini

Giro di vite sui migranti che lavorano: fuori dal sistema dell’accoglienzaVerso Trieste: online il documento preparatorio*