La svolta: Russia ed Ucraina firmano l’accordo sul granoCerca di dare fuoco a un ragno: 26enne brucia un chilometro quadrato di collinaRagazzo di 31 anni picchiato perché polacco dopo aver chiesto informazioni a due sconosciuti
Nell’assassinio di Shinzo Abe spunta la “Chiesa dell’Unificazione”L’annuncio di un nuovo obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni per il 2040 è previsto per il prossimo anno e potrebbe creare il necessario quadro abilitante per l’industria ed gli investimenti. Rendersi più indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili,criptovalute ridurre il più possibile il rischio di nuove dipendenze (come quelle sulle terre rare e i semiconduttori) e garantire prezzi bassi dell’elettricità per l’industria. Lo vuole l’Unione europea, come lo vuole l’Italia. Ma i cicli di investimento durano 10-15 anni e gli attuali obiettivi climatici ai quali sono inevitabilmente allineati quelli di ammodernamento industriale, 2030 e 2050, rischiano di perdere di rilevanza: quelli al 2030 perché ormai, al netto di alcuni possibili passi indietro, la strada maestra è tracciata, quelli al 2050 perché, per l’appunto, ancora troppo lontani se non resi salienti da un percorso credibile fatto di tappe intermedie. L’annuncio di un nuovo obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni per il 2040 è previsto per il prossimo anno e potrebbe creare il necessario quadro abilitante per l’industria ed gli investimenti. La Commissione europea ha pubblicato una serie di strategie industriali nel passato – ne è stato responsabile Antonio Tajani per un periodo – ma i 27 capi stati non sono mai riusciti di adottare una visione comune, neanche in risposta all’Inflation Reduction Act americano. C’è da sperare che l’obiettivo per il 2040 venga chiarito il prima possibile perché l’industria ha bisogno di prevedibilità per promuovere l’innovazione. Il Green Deal Nell’attuazione del Green Deal europeo, molte aziende hanno investito nella circolarità o nell’uso dell’idrogeno verde senza una chiara previsione della domanda per i loro prodotti. Standard, quote e nuovi incentivi finanziari per i materiali riciclati e verdi (come l’acciaio) possono creare mercati in crescita e premiare i primi arrivati. Ma su quali scelte strategiche dipendono una reindustrializzazione e transizione energetica di successo? Il nuovo rapporto “Choices for a more strategic Europe” di Strategic Perspectives, think tank con base a Bruxelles, ha provato a rispondere a questa domanda prendendo come riferimento una riduzione delle emissioni nette del 90 per cento. Considerando le recenti evoluzioni politiche in Europa e il concreto rischio che il prossimo Parlamento europeo abbia posizioni diverse da quello attuale sulla transizione, una riduzione del 90 per cento delle emissioni al 2040 può suonare molto ambiziosa. Vista la ferocia dell’attuale ondata di caldo estremo è rassicurante che l’obiettivo sia fattibile quanto necessario. Non scordiamoci che il disallineamento con gli obiettivi di Parigi significherebbe andare incontro a eventi climatici estremi ancora più intensi e frequenti. Sulla competitività, rappresenta anche un’opportunità epocale per non soccombere alla concorrenza di Cina (la cui capacità di energia solare è già maggiore di quella di tutto il resto del mondo sommato insieme) e Stati Uniti (che sulle tecnologie pulite stanno impostando il proprio futuro con investimenti pari a 400 miliardi di dollari). Secondo il rapporto, le moltiplici sfide che l’Ue deve affrontare si articolano attorno a tre scelte principali: 1) aumentare l’elettrificazione in tutti i settori, sulla base del raggiungimento di un sistema energetico a zero emissioni entro il 2037, 2) sposare la circolarità per rendere l’industria europea più competitiva in un mondo di risorse limitate, prezzi energetici volatili e catene di approvvigionamento inaffidabili, 3) investire nella produzione di tecnologie a zero emissioni per garantire che l’Ue guidi la corsa globale e crei posti di lavoro nelle regioni che affrontano molteplici transizioni simultanee da industrie tradizionali come acciaio e automobili – come Piemonte, Puglia e Sardegna. È il momento per i leader di avviare un solido dibattito politico su come affrontare queste scelte e plasmare il futuro dell’industria europea. Linda Kalcher è Direttrice esecutiva di Strategic Perspectives © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLinda Kalcher
Sharm el Sheik, bimbo morto intossicato mentre era in vacanza con i genitori: gravissimo il padreIl killer di Abe e il movente religioso che non convince
Grosso incendio in Croazia: distrutte abitazioni, persone in fuga
Grecia, falsi annunci di ritardo in aeroporto di un turista ingleseFamiglia distrutta in un incidente negli USA: morto anche il padre
Prima sposa una bambola zombie e poi va a vivere con un fidanzato alienoBimbo gioca con l'accendisigari e appicca un incendio: mamma morta tra le fiamme
La Croazia aderirà alla zona euro: dal 1 gennaio 2023 avrà moneta unicaAttentato all’ex premier giapponese Shinzo Abe: è morto
Eredita 4 miliardi di euro ma rinuncia a quasi tuttoAggiornamento guerra: Mosca ha distrutto una nave ucraina e deposito missili USAHamburger a 25 euro e 2 euro per togliere un ingrediente: è polemicaUcraina, Lavrov: "Politica estera dell'Occidente porta a teatri di guerra"
Incinta e poi mamma con 30 euro ed un kit di inseminazione “fai da te”
Shanghai, scatta l’ordine di quarantena all’Ikea: la folla scappa dal negozio
Covid, in Austria stop alla quarantena per i positiviCresce la fame nel mondo, Onu: “Ne soffrono 828 milioni di persone”Parigi, sparatoria in un bar: un morto e quatto feritiNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 397
Grecia, naufragio nel mar Egeo: 50 migranti dispersiPrima sposa una bambola zombie e poi va a vivere con un fidanzato alienoDopo l’attacco da Gaza dozzine di razzi contro Israele Terremoto Filippine: scossa di magnitudo 5.0