File not found
Campanella

Alto Adige, 14enne violentata da due uomini

Covid, Francesco Vaia non fa allarmismi: "Ci vuole prudenza e responsabilità"Terremoto di Amatrice, sette anni dopo la morte di 299 personeMarisa Leo uccisa a Marsala, chi è la 39enne vittima dell'ennesimo femminicidio

post image

Stupro di gruppo a Palermo, la replica della vittima insultata sui socialLa Libia non è un “porto sicuro”. L’ha stabilito qualche giorno fa la Cassazione a proposito del caso di un rimorchiatore che nel luglio del 2018 aveva soccorso 101 naufraghi e poi li aveva riportati in quel paese. Secondo i giudici,èunportosicuroLesentenzeeifatticontanopiùGuglielmo si tratta di un «respingimento collettivo», vietato dalle convenzioni internazionali. Una pronuncia che può incidere sulle politiche in tema di immigrazioneLa Libia non è un “porto sicuro”. L’ha stabilito la Corte di Cassazione (sentenza n. 4557/2024): riportare i migranti nel paese nordafricano costituisce «abbandono di persone minori o incapaci» (art. 591 del codice penale) e «sbarco e abbandono arbitrario di persone» (art. 1155 del codice della navigazione). Siccome questa pronuncia può incidere sulle politiche nazionali in tema di immigrazione – dal Memorandum con la Libia al Piano Mattei – dalle parti del governo si inizia a dire che la Libia non sarebbe più il paese non sicuro di cui parla la sentenza. Quest’affermazione non ha fondamento.La sentenzaLa Cassazione ha condannato il comandante del rimorchiatore Asso 28 che, nel luglio del 2018, aveva preso a bordo 101 migranti e poi li aveva riportati indietro, consegnandoli alla guardia costiera di Tripoli. Si è trattato di un «respingimento collettivo», condotta vietata dalle convenzioni internazionali, non potendosi qualificare la Libia come “luogo sicuro”. All’epoca dei fatti, «lo stato unitario libico non esisteva e le autorità di Tripoli, pur se riconosciute dalle Nazioni unite, risultavano però aver perso il controllo di parti molto vaste del territorio nazionale».Gli ermellini, richiamando la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, affermano che la sottoscrizione della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo è «precondizione della “sicurezza” dello Stato»; mentre «la condizione di “sicurezza” è l’effettivo rispetto di tali normative». La Libia non ha mai sottoscritto queste Convenzioni. Soprattutto, a fronte di situazioni «che lascino presumere che non vengano effettivamente garantiti i diritti umani dei naufraghi, anche solo potenzialmente richiedenti asilo», secondo i giudici è sempre necessario «verificare in concreto la “sicurezza” dello Stato di destinazione».Libia luogo sicuro?È vero che – come dice la Cassazione – nel 2018 il Paese non poteva dirsi uno Stato unitario, con autorità unificate di coordinamento dei soccorsi in mare. Ma anche oggi permane la «frammentazione degli attori della sicurezza e l’assenza di comando e controllo», come attesta un rapporto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite del dicembre 2023. Peraltro, sussistono rapporti opachi tra “guardia costiera libica” e organizzazioni criminali – basti pensare al trafficante Al Milad Bija, comandante dell’Accademia navale – come Nello Scavo denuncia da tempo.La stessa Unione europea ha attestato «chiare indicazioni dell’infiltrazione di gruppi criminali nella guardia costiera». E non è tutto.Se nel 2019 l’Ue riconosceva alcuni progressi compiuti dalla Libia, anche grazie alla cooperazione della stessa Ue, successivamente le condizioni sono cambiate. Nel maggio 2023, il commissario Ue per l’Allargamento e le politiche di vicinato, Oliver Várhelyi, ha parlato di «difficili circostanze del Paese». Nel mese di luglio 2023, la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha ribadito che «la Libia rimane una situazione molto complicata» e che ogni azione violenta da parte della guardia costiera libica «è inaccettabile».Nel marzo 2023, le Nazioni unite hanno pubblicato un rapporto che documenta violazioni dei diritti umani, affermando che «ci sono ragionevoli motivi per ritenere che i migranti siano stati ridotti in schiavitù nei centri di detenzione ufficiali». Tutto questo, tra l’altro, smentisce quanto affermato nel processo Open Arms dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, secondo cui i migranti non subirebbero torture nei centri governativi. Il rapporto Onu sottolinea, inoltre, che il governo di unità nazionale di Tripoli ha imposto forti restrizioni all’entrata nel Paese di organizzazioni umanitarie, così riducendo il sostegno a persone vulnerabili, nonché la visibilità di ciò che accade.Nel giugno 2023, la missione di supporto dell’Onu in Libia (Unsmil) ha espresso «preoccupazione per gli arresti arbitrari di massa di migranti e richiedenti asilo», tra cui donne incinte e bambini, con «un inquietante aumento dell’incitamento all’odio e del discorso razzista». L’Unsmil ha invitato «le autorità libiche a fermare queste azioni e a trattare i migranti con dignità e umanità in linea con i loro obblighi internazionali», nonché a garantire l’accesso alle agenzie dell’Onu e alle organizzazioni umanitarie.Insomma, la narrazione secondo cui la Libia, a differenza del 2018, oggi sarebbe un paese sicuro non regge. Contano le verifiche in concreto, come quelle risultanti dai rapporti citati. Ora lo dice anche la Cassazione.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediVitalba AzzollinigiuristaGiurista, lavora presso un'Autorità indipendente. È autrice di articoli e paper in materia giuridica, nonché di contributi a libri per IBL. A titolo personale.

Torino, in una palestra compaiono orinatoi a forma di bocca: la polemicaImola, scontro tra auto e moto: grave centauro 57enne

Torino, morto bimbo di 4 anni: era rimasto incastrato nel finestrino di un'Ape

Processo Saman, il padre in aula a Reggio EmiliaCovid, Francesco Vaia non fa allarmismi: "Ci vuole prudenza e responsabilità"

Stupro di gruppo a Palermo, tre indagati al Riesame: il minorenne confessa, scarceratoVerona, volto di Mussolini sullo scontrino: la polemica

Calendario scolastico 2023-2024: tutte le date

Applica un sovrappezzo per l'uso del pos: barista aggredita a CornudaLampedusa, in poche centinaia nell'hotspot: calano gli sbarchi dei migranti

Ryan Reynold
Strage di Brandizzo, la testimone chiave: "Per tre volte ho detto di aspettare, di non iniziare i lavori"Stupro di gruppo a Palermo, la replica della vittima insultata sui socialStazione di Tradate, uomo investito dal treno: è in condizioni critiche

criptovalute

  1. avatarMarisa Leo uccisa a Marsala, chi è la 39enne vittima dell'ennesimo femminicidioProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Super Luna Blu: cos'è e quando vederlaNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 271Ondata di caldo, 16 città da bollino rosso: cosa fare per difendersiCalendario scolastico 2023-2024: tutte le date

    VOL
    1. Firenze, turista sulla fontana Nettuno per un selfie: ecco a quanto ammontano i danni

      1. avatarMesola, incendio doloso alla Pineta delle Motte: arrestato il piromaneETF

        Belluno, morte sul lavoro: operaio perde la vita in alta quota

  2. avatarNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 281Economista Italiano

    18enne senza patente uccide un pedone: la madre prova ad addossarsi la colpaReggio Emilia, arrestato uomo accusato di 4 stupriLago d'Iseo, turista 20enne cade in acqua: indagata l'amica 23enneBiella, colpito da un malore mentre è alla guida di uno scooter: morto 62enne

  3. avatarCamorra, il cagnolino dell'amante tradisce latitante: arrestato boss Luigi CacciapuotiVOL

    Stazione di Tradate, uomo investito dal treno: è in condizioni criticheCosenza, morto in ospedale bimbo di 15 mesi: grave anche il fratellinoMelicucco, due auto si scontrano frontalmente: ci sono 3 mortiDisagi per le linee dei treni nel Lazio, la situazione in tempo reale

Catanzaro, "rapimento lampo": 15enne sequestrata per poche ore e ritrovata

Battipaglia, bimba di 6 anni presa a cinghiate da mamma e nonno e abbandonata per stradaMarisa Leo uccisa a Marsala, chi è la 39enne vittima dell'ennesimo femminicidio*